Alcune fronde inaridite, vagliate con estrema cura, sono state utilizzate in alternativa ai fogli bianchi per scriverci dei versi e successivamente lasciate nei parchi cittadini. L’ideatrice del progetto, ‘L’alternativa alla carta’, ha parlato di vero atto creativo al fine di donare sorrisi ai passanti e indurli a soffermarsi sul significato delle piccole cose
La notizia giunta da New York pone l’interesse sull’iniziativa della graphic designer Elena Zaharova, russa di nascita e americana di adozione: ‘L’alternativa alla carta’. L’artista ha raccolto delle foglie secche, accuratamente selezionate, su cui ha scritto poesie con una penna nera, poi distribuite nei parchi della grande mela: Manhattan, Washington Square, Union Square, Madison Square, Bryant Park e Tompkins Square.
Delle ottantasei foglie rigorosamente scritte a mano molte sono andate perse, mischiandosi alla moltitudine di quelle già sparse in terra, in aggiunta a quelle che si staccano dagli alberi ogni giorno.
La caccia al tesoro può essere quindi intesa come l’intento ardito di donare un sorriso ai passanti o almeno ai più fortunati che, sedendosi su una panchina, inchinandosi a raccogliere casualmente le foglie sotto gli alberi oppure poggiandosi sul bordo di una fontana, ne hanno trovata una.
I luoghi scelti sono stati riconosciuti come adatti al fine di diramare magia e serenità in lungo e largo per la frenetica metropoli di New York. L’idea centrale della Zaharova si incentra infatti sul dedicare del tempo alle piccole cose.
Insomma, unire bellezza e fugacità, grazie a un atto creativo, per indurre a un’osservazione minuziosa del circostante come lo scrutare le stagioni e ciò che infondono in noi.
In particolare l’autunno e i suoi colori dalle tinte calde.
L’alternativa alla carta: la poesia sulle foglie
L’invito è pertanto quello di fermarsi e riflettere su ciò che avviene intorno a noi, affinché distaccarsi dalla frenesia della vita. Le “foglie poetiche” sono così entrate improvvisamente nella vita di chi è incappato in loro – in modo fortuito – con il potere di suscitare una sensazione suggestiva, accolta da ciascuno secondo la propria sensibilità.
“Leaves Poetry”, così è denominato il progetto in inglese, diviene di fatto un processo delicato e accattivante. Le liriche dei grandi poeti, come per esempio Bukowski, Neruda, Brodsky, Angelou e altri, hanno sicuramente colto di sorpresa i cittadini privilegiati, grazie ad una sensazione peculiare: quella di essersi imbattuti in qualcosa di unico e incantevole.
In questo modo l’arte del foliage coniuga natura e poesia mediante il fascino dell’eterno: l’emozione finale è di certo inedita e composta di parole, che salvano e risanano l’anima di tutti. Con #leavespoetry si può seguire sia Elena Zaharova sia la sua iniziativa di cui, ammettiamolo, sentiremo ben presto parlare in altre città del mondo, perché portavoce di un movimento rivolto alla collettività a cui tutti possono attingere in maniera del tutto personale.
Una sorta di “poesia di strada” per rilanciare a gran voce il messaggio che i versi hanno una loro esclusiva valenza e, secondo il verso di Walt Whitman, possiamo asserire che “La poesia salverà il mondo”.
Annalisa Civitelli
Foto dal web