‘L’altra metà del sogno mi appartiene’ raccoglie i versi della poetessa francese Alicia Gallienne, morta nel 1990 a soli vent’anni per una malattia incurabile. Un’esistenza bruciante, ispirata, densissima di perdite e conquiste, in cui la rassegnazione non trova mai posto e che ha fatto della ricerca di bellezza una tenace missione di speranza
La silloge, pubblicata da Molesini Editore e prima di un progetto editoriale composto da tre volumi, per la prima volta fa dono all’Italia di una voce traboccante di straordinaria energia vitale, dolorosamente sospesa tra il fervido incanto dei sogni di gioventù e la feroce spietatezza del destino.
‘L’altra metà del sogno mi appartiene’ (suddiviso in “Le Dominanti” e “I Notturni”) tratteggia il ritratto sincero di una giovane donna appena affacciatasi all’esistenza, eppure già fiera padrona di un suo regno interiore che plasma, difende e adora con la dolce perentorietà dell’adolescenza.
Quella di Alicia Gallienne è una scrittura che prorompe per una vocazione irrinunciabile, per un richiamo di natura che doveva certo rispecchiare un animo altrettanto profondo e ammaliante.
Nel flusso e riflusso delle suggestioni poetiche si intravede tutto un mondo sommerso, custodito con cura materna, in cui Alicia lascia galoppare a briglia sciolta emozioni e pensieri. È proprio in questa dimensione sospesa, in questa salvifica “altra metà del sogno” che si condensa tutta la fame di salvezza di una luce che non intende consegnare il proprio fulgore all’oblio.
L’altra metà del sogno mi appartiene:
il trionfo dell’amore
Tutto nella poetica di Alicia parla di amore: per i genitori, la famiglia allargata, gli amici incontrati lungo il cammino della vita, per le inesauribili meraviglie del mondo.
Fra tutte queste declinazioni affettive — talmente pure e totalizzanti che le parole per esprimerle diventano un eccesso di non abbastanza — risplende in particolar modo il ricordo del fratello maggiore Éric, a sua volta portato via da un male oscuro. A lui Alicia tende la mano attraverso le nebbie fumose dell’assenza, a riprova di un legame che mischia al sangue un’incrollabile, commovente devozione.
Attraverso la poesia l’autrice gli parla come se ancora l’avesse accanto, omaggiandolo con un’intensità folle di tenerezza; in pochi versi, formidabili nella loro semplicità, racchiude l’essenza di un compito che sembra fare da motore alla sua intera esistenza: Non c’è ragione più bella di esistere che quella di / sopravviverti, / E imparare ad amare ciò che un giorno si spezza, / Non c’è ragione più bella di esistere che quella / di riviverti, / E aver caro ciò che non ha morte, ciò che è nostro / per sempre.
L’altra metà del sogno mi appartiene:
“Io scrivo io vivo”
Leggendo le poesie di Alicia, così pregne di energiche affermazioni di vita, appare chiaro come la scrittura sia stata per lei l’unico strumento davvero efficace per sbaragliare, almeno in parte, il terrore di quella sua colossale, innominabile afflizione.
Da questo scandaglio introspettivo la sofferenza fisica e mentale affiora in sporadiche asserzioni taglienti e, soprattutto, alla presenza dell’amato ma velatamente tirannico elemento divino. Al nome di Dio si affianca spesso il possessivo mio, quasi a riflettere l’invocazione del Cristo morente; al contempo, questo dialogo intimo e appassionato ricorda, per intensità e candore, quello che Antonia Pozzi ha riservato ad alcuni dei suoi versi più incisivi.
Quello di Alicia è dunque un ferreo esercizio di fermento interiore, un coraggioso e incessante educarsi al bello, unico baluardo contro lo spettro minaccioso di una coleridgeiana Life-in-Death — quella mancanza di afflato percepita, da un’anima protesa verso la vita nella sua essenza più pura, come sorte ben più temibile della morte stessa. Una sorte che Alicia ha saputo e voluto a tutti i costi sbaragliare e da cui anche noi, dopo averla incontrata tra i suoi versi, sapremo forse allontanarci un po’ di più.
Sophia Dalla Costa
Biografia
Alicia Gallienne nasce a Parigi nel 1970. A quindici anni le viene diagnosticata l’aplasia midollare, che le sarà fatale nel 1990. Durante gli ultimi quattro anni della sua breve vita ha composto centinaia di poesie, pubblicate per la prima volta nel 2020 dall’editore francese Gallimard e qui proposte in una traduzione di Francesco Zambon.
L’altra metà del sogno mi appartiene
Alicia Gallienne
Prefazione e scelta Sophie Nauleau
Nota Guillaume Gallienne
Traduzione Francesco Zambon
Edizioni Molesini Editore
Collana
Genere Poesia
Edizione 2023
Pagine 163