La terza stagione de ‘L’Amica Geniale’ si è conclusa su Rai Uno il 27 febbraio. Un punto di forza della serie sono sempre stati i personaggi basati su archetipi ma al tempo stesso dotati di complessità. In quest’ultimo capitolo, è stata messa in risalto una particolare tipologia di “uomo di sinistra”
‘L’Amica Geniale’ è una serie Rai in collaborazione con l’americana HBO, ed è la trasposizione sul piccolo schermo dell’ormai celebre tetralogia letteraria di Elena Ferrante.
Le puntate più recenti sono tratte dal libro “Storia di chi fugge e di chi resta”: in questo capitolo, l’altalenante amicizia tra le protagoniste Elena Greco, detta Lenù, e Raffaella Cerullo, chiamata Lila, giunge a un punto di svolta.
La prima e la seconda stagione le avevano viste prima bambine negli anni Cinquanta, nate e cresciute in un rione napoletano deturpato dalla miseria e dalla malavita, e poi adolescenti e giovani donne. In queste ultime due fasi della loro vita, Lenù e Lila sono state impersonate dalle attrici Margherita Mazzucco e Gaia Girace.
Le scelte che le ragazze hanno compiuto e subito negli anni, le portano in questi episodi a vivere gli anni Settanta separate per la maggior parte del tempo.
Infatti, Elena aveva in precedenza lasciato il rione per frequentare l’università, e ora la si ritrova a convivere a Firenze con il marito conosciuto durante gli studi, appartenente a una famiglia borghese.
Lila, invece, non ha potuto studiare ed è rimasta in periferia, dopo essersi emancipata da un matrimonio di abusi e aver cominciato a lavorare in una fabbrica di salumi.
L’Amica Geniale 3: l’elemento maschile nella serie
Nelle prime stagioni, le più frequenti scene di vita al rione mostravano le due protagoniste circondate da uomini il cui evidente problema era la mentalità machista e maschilista, quando non addirittura camorrista.
Nei recenti episodi, invece, è stato introdotto un tipo di mascolinità le cui subdole contraddizioni sono difficili da individuare per le ragazze, abituate a più palesi forme di violenza e discriminazione.
Queste sottili manifestazioni di sessismo sono messe in atto da una categoria di persone definibili come “gli uomini di sinistra” della serie.
Uno tra questi è Pietro Airota, il marito di Lenù impersonato da Matteo Cecchi.
È figlio di intellettuali fiorentini e professore universitario dagli ideali apparentemente progressisti, il quale però sottovaluta il lavoro e gli interessi della moglie, tradendo un’arretrata visione della donna come moglie e madre dedita soprattutto alla cura della casa.
Il secondo uomo di sinistra è Nino Sarratore, interpretato da Francesco Serpico.
È l’amore segreto di Elena ed ex amante di Lila, proveniente dal loro stesso rione ma come la prima emigrato per inseguire la carriera accademica.
Anch’egli sembra trattare le donne come sue pari, a differenza di altri soggetti della periferia napoletana. Tuttavia, si arriva a capire come le buone maniere da uomo istruito e le lusinghe che in momenti diversi rivolge alle due amiche non siano altro che tecniche manipolative.
Il suo intento è sedurle e ingraziarsele, salvo poi dimostrarsi completamente inaffidabile quando la situazione comincia a non essere più piacevole né utile alle sue mire.
L’astio degli spettatori e soprattutto delle spettatrici nei confronti di questo personaggio ha portato alla creazione di una linea di magliette spiritose: in questa foto ne indossa una proprio l’attore che interpreta il narcisista Nino.
Altra incarnazione dell’archetipo è in realtà un gruppo, ovvero la sezione locale del partito comunista del rione. Ne fa parte come segretario Pasquale Peluso, amico di entrambe le ragazze recitato da Eduardo Scarpetta, il quale invita Lila a intervenire alle riunioni.
È proprio lei a smascherare la contraddittorietà dei membri, i quali lottano per la causa degli operai pur avendo perlopiù le spalle coperte da situazioni familiari ed economiche benestanti.
Quando Lila solleva la questione perché le loro azioni la mettono a rischio, essi assumono un atteggiamento paternalista e cercano di spiegare a lei che fatica ogni giorno in fabbrica l’importanza della liberazione dei lavoratori.
Un successo meritato
La popolarità della serie è quindi sicuramente dovuta in parte alla complessità delle situazioni rappresentate e alla dettagliata caratterizzazione dei personaggi, con tutte le loro manie, i difetti, le particolarità in cui gli spettatori si possono rispecchiare o nei quali possono riconoscere qualcuno che fa parte della propria realtà. Infatti, se Nino è così detestato, non sarà perché come lui ce ne sono un po’ ovunque?
‘L’Amica Geniale’, allora, non è la storia di un’amicizia femminile. O meglio, lo è, ma non soltanto: è una narrazione che mette in scena un caleidoscopio di umanità differenti, di contesti socioculturali distinti, di avvenimenti storici e angolazioni diverse dalle quali vengono esperiti.
In quest’ultima stagione, che ha visto la regia di Daniele Luchetti sostituire quella di Saverio Costanzo, il personale è più che mai politico, perché la sfera pubblica entra nel privato delle vite dei personaggi.
Infatti, oltre che dalla già citata militanza comunista e dai movimenti operai, queste vengono profondamente segnate anche dalla presa di coscienza femminista e dalle lotte armate.
Non stupisce il realismo e la capacità di alcune scene di risultare immersive, come quella che vede Lenù e le figlie perdersi tra le manifestanti delle strade di Firenze, all’inno dello slogan “Io sono mia”, o quelle con violenti regolamenti di conti tra fazioni politiche, se si considera che Luchetti in passato ha già ritratto gli anni Settanta in maniera magistrale.
La sua firma in produzioni del calibro di “Mio fratello è figlio unico” (2007) e “Anni felici” (2013) costituiva una garanzia di successo, e la sua dichiarata volontà di rimanere fedele al romanzo e il costante confronto con Elena Ferrante hanno completato l’opera.
Non si possono poi tralasciare i meriti dell’intero cast, a partire dalla recitazione impeccabile degli attori già menzionati.
Una rivelazione di questa stagione è la giovanissima figlia del regista, Sofia Luchetti, che interpreta la piccola Dede Airota. Molto apprezzata dal pubblico anche Rosaria Langellotto nel ruolo di Gigliola Spagnuolo, la quale recita un monologo toccante di nuovo sul tema del sessismo all’interno del suo matrimonio.
Si dice che un attore sia bravo quando è in grado di attirare sul suo personaggio l’odio e sulla sua persona la stima degli spettatori: ne ‘L’Amica Geniale 3’, nessuno è del tutto amabile ma ogni scena e interpretazione sono assolutamente credibili.
Per questo motivo dispiace che l’ultimo capitolo della saga necessiterà il cambio dell’intero cast per rappresentare Lenù, Lila e tutti gli altri nella fase più adulta della loro vita.
Eva Maria Vianello
Foto dal web
L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta
di Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo
Regia di Daniele Luchetti
con Margherita Mazzucco Elena Greco (Lenù)
Gaia Girace Raffaella Cerullo (Lila)
Francesco Serpico Nino Sarratore
Matteo Cecchi Pietro Airota
Giovanni Buselli Enzo Scanno
Elvis Esposito Marcello Solara
Alessio Gallo Michele Solara
Rosaria Langellotto Gigliola Spagnuolo
Eduardo Scarpetta Pasquale Peluso
Francesco Russo Bruno Soccavo
Casa di produzione Wildside, Fandango e The Apartment
Distributori Rai Fiction, HBO e Tim Vision
Genere Drammatico, Sentimentale, In costume
Anno 2022