La città della Fontana dalle 99 cannelle riparte dalla molteplicità socio-culturale a 15 anni dal sisma: ‘L’Aquila – Città Multiverso’ avvierà il viaggio culturale nel territorio. Multiculturalità, multi-riproducibilità, multidisciplinarietà, multi-naturalità e multi-temporalità i cinque assi portanti del progetto ‘L’Aquila – Capitale italiana della Cultura 2026‘
È L’Aquila, proclamata lo scorso 15 marzo, la Capitale italiana della Cultura 2026. Il progetto presentato è ‘L’Aquila – città multiverso’ in cui salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale sono programmi fondamentali del documento programmatico.
L’iniziativa si sviluppa su linee conduttrici per la sua esplicazione, riconducibili a multi-culturalità, multi-riproducibilità, multi-disciplinarietà, multi-naturalità e multi-temporalità.
‘L’Aquila’ dunque si propone come luogo multiverso: in un solo termine, un anno di eventi e iniziative. La parola indica la complessità del capoluogo abruzzese in cui si integra l’azione di molteplici dimensioni.
L’Aquila: poliedricità urbana
Si parla infatti di una città che apre diverse opportunità creative ed artistiche indirizzate alla rigenerazione urbana. Anche il concetto stesso di urbana a L’Aquila poliedrico. Sul territorio coesistono infatti molteplici realtà spazio-temporali e culturali.
L’area comunale de L’Aquila è molto estesa classificandosi come la nona in Italia per superficie. Il Ministro Gennaro Sangiuliano, infatti, nel proclamare l’elezione della città a capitale della Cultura 2026, ha sottolineato come “il progetto coinvolge un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti, mirando al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità”.
Un modello che punta a rimodulare proficuamente il rapporto tra il centro urbano e una miriade di piccoli centri dalla forte identità sociale e culturale. In questo senso, molti esperti del settore ritengono che sia possibile replicarne la stessa forma di sviluppo sostenibile “Multiverso”, anche per altre cittadine nonché per le aree interne italiane ed europee.
Dopo Pesaro per il 2024 e Agrigento per il 2025, “L’Aquila si appresta a vivere il suo quindicesimo anniversario dal sisma: il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura non può essere un risarcimento per quanto accaduto perché non può esserci risarcimento per ciò che il nostro popolo ha sofferto, ma rappresenta un elemento con cui ricostruire il tessuto sociale le nostre comunità” ha dichiarato il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi.
Come la Fenice L’Aquila rinasce dalla propria distruzione
Piegata ma mai spezzata. Per gli aquilani la cultura è sempre stata, soprattutto di fronte a grandi difficoltà come il sisma o la pandemia, un elemento determinante di riscatto e coesione sociale. La cultura quindi “è un elemento fondante, è recupero dell’identità e proiezione nel futuro” sostiene il sindaco Biondi.
Nei secoli L’Aquila è stata segnata profondamente da immani sconvolgimenti sismici. L’ultima catastrofe, precedente a quella che ricordiamo tutti a distanza di 15 anni, fu il terremoto del 1703 e, prima ancora, nel 1315 e nel 1461.
Da allora la città decadde economicamente per poi riprendersi dal punto di vista economico e culturale nell’Ottocento. Ciononostante, l’Aquila conserva ancora un ricco patrimonio storico di origine medievale, testimoniato soprattutto dalla cinta muraria, da palazzi e chiese, nonché per gli edifici barocchi e neoclassici costruiti dopo il sisma settecentesco.
I simboli culturali
Il Gonfalone cittadino riporta un segno del destino: lo stemma cittadino raffigura infatti un’aquila, cui è accostata la scritta “Immota Manet” – “Resta ferma”.
Molte sono state le suggestive interpretazioni di questo motto emblematico: il poeta Virgilio la immaginava radicata come una quercia; altri, invece, indicano l’abbreviazione “PHS”, come l’errata trascrizione del Cristogramma; secondo molti studiosi le iniziali andrebbero riferite a “publica hic salus”, cioè “luogo di salute pubblica”. Secondo alcuni “post hanc stragem”, si riferiva alla rinascita dopo un sisma.
Lo stesso vale per la “Perdonanza“, la festa storico-religioso che, dal 2019 è patrimonio UNESCO. È un evento di riti e celebrazioni che si tramandano dal 1294 e che fanno parte dell’identità culturale all’intera comunità, interessando l’intera provincia.
Le celebrazioni si svolgono nell’arco di due settimane, dal 16 al 28 agosto con il “Cammino del perdono”, che attraversa ventitré villaggi lungo un itinerario di 80 km. Chiude la rassegna il “Corteo della Bolla” nel capoluogo, rievocando personaggi che simboleggiano i tre valori tradizionali che ispirano la cerimonia: l’ospitalità, la solidarietà e la pace. Qualcosa di molto vicino agli assi della “Nuova Agenda Europea della Cultura”.
Viaggio culturale
‘L’Aquila – città multiverso’ è l’ambizioso programma di sperimentazione artistica. L’idea è la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale attraverso la cultura. Tale programma è stato pensato per proiettarla la città verso il futuro seguendo i quattro assi della “Nuova Agenda Europea della Cultura”: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale.
Gli eventi diffusi, in particolare, intendono creare un’atmosfera positiva che favorisca la creatività, per generare benefici che partono dal benessere psico-fisico per arrivare in termini all’inclusione sociale.
Le nuove produzioni artistiche si vogliono nate dalla crescita e dallo scambio di competenze diverse. A questo scopo, “gli spazi rigenerati per la realizzazione delle molteplici iniziative, contribuiranno a costruire un’eredità duratura per il presente e il futuro di questo territorio ricco di risorse e potenzialità ancora inespresse”, si legge nel manifesto.
Il territorio
‘L’Aquila’ si trova al centro della Conca Aquilana alle pendici del Gran Sasso lungo il fiume Aterno che la attraversa. È lambita da tre affluenti di esso, cioè il Vetoio, il Raio e il Vera.
Il borgo storico è situato su un colle, terzo tra i capoluoghi italiani più elevati per altitudine, mentre le frazioni sono situate sul declivio o sulla sommità dei colli circostanti. Il territorio è per più di ¾ soggetto a protezione ambientale e il quasi la metà è area protetta da parchi nazionali o riserve naturali appenniniche.
Più della metà della superficie comunale è situata al di sopra dei 1000 m s.l.m., partendo da un minimo di 500 per culminare a 2866 m s.l.m. La medesima area comprende anche tre specchi lacustri di piccole dimensioni: il lago Vetoio e i due laghi di Bagno, nonché una porzione del lago di Campotosto.
Così, L’Aquila, città dai molteplici volti, umani, artistici, ambientali e culturali, si appresta a mostrare il meglio di sé e si presta ad accogliere il turismo nella sua forma più nobile e intelligente.
Margherita Manara
Foto dal web