Fino al 14 maggio, il teatro Sala Umberto di Roma ha in cartellone un titolo prestigioso: ‘L’attimo fuggente’. Tratto dall’omonimo film statunitense del 1989, lo spettacolo traduce quasi integralmente la sceneggiatura del lungometraggio nel copione di questo lavoro curato ed emozionante che può contare su un valido gruppo di giovanissimi attori
Nel 1959, il professor John Keating diventa il titolare della cattedra di letteratura presso il collegio per soli ragazzi di Welton, nel Vermont. Keating ha un approccio all’insegnamento avanguardista e non ortodosso e se dapprima suscita scetticismo nei suoi studenti, in breve tempo riuscirà a conquistarli trasformandoli in adulti, senza tuttavia evitare un terribile incidente di percorso.
“L’attimo fuggente” è un film amatissimo da più generazioni di uomini e donne e col passare del tempo non ha mai perso smalto. Ormai trentaquattrenne, il lungometraggio scritto da Tom Schulman e diretto da Peter Weir, continua a risiedere nel cuore di milioni di spettatori e, quando arrivò nei cinema, consacrò definitivamente Robin Williams, l’interprete di John Keating, come una star.
L’opera si presta con facilità al palcoscenico e con le più adatte modifiche, in questo caso tutte azzeccate, si trasforma in uno spettacolo altrettanto pieno di significato e capace di emozionare.
Marco Iacomelli costruisce una regia ben studiata e poco accademica che vede il cast sempre in scena e che non si preoccupa di rispettare i canoni tradizionali della recitazione: molti attori spesso interagiscono con le spalle al pubblico e se da un lato questo rende l’azione più vera, dall’altro non può che creare problemi di ricezione della voce in platea.
L’attimo fuggente: il cuore applaude
La messinscena ha però il pregio di mantenere un ottimo ritmo che esalta ancora di più la profonda trama della storia: in questo modo la mole di emozioni che il pubblico può provare diventa travolgente e non lascia il tempo di razionalizzare, andando a toccare soltanto il cuore.
Naturalmente c’era grandissima attesa per la prestazione di Luca Bastianello nel ruolo del professor Keating; il bravo attore padovano sfodera tutte le sue capacità e all’interno dell’azione non sbaglia neppure il minimo dettaglio, arrivando all’ultima battuta con una precisione chirurgica: è proprio questa perfezione, però, che priva il suo Keating di gran parte dell’anima e dell’ironia che dovrebbero contraddistinguerlo.
Fanno invece un’ottima figura i giovani attori interpreti degli studenti, che aiutati dall’età portano sul palco sei personaggi ricchi di entusiasmo, incoscienza e voglia di vivere.
Gabriele Amoroso
Foto: Donato Migliori
Teatro Sala Umberto
dal 9 al 14 amggio
L’attimo fuggente
dall’omonimo film scritto da Tom Schulman
Regia Marco Iacomelli
con Luca Bastianello, Nicolò Bertonelli, Matteo Pilia, Kevin Magrì, Marco Possi, Adriano Voltini, Alessandro Rizza, Daniele Bacci, Marco Massari e Linda Caterina Fornari
Regia associata Costanza Filaroni
Disegno luci k5600 Design
Disegno fonico Donato Pepe
Musica Marco Iacomelli e Venere
Scene e costumi Maria Carla Ricotti
Video Massimiliano Perticari
Produttore esecutivo Davide Ienco