Dal Novecento le tasche sono divenute simbolo dell’emancipazione femminile. Esse, infatti, sono sinonimo di libertà sia dei movimenti sia di autonomia. ‘Tra passato e presente, dunque, le borse si fanno piccole e rimovibili’. Attualmente infatti ritornano in voga al fine di alleggerire il look femminile, che verte all’utilità e alla praticità adattandosi così alla vita frettolosa.
Dal passato al futuro, nel corso del tempo, i vestiti da donna si modificheranno sempre, come le borse. Dall’uso delle borse legate alla cintura nel Medioevo – i moderni marsupi per intenderci – al Seicento e ancor prima, gli abiti maschili erano arricchiti da molti scomparti, mentre le donne portavano piccole borsette rimovibili legate alle cinte, nascoste internamente alle fogge sotto molti strati di gonne, soprattutto per evitare le rapine in strada.
Verso la fine dell’Ottocento le tasche subirono un cambio di rotta: divennero una questione femminista. Nel 1881, infatti, a Londra venne fondata la “Society for Rational Dress”, che si opponeva ai corsetti ed era favorevole ai pantaloni larghi per dare più libertà di movimento alle donne, soprattutto per andare in bicicletta.
I vestiti auspicati appunto dalla Rational Dress prediligevano molte tasche, che permettevano di infilarci le mani, gesto considerato all’epoca poco educato e femminile.
Negli anni ’50 le donne erano più insofferenti: si lamentavano della mancanza della tasca e, per esempio, Gwen Raverat, intagliatrice nipote di Charles Darwin, nonché membro del “Bloomsbury Group”, rivendicò il suo pensiero: “Perché non possiamo avere tasche? Chi lo proibisce? Abbiamo il suffragio femminile, perché dobbiamo ancora essere inferiori agli uomini?”. Nel ’60 cominciano a sfilare sul red carpet, grazie alle modelle di Balenciaga, Dior e Yves Saint Laurent, per infine giungere ai nostri tempi.
Oggi le borse si fanno piccole e rimovibili
Attualmente, infatti, alcune case di moda ripropongono questo concetto comodo e pratico: vestiti ampi e non in cui le tasche assumono un ruolo rilevante, come le tracolle e le cinture composte da tanti “sacchetti di tessuto” per inserire documenti, cellulare, soldi, chiavi di casa, senza ulteriori accessori da indossare.
Questo è il look che propone Fendi: una collezione funzionale quella della primavera–estate 2019 di cui Silvia Venturini Fendi (direttore creativo degli accessori della casa famosa produttrice, ai suoi esordi, di pellicce) parla sia a nome suo sia per Karl Lagerfeld.
Presentata nella seconda giornata di Milano Moda Donna intende affrontare la quotidianità contemporanea, sempre al passo, proponendo ampie tasche, capi in materiali tecnici, per guidarci verso un confort e una vestibilità che non viene mai meno.
Può sembrare però che questa nuova tendenza vada a scontrarsi con il super lusso ma si sa, le cose cambiano e, pertanto, anche l’utilità inverte le sorti delle stagioni modaiole. Entra in gioco inoltre la posizione che il corpo femminile assume: più sicura e rilassata, gesto che dona alle donne una consapevolezza maggiore e diversa.
Anche Max Mara e Alberta Ferretti, puntano per l’anno prossimo a dare un tocco chic alle donne, inquadrandole come eleganti esploratrici urbane, sempre pronte ad affrontare le loro avventure ma che, al tempo stesso, non abdicano a grazia e raffinatezza, seppure indossando abiti pratici abbinati ai colori della natura.
Ci si adegua quindi alla modernità, entrando di conseguenza nel quotidiano per mantenere intatti romanticismo ed efficienza, un casual che va a unirsi alla classe e alla signorilità dei tessuti per abbigliarsi a tutte le ore del giorno: dal giorno alla sera, dall’ufficio alle attività sportive, dal tempo libero alle occasioni speciali.
Insomma pelle, abiti, gonne plissé, trasparenze, trench e cappotti dai tagli precisi giocano con la dinamicità reale composta di tasche, bottoni automatici e inserti di rete, affinché il look risulti decisamente grintoso. Un’eco che giunge dal passato, che ritorna indietro e rimbalza sull’oggi con gusto, mai contro–tendenza.
Donne, siete pronte a cambiare i vostri stili?
Annalisa Civitelli
Foto dal web