In scena al teatro Lo Spazio di Roma, fino allo scorso 16 aprile, ‘Le cinque rose di Jennifer’, uno dei copioni più famosi del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello, ha messo gli spettatori di fronte a una storia di esseri umani soli e diversi che, anche fra loro stessi, riescono a comunicare con estrema difficoltà e circospezione
Nei primi anni ’80, a Napoli, Jennifer è un travestito che, conducendo una vita solitaria e piatta, attende da settimane il ritorno in città di Franco, l’uomo che ama ma che apparentemente la ignora.
Nel corso di una strana serata nella quale le linee telefoniche della città partenopea si trovano nel mezzo di un malfunzionamento che convoglia numerose chiamate proprio nell’appartamento di Jennifer, quest’ultima riceve la visita di Anna, altro inquietante travestito, e insieme le due figure metteranno a nudo, inconsapevolmente, le proprie vere identità.
Portato in scena più volte nel corso degli anni, lo spettacolo del compianto Annibale Ruccello indaga l’esistenza di personaggi ai margini, dimenticati e sopra le righe. In questo intenso copione non mancano il thriller né tantomeno diverse sfumature metaforiche che arricchiscono la trama di ricchezza e profondità.
Una brillante napoletanità
Lo stile dell’autore napoletano è riconoscibile nella creazione di dialoghi rapidi, ficcanti e spesso comici, che si accompagnano a protagonisti singolari e memorabili i quali fanno presa sul pubblico dalle primissime battute, diventando subito i padroni della scena.
La scrittura di Annibale Ruccello è sempre impeccabile tuttavia, in questa versione di ‘Le cinque rose di Jennifer’ l’unico difetto che il regista, Agostino Marfella, ha aggiunto alla rappresentazione è un controllo non esatto del ritmo che allunga di molto il lavoro anche a causa di frequenti intervalli musicali tendenzialmente sterili.
La giusta atmosfera oscura e cupa che caratterizza l’opera dall’inizio alla fine è smorzata dall’interpretazione dei due protagonisti, Leandro Amato e Fabio Pasquini, che portano sul palco non soltanto una brillante napoletanità ma anche due caratteri carichi di spessore psicologico.
Gabriele Amoroso
Foto: Pino Le Pera
Teatro Lo Spazio
dal 7 al 16 aprile
Le cinque rose di Jennifer
di Annibale Ruccello
Regia Agostino Marfella
con Leandro Amato e Fabio Pasquini
Scene e costumi Carlo De Marino
Luci e direzione tecnica Zothouse
Voci alla radio Gioia De Marchis e Enzo Avolio
Assistenti alla regia Gaia Genassi e Marina Ruta
Arrangiamenti musicali Giovanna Famulari e Massimo Di Lorenzo