Gli eventi musicali ai Concerti del Tempietto non si fermano mai. ‘Le notti romane al teatro di Marcello’ per tutto l’anno donano all’ampia platea e agli amanti dello storico luogo la possibilità di approcciare a visite guidate, ma soprattutto far vivere la musica classica traendo il meglio dai compositori noti e non, presentandoli sotto una nuova luce. Di seguito una panoramica del programma che dal 19 giugno scorso ha intrattenuto il pubblico fino alla prima settimana di luglio
Roma. Non c’è bisogno di aggiungere altro. E se ci metti anche un teatro antico come quello di Marcello e ci infili dentro un festival musicale, sei praticamente a metà dell’opera. Ma non un’opera qualunque, parliamo delle ‘Notti Romane al Teatro di Marcello’ e del “Festival Musicale delle Nazioni Concerti del Tempietto”. Un nome lungo come un giorno senza pane, ma credeteci, ogni parola è un assaggio di ciò che vi aspetta.
Già dall’inizio, il 19 giugno, ci si rende conto che non è il solito festival. La serata comincia con una visita guidata al teatro, un po’ come il giro del padrone di casa prima di sedersi a tavola. E poi arriva lei, Martha Noguera, a far scorrere le dita sui tasti del pianoforte.
Chopin e Beethoven, gente, un accoppiata che farebbe risorgere anche i morti. La sua “Sonata n. 29 op. 106 ‘Hammerklavier'” di Beethoven è stata come una carezza e un pugno nello stomaco allo stesso tempo. Un inizio col botto.
Ma non si ferma qui. Ogni serata è una nuova avventura musicale, un viaggio tra le note che fa dimenticare il caos della città eterna. Il 24 giugno, il New Zealand Male Choir ha portato un po’ di spirito kiwi in terra romana. Dai canti tradizionali ai brani moderni, un mix che fa venir voglia di ballare sotto le stelle.
E che dire del 28 giugno? Roberto di Napoli ha dimostrato che il pianoforte è il re degli strumenti. Liszt, Chopin, Beethoven e Rachmaninov – quattro giganti che Roberto ha saputo domare come fossero semplici gattini. Ma non è finita: la sera, Ilaria De Angelis ed Emanuele Giallini hanno trasformato il palco in una sala da ballo con le loro quattro mani in perfetta sincronia.
Le notti romane: il fascino degli strumenti
Il 29 giugno ha visto la dolcezza e la potenza di Mami Naganuma, seguita da Carlotta Masci che ha portato un po’ di Venezia nella città eterna con le sue interpretazioni di Galuppi e Cimarosa. La serata si è conclusa con un viaggio nella tradizione classica napoletana che ha lasciato tutti senza fiato.
Il 30 giugno, invece, è stata la volta di Samuele Mazzarella con la sua chitarra che ci ha portato da Barrios a Pujol, un vero e proprio pellegrinaggio musicale. E la serata? Un vero spettacolo con il maestro Vincenzo Balzani che ha dimostrato perché è considerato uno dei migliori pianisti in circolazione.
Luglio inizia col botto: Alessandro Licchetta il primo del mese, con Liszt, Martucci e Ravel. Il 2 luglio, Andrea Bauleo ci ha portato nella mente di Beethoven e Chopin, culminando con la masterclass di Vincenzo Balzani che ha mostrato i futuri talenti del pianoforte.
Il 3 luglio, Daniela Quacquarelli ha reso omaggio a Scarlatti, Chopin, Fauré e Prokofiev, prima di lasciare il palco al soprano Hyunye Kim e alla pianista Sabrina Trojse, che hanno fatto sognare con Verdi e Puccini.
Il 4 luglio, Anna Rizzo ha dominato il pianoforte con Beethoven, Liszt e Rachmaninov, mentre la serata ha visto la violinista Milena Todoroska Murgoski e la pianista Ognenka Gerasimovska incantare con Piazzolla e Jordanovski.
La perdita del senso del tempo e dello spazio
Quindi, cos’è questo festival? ‘Le Notti Romane’ non è solo un programma di concerti, bensì un’esperienza che trascina la platea attraverso epoche e continenti, traendo il meglio dai classici e presentandoli sotto una nuova luce. È una celebrazione della musica, della cultura, e della storia.
È il motivo per cui Roma rimane una delle capitali culturali del mondo. Se non ci sei stato, non hai davvero vissuto l’estate romana.
E ricordate, questo non è solo un evento musicale. È un percorso, un’odissea di emozioni che fa perdere il senso del tempo e dello spazio. È come se ogni nota, ogni accordo, risuonasse tra le antiche mura del teatro di Marcello, raccontando storie di un passato glorioso e di un presente vibrante.
Quindi sì, vi diciamo, se avete l’opportunità di partecipare a uno di questi concerti, non esitate. Perché alla fine, è questo che rende la vita degna di essere vissuta: momenti indimenticabili come questi, sospesi tra il passato e il presente, tra sogno e realtà.
Filippo Novalis