Il teatro Ambra Jovinelli di Roma conclude la sua ricchissima stagione 2018/19 con “Le regole per vivere”. Il testo britannico, firmato da Sam Holcroft, ha ottime premesse le quali, tuttavia, poco soddisfano le aspettative del pubblico. La colpa si può attribuire a una traduzione non propriamente brillante e soprattutto a una regia troppo caotica
Il pranzo di Natale di una famiglia viene scosso da una serie di rivelazioni, svelamenti di segreti, recriminazioni e bugie che infiammano gli animi di tutti i partecipanti. Ognuno è portatore di un disturbo comportamentale che esaspera ancora di più il clima di tensione che impedirà persino di sedersi a tavola per pranzare. Di fronte all’impossibilità di modificare i propri comportamenti, ogni membro di quella complicata famiglia concluderà la giornata con grossi cambiamenti nelle relazioni che legano l’uno con l’altro.
È subito evidente come “Le regole per vivere” sia uno spettacolo complicatissimo: il divertente regolamento che governa la trama – e che ogni membro del cast deve rispettare a secondo – , rivelato soltanto al pubblico tramite uno schermo sospeso sul palcoscenico, è una trovata che inizialmente affascina ma che scena dopo scena diventa ripetitiva se non disturbante.
Questa particolarità infatti costringe gli attori a una concentrazione assoluta, difficilissima da mantenere, tanto da rendere evidenti i piccoli errori nei quali prima o poi quasi tutti incappano.
Nel lungo periodo della messinscena è doveroso sottolineare come gli attori stessi, tuttavia, riescano a barcamenarsi al meglio nella complessa costruzione tecnica fino alla fine; sebbene tutti bravissimi (in particolare modo Elisa Di Eusanio), la precisione cronometrica alla quale sono obbligati ne sfianca necessariamente la performance.
La serie di prestazioni che si vengono a creare, quindi, tende a perdere troppa forza mentre ci si dirige verso la fine della rappresentazione e, talvolta, gli interpreti si bloccano anche in sbagli più grossolani tra impallamenti e vuoti scenici.
Globalmente la commedia diverte e spinge anche a interessanti riflessioni di natura psicologica ma, nonostante questo, la materia prettamente britannica del testo, tradotto da Fausto Paravidino con un’ovvia fedeltà all’originale – trasformando però inspiegabilmente tutti i personaggi in italiani – poco si adatta al senso dell’umorismo di casa nostra provocando qualche tiepida risata appena.
Non si può non considerare neppure la costante caratteristica grottesca della storia: questo elemento tuttavia, unito a un’eccessiva lunghezza e a una caratterizzazione esasperata dei protagonisti, ne compromette molto la leggerezza. Alcuni di loro, in particolar modo nel secondo atto, rischiamo di diventare delle noiose macchiette; soprattutto il personaggio di Adamo, seppur interpretato dall’ineccepibile Aldo Ottobrino, nella seconda ora di spettacolo diventa una figura caricaturale al limite del tollerabile.
La non completa riuscita dell’opera è chiaramente imputabile alla regia di Antonio Zavatteri, il quale non arriva mai a dare un respiro più ampio e leggero al testo già molto caotico in partenza né a trovare la giusta misura per i troppi tormentoni che abbondano nella messinscena.
Inoltre, così come per le tante battute scontate e banali, tutta l’azione è costantemente in balia di unnervosismo e di una frenesia talmente esagerati che se all’inizio del lavoro divertono, troppo presto stancano il pubblico il quale abbandona la sala ben poco appagato.
Gabriele Amoroso
Teatro Ambra Jovinelli
dall’8 al 19 maggio 2019
Le regole per vivere
di Sam Holcroft
traduzione Fausto Paravidino
regia Antonio Zavatteri
con Elisa Di Eusanio, Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Orietta Notari, Aldo Ottobrino e Iulia Bonagura
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Michele Vittoriano
video Lorenzo Letizia