In memoria di Karl Heinrich Ulrichs
È un’opera dalle tinte oniriche quella andata in scena al teatro Off Off di Roma dal 14 al 19 gennaio: ‘L’enigma dell’amore’, scritta da Saverio Aversa e Fabio Grossi, è una singolare storia raccontata attraverso un dialogo tra il protagonista, Karl Heinrich Ulrichs, e la sua coscienza. A Ulrichs, intellettuale, studioso e scrittore tedesco, si deve il primo coming out della storia per mezzo di una sua pubblicazione in difesa di un uomo arrestato per atti omosessuali
La vita di Karl Heinrich Ulrichs si svolse per quasi tutto l’Ottocento e, prima di compiere 40 anni, l’uomo si dichiarò apertamente gay; laureato in Diritto e Teologia, lavorò come consulente legale prima di scrivere ufficialmente di omosessualità, coniando addirittura dei nuovi termini in merito. Una volta ottenuta una cattedra honoris causa a Napoli, finì la sua vita proprio in Italia, morendo a L’Aquila lo stesso anno di quel significativo riconoscimento, nel 1895.
All’interno di ‘L’enigma dell’amore’ la storia di Ulrichs è narrata come fosse un racconto in prima persona e gli episodi più salienti della sua esistenza hanno sempre come sfondo una vicenda amorosa.
Con la direzione della messinscena che insiste il più possibile sull’atmosfera onirica dell’azione – sebbene la trama si riduca a un’autobiografia narrata direttamente al pubblico – il regista Fabio Grossi riesce a dare allo spettacolo un’identità definita. Essa non inciampa mai in nessuna incoerenza e rende omaggio alla vita dello studioso tedesco, anche e soprattutto attraverso l’aiuto di contributi filmati.
È inaspettato vedere come, nonostante le ovvie avversità capitategli per via del suo orientamento, Heinrichs definisse se stesso come una persona serena e appagata e che, per tutta la sua vita, diede sempre all’omosessualità una connotazione sentimentale più che propriamente sessuale.
La natura tendenzialmente monotona (a tratti anche ripetitiva) del copione riesce a trovare uno spessore più ampio grazie a determinate costruzioni sceniche che sembrano quasi immagini figurative o pittoriche, per mezzo delle quali il senso dell’intera storia riesce a sublimarsi e dare un contorno ben inquadrato della psiche del protagonista.
Un respiro da sogno caratterizza tutta la rappresentazione ed è intensificato ancor di più dalla scenografia che, per quanto semplice, mediante l’abbondante presenza di tessuti chiari contribuisce a creare un’ambientazione che sembra quasi sospesa tra le nuvole.
È ottimo il lavoro dei due attori in scena, perfettamente calati nei propri ruoli. I due protagonisti occupano il palcoscenico con grande disinvoltura ma anche con qualche manierismo di troppo che nel caso di Fabio Pasquini risulta in alcuni passaggi troppo esasperato.
Molto più indovinata, invece, la prestazione del bravo Francesco Maccarinelli: il bello e giovane interprete rappresenta la coscienza di Ulrichs incarnata nelle anime quasi spettrali degli interessi romantici dello scrittore e appare perfettamente credibile in un’interpretazione che va sopra le righe.
Gabriele Amoroso
Teatro Off Off
dal 14 al 19 gennaio
L’enigma dell’amore
di Saverio Aversa e Fabio Grossi
regia Fabio Grossi
con Fabio Pasquini e Francesco Maccarinelli e la partecipazione in video di Leo Gullotta
luci Umile Vainieri
video Mimmo Verdesca