‘L’occhio della montagna’ di Sara Baume, edito da NN Editore, nella traduzione di Ada Arduini, è un libro avvincente che offre suggestioni infinite con il mondo della natura
“Era indiscutibilmente primavera, di nuovo, il verde della felce soppiantava in fretta il grigio della roccia, e stavano ancora guardando in direzione del monte quando una vacca passò dietro la chiazza di evidente pallore nella siepe che costeggiava il viottolo e insieme si accorsero che Sigh aveva avuto ragione – lì non c’erano mai stati il tralcio di una pianta leggera o una sezione di foglie morte, ma era un vuoto – uno spazio vuoto, un ovale di nulla, un occhio aperto”.
Sara Baume descrive paesaggi rurali. Ne ‘L’occhio della montagna’ la scrittrice narra l’essenza della vita e valorizza la cultura e i valori della montagna.
La Baume segue inoltre le percezioni degli esseri viventi. Concentra infatti il ciclo energetico della montagna con la stagionalità delle emozioni.
L’autrice sottolinea anche il rapporto complice con la natura, ingloba uomini, animali e piante in comunione con lo scenario ambientale riconoscendo, ad esempio, la fonte d’ispirazione nel rapporto con le forze della natura.
Pone la sua attenzione nel coinvolgimento poetico e tenero dei particolari, quasi a guidare il lettore verso una visione romantica e indefinita. Rarefatta e intangibile degli ambienti descritti.
“E la vista dalla cima del monte, attraverso le finestre senza tende, le tegole, le lastre di ardesia, la soffitta; attraverso le felci, i mattoni, il legno, il cemento e l’acciaio mostrava che nelle loro stanze erano rimasti una sola coppia di scodelle per cani, una sola serie di vestiti abbinabili. Un cuscino, uno spazzolino da denti, una chiave, un coltello da cucina – le tracce di una persona sola, o almeno così pareva –una vita sola”.
L’occhio della montagna: il tempo sospeso dell’armonia
I protagonisti del romanzo, gli innamorati Bell e Sigh, scelgono di abbandonare la città e traferirsi in montagna per iniziare una nuova vita.
Inseguono il desiderio di vivere la montagna con la finalità di fondere le sensazioni interiori, relazionandosi, con stupore e tenerezza, di fronte all’autenticità dei paesaggi.
Bell e Sigh ricongiungono soprattutto il calendario dell’equilibrio e della consapevolezza.
“Man mano che l’anno passava, il calendario offriva parole di saggezza che diventavano sempre più strane e apatiche, sempre meno sagge. Una bocca aperta non prende piedi. Cercare di definire se stessi è come cercare di mordersi i denti. Se arrivi a un bivio, prendilo”.
‘L’occhio della montagna’ pone lo sguardo ancora di più sull’importanza delle piccole cose, distingue la consistenza della vita quotidiana.
Rileva i mutamenti dell’universo, associa l’esperienza diretta dei personaggi con il contatto della realtà intima e profonda della resistenza ambientale.
Il risveglio romantico dell’emotività
Sara Baume sottolinea, tra le pagine, l’enfasi delle azioni umane con i movimenti del cielo e della terra: evidenzia l’intimità delle parole e indirizza inoltre la manifestazione dell’infinito verso una visione panteistica.
Identifica l’intensa immensità del tutto attraverso la voce espressiva della natura, la linfa generatrice del fondamento dell’esistenza.
Il romanzo è una commovente dichiarazione di meraviglia nei confronti dell’amore, della natura, accoglie l’itinerario di dileguarsi dalla dimensione materiale per scoprire il vero carattere della materia spirituale.
“Bell e Sigh allora credevano che la città in cui avevano vissuto fosse rimasta esattamente com’era, come la casa ogni volta che se ne andavano. E quindi che le persone che avevano conosciuto fossero state pietrificate dal tempo, concentrate dalla distanza; che il passato fosse quasi certamente un plastico ferroviario”.
La contemplazione dell’anima del mondo
La vitalità della narrazione esplora la coinvolgente frequenza dei sentimenti. Ricompone il legame indispensabile dell’uomo con l’efficacia dell’esperienza educativa, ricuce il distacco dal passato con la partecipazione del presente.
Bell e Sigh testimoniano la rinascita della coscienza, osservano con dedizione tutto ciò che li circonda, confermano la visionaria e seducente esortazione a ritrovare se stessi.
Il libro accompagna il lettore con la lusinga espressiva dell’avventura e custodisce la destinazione intramontabile del cuore tra libertà e necessità.
Rita Bompadre
Biografia
Sara Baume è nata nel Lancashire nel 1984 e cresciuta in Irlanda. Ha studiato belle arti al Dún Laoghaire Institute of Art, Design and Technology prima di conseguire un Master of Philosophy in scrittura creativa al Trinity College di Dublino.
Dopo aver lavorato in una galleria d’arte, ha iniziato a scrivere articoli sull’arte prima di esordire nella narrativa nel 2015 con il romanzo “Fiore, frutto, foglia, fango” che vince il Premio Rooney per la letteratura irlandese, un Irish Book Award e il Geoffrey Faber Memorial Prize.
I suoi racconti e saggi sono usciti sull’IrishTimes, sul Guardian e su Granta, e sono stati premiati con il Davy Byrnes Award, l’Hennessy New Irish Writing Award.
Sara Baume
L’occhio della montagna
Edizioni NN Editore
Collana Stagione 2022
Genere Narrativa
Edizione 2022
Pagine 208