Lo spettacolo proposto in chiusura del Festival delle Migrazioni, in scena per tre serate presso il teatro Ateneo dell’Università La Sapienza di Roma fino allo scorso 5 luglio, è ‘L’ultimo Icaro’, un’opera scritta e diretta da Pietro Floridia. Il lavoro nasce da un’esperienza personale che l’autore ha vissuto tra Bosnia e Croazia e disegna alcuni aspetti del fenomeno dell’immigrazione con un linguaggio drammaturgico contemporaneo ed elaborato e con una serie di tecniche sempre più presenti sulle scene di tutto il mondo
Nella Gran Bretagna dei nostri giorni, le storie di un’immigrato marocchino, di un’artista e di un’antropologa si intrecciano in un contesto che tutt’oggi vede lo straniero come un nemico e che affonda le radici in un passato costruito su eventi drammatici e spesso misteriosi.
‘L’ultimo Icaro’ è un lavoro teatrale di carattere sperimentale che assomiglia molto di più a una performance di arte visiva.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Pietro Floridia e rappresenta un racconto significativo improntato su una circostanza sempre attuale come l’immigrazione, attraverso un numeroso insieme di stimoli sensoriali che si rifanno al concetto di volo.
L’ultimo Icaro: una vista dall’alto
In scena è infatti presente un drone che, attraverso una telecamera applicata alla propria struttura, proietta su uno dei due schermi che fanno da quinte alcune delle azioni che si svolgono su palcoscenico, con un punto di vista volante.
L’opera è connotata da un certo spessore, tuttavia la sua scrittura la rende ermetica in non pochi passaggi e la sovrabbondanza di elementi filmati, di effetti sonori e di voci fuori campo tende a creare un risultato piuttosto pesante.
‘L’ultimo Icaro’ resta comunque una rappresentazione di buona qualità che spinge a mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che non ha nulla di umano e che in troppe fasi storiche sembra peggiorare sempre di più.
Gabriele Amoroso
Foto: Gino Rosa
Teatro Ateneo
5 luglio
L’ultimo Icaro
Drammaturgia e regia Pietro Floridia
con Donatella Allegro, Anna Luigia Autiero e Younes El Bouzari
al drone Francesco Lombardi
Musica Stefano D’Arcangelo
Scenografie Luana Pavani
Videodisegni Sara Pour