‘L’uomo che aveva visto tutto’ di Deborah Levy, candidato al Goldsmiths Prize 2019 e al Man Booker Prize 2020, è uscito in Italia nel gennaio 2022 per NN Editore. L’opera invita i lettori a ricomporre il puzzle che è la vita del protagonista Saul Adler e a riflettere sulla percezione che si ha degli eventi
“Sarebbe una menzogna o la verità? O sarebbero verità e menzogna intrecciate insieme? E se fosse più una menzogna che la verità? E se fosse stata la verità assoluta?”
‘L’uomo che aveva visto tutto’ è un romanzo che fornisce ai lettori delle coordinate spazio–temporali precise in cui collocare il protagonista, Saul Adler, il quale vive a Londra nel 1988 ed è uno studioso di storia dell’Europa orientale.
Adler ha una fidanzata, la fotografa Jennifer Moreau, che poco prima della trasferta per lavoro di lui a Berlino Est interrompe la loro relazione, lo stesso giorno in cui un’auto lo investe su Abbey Road.
Ancora provato dall’incidente, dalla rottura e dalla morte del padre avvenuta poco tempo prima, Saul arriva nella Repubblica Democratica Tedesca e inizia la sua vita con la famiglia ospitante, in particolare insieme al suo interprete Walter Müller, la sorella Luna e un loro amico di nome Rainer.
Nel periodo all’estero, lo storico intreccia dei legami profondi.
La sua bellezza, di cui è molto consapevole e lo rendeva il soggetto prediletto delle foto della ex, attrae i suoi ospiti a Berlino Est.
E Saul, la cui sessualità fluida è sempre stata oggetto di scherno da parte della sua famiglia a Londra, non disdegna le loro attenzioni.
È infatti un uomo tendenzialmente egocentrico, con una buona dose di considerazione per se stesso e per quelli che pensa siano i sentimenti degli altri nei suoi confronti. Quando questi ultimi lo fanno sentire sopraffatto, decide di andarsene e tornare a Londra.
Un viaggio nei ricordi
Dopo il ritorno di Saul nella capitale britannica, altre indicazioni collocano la storia nella Londra del 2016. I lettori e il protagonista tornano così nello stesso luogo, ma anni avanti rispetto all’inizio della vicenda.
Le circostanze sono simili alle precedenti: Saul è investito attraversando Abbey Road. Stavolta, però, i danni sono considerevoli e viene ricoverato in un ospedale di Londra. Al suo capezzale, trova la ex fidanzata Jennifer, il padre non ancora defunto, un medico chiamato Rainer e nuovi nomi appartenenti al passato e al presente del protagonista.
Confuso e costretto in un letto d’ospedale, non resta a Saul che affrontare, o meglio, ricostruire la realtà degli anni trascorsi tra il primo e il secondo incidente.
Ma di che realtà si tratta? È possibile per il protagonista e per chiunque descriverla, con la consapevolezza che per comporla si intrecciano livelli di memoria storica, personale, collettiva? Quanto sono affidabili le narrazioni degli uomini, se le esperienze che vivono vengono riformulate dal loro punto di vista, ed è perciò sempre presente un’ambiguità di fondo?
Infine, cosa succede quando accadono eventi di portata traumatica che, per meccanismo di difesa, vengono filtrati in un determinato modo dall’uomo nel suo continuo lavoro interpretativo tramite cui cerca di capire il mondo? O, perlomeno, il mondo che lo riguarda da vicino?
Una strada, più direzioni
‘L’uomo che aveva visto tutto’ è un romanzo dallo stile essenziale e senza fronzoli: comincia in maniera lineare, in un momento e luogo precisi e con degli avvenimenti ben definiti. Proseguendo la lettura, la scrittura rimane sobria, ma è la storia a diventare intricata, con eventi che si accavallano e nomi che ritornano fino a far perdere l’orientamento, a far rivalutare quanto letto fino a quel momento.
È un viaggio onirico, a cavallo tra ieri e oggi, tra Inghilterra, Germania e America, tra verità dolorosa ed edulcorata. Un testo che spinge a riflettere sulla complessità della vita e, di conseguenza, sulla sua frequente intraducibilità. Sembrerebbe infatti domandare: se si sono avuti dubbi sui possibili significati del libro, come si può non averne sul più ampio senso degli eventi che ci accadono?
La questione rimane aperta, così come il finale della storia.
Eva Maria Vianello
Biografia
Deborah Levy (1959) è tra le maggiori scrittrici inglesi. Nata in Sudafrica, è autrice di romanzi come “A nuoto verso casa” (Garzanti 2014), finalista al Man Booker Prize, e “Come l’acqua che spezza la polvere” (Garzanti 2018).
“L’uomo che aveva visto tutto” è stato selezionato per il Man Booker Prize 2020 ed è entrato nella short list del Goldsmiths Prize 2019. NNE pubblicherà anche il suo prossimo romanzo.
Deborah Levy
L’uomo che aveva visto tutto
Traduzione Gioia Guerzoni
Editore NN Editore
Collana La stagione
Genere Narrativa
Anno 2022
Pagine 240