Cento anni fa nasceva Marcello Mastroianni, un volto che avrebbe segnato per sempre il cinema italiano e internazionale. Con il suo sguardo ironico e un’eleganza che sembrava innata, Mastroianni non si è limitato a recitare: ha incarnato un’epoca, diventando simbolo di una cultura sospesa tra sogno e disincanto. Questo articolo ripercorre la carriera di un attore capace di attraversare generi e ruoli con una naturalezza rara, costruendo un legame intimo e duraturo con il pubblico. Non solo per il fascino e il talento, ma anche per la sua umanità disarmante e per quell’irresistibile sorriso malinconico che, ancora oggi, riesce a parlare di noi stessi
Marcello Mastroianni nasce il 28 settembre 1924 a Fontana Liri, un piccolo comune del Lazio, ma è a Roma che trova la sua dimensione artistica, inizialmente sui palcoscenici del teatro. Il cinema arriva presto, grazie alla sua partecipazione a pellicole come “I miserabili” (1948) e “Domenica d’agosto” (1949), in cui emerge la sua naturalezza davanti alla macchina da presa.
L’attore dunque si avvicina al cinema neorealista, un filone che dava voce all’Italia del dopoguerra. Questi primi ruoli non lo rendono ancora una stella, tuttavia gli permettono di sviluppare quella naturale eleganza e spontaneità che diventeranno il suo marchio di fabbrica.
L’incontro con Federico Fellini: un’icona immortale
L’incontro con Fellini è uno snodo cruciale. Nel 1960, con “La dolce vita”, egli dà vita a un personaggio emblematico: Marcello Rubini, il giornalista mondano che vaga per Roma in cerca di senso, immerso in un mondo fatto di lusso, decadenza e disillusione.
Il film è uno spartiacque non solo per la carriera di Mastroianni, ma per il cinema mondiale, tanto che la locuzione dolce vita entrerà nel linguaggio comune per descrivere il glamour e la superficialità di certi ambienti.
La scena della Fontana di Trevi, con Anita Ekberg, inoltre è ancora oggi uno dei momenti più iconici del cinema, un’immagine che cattura la fusione di seduzione, mistero e malinconia che Mastroianni riesce a esprimere con disarmante naturalezza.
Marcello Mastroianni: la versatilità nella commedia italiana
Gli anni ’60 vedono Mastroianni trasformarsi in un maestro della commedia all’italiana, genere che richiede ironia e una profonda capacità di introspezione per rappresentare personaggi allo stesso tempo ridicoli e commoventi.
In pellicole come “Divorzio all’italiana” (1961) di Pietro Germi, l’attore interpreta un uomo che vuole liberarsi della moglie per sposare la giovane cugina, evidenziando le contraddizioni della società italiana con un’ironia pungente.
L’abilità di Mastroianni nel portare alla luce queste sfumature, anche nelle situazioni più assurde, infatti lo rende perfetto per incarnare l’uomo italiano dell’epoca: affascinante, ma tormentato dai limiti imposti dalla morale e dalla società.
Un altro film esemplare è “Ieri, oggi, domani” (1963). Qui Mastroianni affianca Sophia Loren, con cui condivide un’intesa rara e una lunga collaborazione. I due attori diventano una coppia iconica, capaci di rendere credibile ogni relazione sullo schermo, dalla passione travolgente alla quotidianità più ordinaria.
Gli anni della maturità: oltre i confini dell’Italia
Negli anni ’70, Mastroianni si apre al cinema internazionale, lavorando con registi come Louis Malle e John Boorman.
Mentre per Bernardo Bertolucci, ne “Il conformista” (1970), l’attore dà vita a un soggetto complesso, un uomo oppresso dai sensi di colpa e dal conflitto ideologico, confermando la sua capacità di incarnare un’intera gamma di sfumature emotive.
Proprio in questo periodo, il divo sceglie appunto di incarnare ruoli più cupi e introspettivi, dimostrando una crescente profondità interpretativa.
Il peso delle scelte passate
Tra le performance più acclamate c’è “Una giornata particolare” (1977) di Ettore Scola, che denuncia il fascismo, affronta i pregiudizi quali l’astio verso gli omosessuali e il ruolo delle donne nell’epoca contestualizzata.
Ambientato nella capitale, durante una parata per l’ascesa di Hitler, il lungometraggio racconta la giornata in cui un uomo gay (Mastroianni) e una casalinga (Loren) si incontrano, e si aprono l’uno all’altra.
L’interpretazione varrà a Mastroianni una nomination all’Oscar e resterà una delle sue prove attoriali più intense, capace di esplorare temi come la solitudine e la tolleranza in un contesto storico opprimente.
Negli ultimi decenni della sua carriera, Mastroianni continua a scegliere ruoli significativi, collaborando con registi come Theo Angelopoulos e Marco Bellocchio.
In “Oci ciornie” (1987) diretto da Nikita Sergeevič Michalkov, ispirato ai racconti di Čechov, interpreta un uomo sedotto dalla nostalgia e dal rimpianto, in un’altra performance sfumata e ricca di umanità che gli fa guadagnare il premio come miglior attore a Cannes.
Ancora una volta, quindi, Mastroianni incarna una figura che porta sulle spalle il peso delle scelte passate, un tema che accompagna tutta la sua carriera.
Marcello Mastroianni: dietro le quinte, l’uomo oltre l’attore
Ciò che quindi rende Mastroianni amato è anche il suo carattere al di fuori del set.
Con la sua ironia gentile e la sua modestia, ha sempre rifiutato l’etichetta di divo, preferendo presentarsi come un uomo semplice, a cui piaceva godere delle cose piccole, come una chiacchierata o un buon bicchiere di vino.
Si racconta, infatti, che amasse scherzare sul suo status di sex symbol, dichiarando di essere diventato un “latin lover per caso”, perché in fondo si considerava un uomo normalissimo, quasi timido, lontano dai cliché della fama.
Il segno lasciato nella cultura cinematografica
A un secolo dalla sua nascita, Marcello Mastroianni rimane una figura imprescindibile del cinema. Ha saputo rappresentare l’uomo comune, l’intellettuale inquieto e l’innamorato con la stessa naturalezza, rompendo stereotipi e rivelando un’Italia affascinante e fragile.
Le sue opere, lontane dall’essere solo documenti del passato, continuano a parlare al pubblico di oggi, testimoniando una carriera costruita su scelte ponderate, una passione autentica e un amore per la complessità dell’animo umano.
In conclusione, Marcello Mastroianni non è stato solo un grande attore; al contempo anche uno specchio della sua epoca e un interprete ineguagliabile dell’essere umano in tutte le sue sfaccettature.
Andrea Di Sciullo
Foto dal web