Origini di un führer
In scena al teatro De’ Servi di Roma dal 4 al 6 novembre, Mein Kampf Kabarett racconta un aspetto mai approfondito della vita di Adolf Hitler con una drammaturgia estremamente elaborata e una messa in scena che trova il suo valore aggiunto nel cast
A Vienna, nel 1921, un giovanissimo Adolf Hitler porta avanti le sue velleità da artista e, deciso a diventare un allievo dell’Accademia di Belle Arti della capitale austriaca, soggiornerà in città condividendo un appartamento con due uomini ebrei. Sebbene tra il futuro führer e i due coinquilini nasca una strana forma di amicizia, il poco più che ventenne Adolf mostra già le sue pericolose manie di onnipotenza.
Il singolare testo di George Tabori può contare su un contenuto ricco di sostanza narrativa e su alcuni membri del cast dotati di eccezionale bravura: la storia del giovane Hitler amante dell’arte è un capitolo poco conosciuto della biografia del dittatore che, drammatizzato come in questo caso, ne chiarisce parte della psicologia.
In ‘Mein Kampf Kabarett’ questo aspetto è reso ancora più affascinante dalla potente interpretazione di Giovanni Arezzo che non soltanto è dotato di un’ottima presenza scenica ma anche di un robustissima capacità di dare vita al personaggio. Anche il bravissimo Luca Fiorino, interprete dell’ebreo Schlomo, esegue una prestazione notevole e sfiancante portandola a termine con un’enorme e bellissima carica interpretativa. Il resto del cast, Francesco Bernava, Egle Doria e Alice Sgroi, accompagna i due attori con altrettanto talento.
Tuttavia lo spettacolo soffre qualche passaggio poco scorrevole a causa di una lunghezza oltremodo dilatata e una poca omogeneità di azioni, frutto sia del testo pieno di sottotrame e soprattutto della regia di Nicola Alberto Orofino che in diverse occasioni sembra perdere il fuoco ed eccede con gli accompagnamenti musicali.
A fronte di una prima parte dalla perfetta organizzazione drammaturgica, la seconda cambia completante registro: ogni scena diventa estremamente lunga, il copione si fa verboso e la rappresentazione globale cade in un caos disordinato eppure, nonostante tutti questi elementi di disturbo, gli attori continuano a mantenere con estrema abilità l’identità dei propri ruoli mostrando una bravura sorprendente.
‘Mein Kampf Kabarett’ è un ottimo spettacolo che probabilmente necessita di qualche minimo ritocco per arrivare alla perfezione e, al di là dei pochi aspetti che ancora hanno margine di miglioramento, la rappresentazione gode di un sapiente lavoro di base che ha coniugato armonicamente il comparto tecnico e quello artistico.
Gabriele Amoroso
foto Gianluigi Primaverile
Teatro De’ Servi
dal 4 al 6 novembre
Mein Kampf Kabarett
di George Tabori
regia Nicola Alberto Orofino
con Giovanni Arezzo, Francesco Bernava, Egle Doria, Luca Fiorino, Alice Sgroi
scene e costumi Cristina Ipsaro Passione
assistente Gabriella Caltabiano
organizzazione Filippo Trepepi
produzione Mezzaria Teatro