Pubblicato nel 2022, ‘Milky Way’ di Sara Jane Ceccarelli esprime la sua passione per il jazz tra cover, throwback e messaggi, più o meno efficaci, di universale leggibilità
Premiata a più di un festival del jazz, elevata e resa nota attraverso il meccanismo dei live, Sara Jane Ceccarelli porta alla vita la sua passione artistica – come cantastorie, come esecutrice, come jazzista nel midollo – con il suo secondo album, ‘Milky Way’.
Una visione sfrenata e libera, che etichettare semplicemente come jazz sarebbe un disservizio.
Dieci tracce diverse tra di loro, accomunate da un desiderio di pace, liberazione e legame con il prossimo, in cui la passione per la musica e la musicalità, sostenuta da una splendida sinergia con i suoi collaboratori, sollevano la qualità di fondo del prodotto.
Milky Way: un lavoro di passione
‘Milky Way’ è un lavoro tecnicamente impeccabile, che galleggia a contatto con un jazz contaminato, ma mai del tutto ibrido. A volte folk, a volte indie, a volte essenzialmente e fieramente pop – “Im Perfect”, nella sua semplicità di ballad, ha più di tutti il sentore di una hit – con al centro, come elemento di collegamento, un’esecutrice capace e sentita.
Vocalmente, Ceccarelli si giostra senza fatica con più di un registro, tra i quali il timbro rauco sfoggiato in “I Forgot Love” spicca senza dubbio per eleganza e padronanza. Meno marcate, ai limiti del frivolo, le note acute: impressionante, invece, il vibrato messo in mostra in “The Silent Choir (Children’s Song No. 3)”, cover del classico di Chick Corea con quella che è, senza dubbio, la miglior orchestrazione del disco.
Per una buona causa
“Say Africa”, pur presentando dei guizzi di un buon concetto di perseveranza tramite il rapporto con gli altri, si perde in una serie di frasi fatte stile new age sulla felicità e l’abbandono del dolore e conclude il tutto con un richiamo all’Africa – alla monolitica, sognante Africa senza spigoli che si vede solo in televisione – che, oltre a risultare fuori tempo rispetto all’evoluzione delle rappresentazioni del continente nel frattempo, diluisce anche il messaggio, la colonna portante di tutto il meglio del disco. Almeno l’assolo di flauto finale è piacevole, ed è stata scritta per una buona causa. Rimane, tuttavia, un elemento stonato nel quadro di ‘Milky Way’. Una stella spenta, si può dire.
Perché i momenti più accorati dell’opera, quelli più sentiti e realisticamente dolorosi, splendono di una raccoglimento intimista in cui la musica si fa una lente d’ingrandimento su un tipo di insicurezza, di bisogno di conforto e ricerca di legami e autenticità che è di Ceccarelli come di tutti quanti.
“The Silent Choir (Children’s Song No. 3)” ha dalla sua il vantaggio dell’essere una cover di un classico, ma anche nelle cover ben fatte c’è merito, e il lavoro di Ceccarelli e del suo compositore Edoardo Petretti nel restituirne una nuova forma, sontuosa ed emotiva assieme, è palpabile.
La musica come autoespressione
“The Lady’s Already Drunk”, pur soffocata verso la fine dall’eccessiva rigidità del sound – ottimo però il bridge, la miglior prova vocale di ‘Milky Way’, un flusso di coscienza alla Joyce in forma musicale – porta alla luce un concetto simpatico e sempre attuale, che la colloca come throwback senza basarsi sul riciclaggio.
E rappresenta, nella sua concezione, un’espansione del concept di base su cui si fonda l’album. La ricerca di autenticità, di autoespressione, di sentimenti genuini che realizzino per davvero (“I forgot love/It just fell from my open hand […] Can someone bring it back” è letteralmente l’apertura del disco, e un’altra delle sue punte di diamante) è il filo rosso che riunisce buona parte di ‘Milky Way’.
Corona le sue tracce migliori, e carezza anche quelle meno incisive – anche se, per tentativi come “I’m Being Zagazagaze”, non si può negare la creatività.
Impeccabile, infine, la chiusura in italiano di “La Tua Canzone”. Una ballad agrodolce che ricorda la prima Elisa, essenziale ed essenzialmente brillante, una processione d’amore alla musica e all’amare la stessa.
“La tua canzone, ma che soddisfazione” – Ceccarelli canta a bassa voce, ma la soddisfazione si sente davvero. La musica come autoespressione è stata presente per tutta la durata dell’album, ma è qui che si conferma davvero come un credo.
Maria Flaminia Zacchilli
Sara Jane Ceccarelli
Milky Way
1. I Forgot Love
2. Say Africa
3. There Was An Innocent Dog
4. The Silent Choir (Children’s Song No. 3)
5. I’m Being Zagazagaze
6. Del tempo che passa la felicità
7. Milky Way
8. Im-Perfect
9. The Lady’s Already Drunk
10. La Tua Canzone
Sara Jane Ceccarelli voce
Lorenzo De Angelis chitarra acustica / cori
Paolo Ceccarelli chitarra elettrica / mandolino
Matteo Dragoni batteria / drum machine
Giacomo Nardelli basso elettrico
Edoardo Petretti pianoforte / tastiere / percussioni / fisarmonica / cori ospiti
Francesco Fratini tromba
Angelo Maria Santisi violoncello
Alessio Bernardi flauto traverso
Tutti i brani sono prodotti e arrangiati da Edoardo Petretti
Registrato nel settembre e ottobre 2020 a Roma da Gianluca Siscaro @ Village Recording Studio
Mixing Ascanio Cusella
Mastering Massimiliano Cervini @ studi dell’Auditorium Parco della Musica a Roma
Supervisione della registazione, mix e masterizzazione Roberto Catucci
Foto di Copertina del CD Flavio Iannello
Distribuzione Egea Music
Ufficio stampa Big Time Fabio Tiriemmi, Claudia Felici, Gertrude Cestiè
Booking and management Musicastrada Booking & Management Davide Mancini