Tante parole, poca paura
In scena al teatro sala Umberto di Roma dal 19 novembre al primo dicembre, ‘Misery’, lo spettacolo tratto dal celeberrimo romanzo omonimo di Stephen King, tenta l’esperimento di ricreare sul palcoscenico la tensione e l’inquietudine tipiche degli scritti del grande romanziere americano
Paul Sheldon è un acclamato scrittore statunitense che, in seguito a un terribile incidente automobilistico, viene salvato dall’infermiera Annie; risvegliatosi semicosciente e con le gambe fratturate nella casa dell’ambigua donna, Sheldon si rende conto in breve tempo di esser diventato il prigioniero di una persona non soltanto folle ma di una avida lettrice e ammiratrice dei suoi romanzi.
C’è qualcosa che non funziona in questa versione teatrale di ‘Misery’, il famosissimo racconto di Stephen King già portato con successo sul grande schermo nel 1990: lo spettacolo diretto da Filippo Dini e interpretato dallo stesso insieme ad Arianna Scommegna e Carlo Orlando è un infinito dialogo dal quale non arriva mai in superficie quell’inquietudine che dovrebbe identificare l’intera opera.
Inoltre la natura insana del personaggio di Annie viene svelata immediatamente, privando lo spettatore di uno dei colpi di scena più significativi di tutta la narrazione. A questo si aggiunge un finale esageratamente sbrigativo che elimina completamente il necessario climax tipico di ogni thriller.
La messinscena è però connotata da una bellissima scenografia triangolare che gira su se stessa e questo permette a Dini di creare dei momenti registici di notevole effetto che danno una necessaria scossa a tutta l’azione.
È doveroso sottolineare come lo spirito del testo si presti benissimo a uno spazio chiuso, come quello di un palcoscenico, all’interno del quale viene esaltata ancora meglio la condizione claustrofobica del protagonista e la sua impossibilità di fuga: da un punto di vista meramente tecnico, grazie anche a luci e musiche azzeccatissime, la rappresentazione è senza dubbio indovinata.
Tuttavia lo spettacolo è suo malgrado caratterizzato da questa totale assenza di tensione che non permette al pubblico di vivere quell’atmosfera da pelle d’oca tipica della storia e, oltretutto, le interpretazioni talvolta sopra le righe dei due interpreti creano dei frangenti di comicità involontaria che snaturano ancora di più l’identità dell’intero copione.
Filippo Dini fa una figura di gran lunga migliore della sua compagna di scena: l’attore esegue un ottimo lavoro sebbene costretto a recitare pressoché immobile per quasi due ore, mentre Arianna Scommegna, indubbiamente a sua volta bravissima, dà vita a una Annie che manca di quella lucida follia, concepita in origine da King, per diventare una fastidiosa e stereotipata donna pazza.
Gabriele Amoroso
Teatro Sala Umberto
dal 19 novembre all’1 dicembre
Misery
di William Goldman dal romanzo omonimo di Stephen King
regia Filippo Dini
con Filippo Dini, Arianna Scommegna e Carlo Orlando
traduzione Francesco Bianchi
scene e costumi Laura Benzi
musiche Arturo Annecchino
assistente alla regia Carlo Orlando
produzione di Fondazione Teatro Due, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale