‘Mora‘, il disco di debutto di Miriam Fornari, dona all’Italia la sua necessaria diva art pop, in un disco che solleva le sue radici jazz verso un picco di qualità e intersezionalità irraggiungibile
Sfondo minimalista, volto assorto e riflessivo, abiti lucidi che paiono sciogliersi attorno al suo corpo. Chiunque abbia ascoltato un disco pop alternativo di recente ha riconosciuto immediatamente l’estetica scelta da Miriam Fornari per mettere in mostra il suo album di debutto, intitolato ‘Mora‘.
È l’estetica di Mitski, Caroline Polachek e Conan Grey, e della loro musa ispiratrice Kate Bush – in breve, l’avvenenza-tipo del dream pop e art pop che tanto si è fatto amare di recente negli spazi di appassionati anche oltreoceano. Scelta chiaramente consapevole, e più indicativa del sound scelto da Fornari per il disco di qualunque decisione più diretta presa a livello sonico.
Nel suo nucleo, ‘Mora‘ si presenta come un disco da parte di un’artista jazz, ma quella prima ispirazione non è che il germoglio di qualcosa di ben più grande, coinvolgente e, dettaglio fondamentale, accessibile. Non abbiamo a che fare, certo, col prossimo tormentone estivo da passare in radio tutte le sere; si avrebbe però una visione della musica popolare ben triste se ci si fermasse qua, e Miriam Fornari non l’ha fatto.
Mora: come funziona bene il Dream Pop
Si parla ad esempio del potente crescendo di “In a wild sanctuary”, che si conclude con una batteria forte e d’impatto, o la delicatezza del pianoforte di “Into my mind and everywhere”, che precede un crescendo strumentale vivido e potente.
Anche la voce di Fornari, profonda e melodiosa, si infila nella tradizione pittoresca tracciata dalle sue emule. Un tono rauco e colorito, stile Bat For Lashes o Fiona Apple, che contrasta magnificamente con i toni più acuti della strumentazione. Notevole il fatto che è fluida in inglese come in italiano – vedasi “Cielo”, l’ottima conclusione – che aiuta a dare personalità a un lavoro altrimenti molto internazionale.
Trovare un punto di congiunzione tra jazz e dream pop è un’idea semplice, di grande effetto e molto bene eseguita. Si percepisce soprattutto la giovinezza della sua esecutrice, che può rivolgere al jazz – un genere molto spesso rinchiuso su un piedistallo di tradizione – una visione innovativa, fieramente e piacevolmente pop.
Similitudini tra immagini e musica
Molti spettatori, anche casuali, avranno in mente la scena in “La La Land” di Damien Chazelle dove John Legend, nei panni di un jazzista fusion la cui visione miscellanea dei generi è discussa dal Sebastian di Ryan Gosling.
La tesi di Keith è che il jazz deve evolvere, deve lasciarsi contaminare, e chi, come Sebastian, intende tenerlo in vita e proteggerlo deve accettarne la fluidità.
È attraverso questo esatto credo che sembra esistere ‘Mora’, che porta rispetto alle sue radici e mette in mostra la buona formazione accademica della sua esecutrice, ma allo stesso tempo decide di stare al passo coi tempi e mettere in mostra le vere, particolari passioni della sua esecutrice.
‘Mora’ è un album di cui la scena italiana aveva bisogno. Un disco che non solo svecchia il suo genere di partenza, ma porta nello spazio nostrano qualcosa che non vi è ancora radicato, che tuttavia vi si sposa splendidamente.
Come Valentina Polinori con “Le Ombre“, ‘Mora’ di Miriam Fornari manda un messaggio interessante: la giovane generazione ascolta buona musica, e sa farla.
Maria Flaminia Zacchilli
Foto: Agnes Zingaretti
Mora
Miriam Fornari
1. Corale
2. Moon in a dream
3. In a wild sanctuary
4. Off
5. Defeat
6. Into my mind and everywhere
7. Drawing
8. Samsara
9. Cielo
Musiche e testi Miriam Fornari
Musica per ‘In a Wild Sanctuary‘ Ruggero Fornari
Ruggero Fornari voce, pianoforte, sintetizzatori
Ruggero Fornari chitarra
Joe Rehmer basso elettrico, contrabbasso
Evita Polidoro batteria, drum machine
Gemma Gresele arpa
Giulia Capacci e Lucia Sangretti violino
Daniele di Padova viola
Katie Bruni violoncello
Registrato presso l’Entropya Studio di Perugia
Prodotto da Miriam Fornari, Ruggero Fornari e Stefano Bechini
Distribuzione Onyx Dischi