Il 2 febbraio scorso, in occasione della Candelora, la Chiesa di Santa Gemma Galgani a Montesacro a Roma si è trasformata in un portale inter-dimensionale. ‘Nascita – Sacra rappresentazione della natività del Cristo Gesù’ è stata un’evocazione del Natale che ha dato vita a un’esibizione profonda, che ha scombussolato le corde dell’anima dei presenti
Il 2 febbraio, come da tradizione, si celebra la Candelora. La giornata cade quaranta giorni dopo il Natale e commemora la presentazione di Gesù al Tempio. Le candele, inoltre, ne sono il simbolo: Gesù “come luce illumina le genti“.
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All’interno della Chiesa di Santa Gemma Galgani a Montesacro a Roma si è onorata questa ricorrenza con ‘Nascita – Sacra rappresentazione della natività del Cristo Gesù’. Ci si è così dimenticati/e delle luminarie, dei panettoni rimpinzati di canditi e della radio che solitamente vomita Mariah Carey a ripetizione.
Si è invece parlato di un Natale che non ci ha accarezzato con la retorica del volemose bene, ma ci ha strappato dal torpore e scaraventato nell’ignoto, risvegliando in noi una spiritualità insita e nascosta.
Sul palco, o meglio, nel ventre pulsante della realtà, c’erano Angelo Filippo Jannoni Sebastianini, Giovanna Moscetti e una congrega di anime infuocate: Stefano Braidotti, Isabella Foschini, Carmela Rossi, Veronica Garroni, Yulija e Dilara Lozito, e Cristiano Cecchetti.
Né attori ne tantomeno sacerdoti, invasati o medium di un rito antico che sfonda tuttora la barriera del tempo. Perché questa non è stata una recita, bensì un richiamo, una dannata evocazione.
Il testo? Ci si immaginava che arrivasse da qualche romanziere colto e tormentato, invece no. Gli “Oberuferer Christgeburt Spiele”, mistici e carnali, affondano le radici nel fango e nel cielo dell’Europa contadina. Karl Julius Schroer li ha tirati fuori dalla polvere, Steiner li ha spolverati e ora te li sei ritrovati davanti, pulsanti, vivi, brutali.
Nascita: uno scontro tra luce e tenebre
Si scordano quindi i presepi in gesso: qui la Natività o meglio la ‘Nascita’ è stata una detonazione, i Pastori, invece, non sono arrivati su cartoline patinate, ma con l’odore del viaggio addosso.
E la musica? Non ci sono stati Jingle Bells, piuttosto solo il suono della terra che vibrava, dell’anima dei soggetti rappresentati che si spaccava e si ricomponeva.
I personaggi si sono mossi con una fisicità che ha azzerato le distanze tra il palco e la realtà, la mente e lo stomaco. I presenti si sono afferrati alle panche della Chiesa, per il timore di essere risucchiati nel vortice delle emozioni.
Steiner lo aveva capito: il Natale non è solo un appuntamento sul calendario. È un campo di battaglia cosmico, uno scontro tra luce e tenebra, un’esplosione che ci ha sbriciolato e ricostruito da capo.
‘Nascita – Sacra rappresentazione della natività del Cristo Gesù’ non si è limitata a raccontarlo: ha incarnato questo immaginario. Lo ha rigurgitato con la violenza di una rivelazione addosso al pubblico, che ha lasciato la Chiesa con un senso di calore nel petto, uno stato d’animo colmo di ri-vissuto ascetismo.
Ci si sveglierà la notte, con il ronzio di questa esperienza ancora in testa, cercando di capire se si è più vicini al cielo o se si è solo perso un pezzo di se stessi.
Filippo Novalis
Nascita
Sacra rappresentazione della natività del Cristo Gesù
Chiesa di Santa Gemma Galgani | Roma
2 febbraio
con Angelo Filippo Jannoni Sebastianini, Giovanna Moscetti, Stefano Braidotti, Isabella Foschini, Carmela Rossi, Veronica Garroni, Yulija e Dilara Lozito, e Cristiano Cecchetti