‘Nel nome di Giuda’ di Giorgio Guzzi, tra i finalisti di IoScrittore 2020, è un romanzo che esplora la psiche di un killer di professione, segnato da un nome che lo rende predestinato al tradimento: Giuda. Attraverso flashback e misteriose pagine epistolari, il libro cattura con uno stile asciutto e intenso, culminando in un finale sconcertante
“Ho conosciuto uno che diceva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per suo figlio. E quello non era ancora nato! Un pazzo, non ti pare? Come puoi pensare di amare una persona semplicemente perché l’hai fatta tu? Ci può essere egoismo più grande?”
Le cento pagine di ‘Nel nome di Giuda’ di Giorgio Guzzi costituiscono un viaggio oscuro nella psiche di un uomo segnato da un nome fatale, il cui percorso di vita, costellato da traumi e abbandoni, ha plasmato un individuo tormentato, che vive ai margini della moralità e sembra incapace di affrancarsi da un destino crudele.
Il protagonista porta infatti sulle spalle il peso di un nome che richiama il tradimento più noto della storia: Giuda. Così lo ha chiamato una madre anaffettiva, che non lo ha mai desiderato e che lo ha appunto lasciato alle cure del nonno fin dalla prima infanzia.
Nell’amorevole nonno Giulio, Giuda trova l’unico punto di riferimento affettuoso. Tuttavia, questo legame non basta a colmare il vuoto profondo che si porta dentro, un abisso che cresce in parallelo con la consapevolezza di portare un nome maledetto.
Il protagonista vive costantemente in bilico tra il desiderio di sfuggire alla sua identità e la necessità di abbracciarla fino in fondo, trasformando quella condanna nominale in una realtà tangibile.
Così, in seguito alla morte del nonno e dopo un primo tentativo di ritrovare se stesso, il giovane diventa un killer di professione: un uomo che si nutre di violenza, incapace di instaurare legami benevoli duraturi e fedele solo alla scia di sangue che lascia dietro di sé.
“Aveva sentito dire, non ricordava dove, che le donne sono in grado di dimenticare subito il dolore provato durante il parto in modo da evitare di associarlo al figlio e quindi odiarlo per il resto della vita. La cosa, constatò la donna, tardava però a manifestarsi: il bambino era lì da ore ma lei continuava a disprezzarlo.”
Le incursioni nel passato del protagonista
Alla narrazione in tempo reale della vita di Giuda, Guzzi alterna episodi del suo passato attraverso l’uso di flashback. In questo modo, il lettore è in grado di immergersi più a fondo nella mente del protagonista, comprendendo le ferite che ne hanno forgiato la personalità e il suo progressivo scivolamento verso una vita dominata dal male.
Inoltre, alcune pagine del libro sono strutturate in forma epistolare, come se Giuda stesse scrivendo delle cartoline a qualcuno. Questo espediente aggiunge un livello ulteriore di mistero e profondità, poiché il destinatario di queste cartoline non viene rivelato fino alla fine del libro.
Le cartoline rappresentano frammenti di pensieri intimi, momenti di riflessione o confessione, che sembrano in contraddizione con la freddezza e la spietatezza del soggetto principale.
Lo stile di scrittura, coerentemente con gli scambi che il protagonista intesse con le persone che lo circondano, è asciutto e privo di orpelli. Ogni parola è calibrata con precisione, come se ogni frase fosse una lama affilata, pronta a incidere nella mente del lettore.
“Da quel giorno, ogni giorno trascorso con una donna fu così: teso al tradimento. Difficile dire se questo rese Giuda più felice, anche perché la ricerca della felicità non era certo cosa che lo riguardasse. Più probabilmente cercava solo pace e, in quel fare e in quel lasciare, gli pareva di trovarla.”
Giuda, vittima e carnefice
La figura di Giuda è affascinante perché complessa: non è un mero esecutore di crimini, ma un uomo profondamente segnato da una vita di solitudine e abbandono, incapace di amare ma irresistibile per le donne, che vede come strumenti transitori di piacere e distrazione.
La sua incapacità di affezionarsi e di trovare pace interiore lo porta a commettere una serie di omicidi, seguendo una logica metodica e spietata. Tuttavia, Guzzi non dipinge Giuda come un mostro senza scrupoli: ci sono momenti in cui la sua umanità emerge, in cui sembra vacillare di fronte all’orrore dei propri atti, mostrando una fragilità che lo rende un personaggio tridimensionale, sfaccettato.
Prevedibilmente, però, il tema del tradimento è centrale in tutto il romanzo. Il protagonista, comunque, non tradisce solo gli altri, le donne che illude e le persone che uccide, ma soprattutto tradisce se stesso, le sue possibilità di redimersi, di cambiare vita.
La sua esistenza si avvita in un ciclo autodistruttivo, dove ogni delitto è un tassello in più che lo allontana da una possibile redenzione.
“Era una sistemazione perfetta per Giuda: squallida e deprimente. […] Vivere in quella stanza scarna di ogni cosa, era il modo più appropriato per predisporre l’animo all’incontro doloroso e devastante col suo passato. Quella notte dormì sonni tranquilli.”
Nel nome di Giuda: tema complesso, scrittura essenziale
Il finale del romanzo è sconcertante, costruito con maestria per colpire il lettore. Giorgio Guzzi gioca con le aspettative del pubblico e, se alcuni potrebbero essere in grado di prevedere almeno in parte la conclusione, altri si imbatteranno in un vero e proprio colpo di scena.
In ogni caso, si tratta di una trovata narrativa efficace, che chiude il cerchio del percorso di Giuda, lasciando il lettore con una riflessione profonda sul concetto di colpa e di redenzione.
‘Nel nome di Giuda‘ è un romanzo che sa catturare l’attenzione sin dalle prime battute e che accompagna il lettore in un viaggio oscuro ma avvincente. Giorgio Guzzi, con la sua scrittura asciutta e incisiva, dà vita a un testo che può ricordare per stile e tematica “Diario di un killer sentimentale” di Luis Sepúlveda, e che colpisce per la sua profondità psicologica e la capacità di raccontare la complessità dell’animo umano.
Eva Maria Vianello
Biografia
Giorgio Guzzi, suo malgrado, ha 62 anni e non è uno scrittore ma un descrittore. Raccontare storie è la sua passione e ha scelto di farlo in forma di romanzo, perché è il territorio dell’incompiutezza nel quale anche lui vive da sempre.
Questa è la sua opera prima, ma ha nel cassetto altri sei romanzi che, causa atavica pigrizia, probabilmente lì resteranno.
Nel nome di Giuda
Giorgio Guzzi
Edizioni IoScrittore
Collana
Genere Narrativa
Anno 2020
Pagine 112