Neve di carta
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Separati per sempre
La stagione 2019/2020 del teatro Argot Studio di Roma, dal 26 al 29 settembre, si apre con uno spettacolo sorprendente: “Neve di carta”, scritto da Letizia Russo rielaborando il libro “Ammalò di testa – storie dal manicomio di Teramo” di Annacarla Valeriano, tiene in pugno gli spettatori con un doppio monologo carico di dolore e rimpianto e due interpretazioni eccellenti
Bernardino e Gemma sono due contadini abruzzesi agli inizi del ‘900: si amano, si sposano, si separano. La madre di Bernardino non tollera che la giovane Gemma sia estroversa e ribelle ma ancora di più non può accettare che la ragazza sia sterile. Bernardino viene così persuaso a chiudere la moglie in manicomio dove questa resterà per sempre, impazzendo davvero e non avendo mai la possibilità di leggere le lettere che Bernardino stesso, pentito della sua scelta, inizia a scriverle.
“Neve di carta” è uno spettacolo fatto di emozioni estremamente verosimili e violente: tralasciando la cornice prettamente teatrale, il lavoro fa luce su una circostanza storica ignorata e piena di controversie all’interno della quale tantissime donne si videro private della libertà e della dignità.
I monologhi che compongono il copione mettono in luce con una splendida potenza verbale le similitudini e le diversità che caratterizzano i due protagonisti, tuttavia la scrittura di questi stessi monologhi tende a essere in alcuni passaggi estremamente carica e probabilmente prolissa; in particolar modo le parole del personaggio di Bernardino hanno una cifra che troppo spesso cade nell’artefatto. Lo stesso non si può dire delle battute di Gemma: nella lucida follia del personaggio, ogni frase riesce a essere abbracciata con molta più facilità dall’ascolto.
L’opera è di ampissimo respiro e pone di fronte a una storia che ormai non ha soluzione ma soltanto una triste rassegnazione e che rievoca un passato neppure troppo lontano, permettendo a chi ascolta di riflettere sull’interazione fra esseri umani quando questi si trovano a essere liberi da ogni convenzione.
Il punto di forza del lavoro è l’interpretazione di Andrea Lolli ed Elisa Di Eusanio: nonostante i monologhi di Lolli siano, come già detto, pervasi da un ermetismo che rende l’accoglienza da parte degli spettatori più faticosa, l’interprete porta in scena un personaggio ricco di sfaccettature e sentimento con una bravura strabiliante; ancora più significativa è la prova della fantastica Di Eusanio: la giovane attrice rappresenta Gemma con una carica eccezionale sia fisica, sia psicologica, in grado di tracciare i contorni della sfortunata giovane sposa con un insieme di delicatezza e forza incredibile.
La regia della stessa Di Eusanio, insieme a Daniele Muratore, sceglie di esaltare la solida prova dei due attori giocando sulla sottrazione della costruzione scenica; questa decisione però fa sì che il dinamismo dell’azione inciampi a volte in soluzioni che lasciano perplessi e che non privilegiano il punto di vista della platea, adattandosi molto male alla struttura del teatro Argot Studio.
“Ammalò di testa – storie dal manicomio di Teramo”, il testo di Annacarla Valeriano dal quale Letizia Russo ha elaborato il copione di “Neve di carta” ha, forse inconsapevolmente, permesso che una storia così commovente potesse diventare un magnifico spettacolo teatrale che, in questa veste per le scene, ha toccato con ancora più potenza il cuore del pubblico.
Gabriele Amoroso
foto Manuela Giusto
Teatro Argot Studio
dal 26 al 29 settembre
Neve di carta
liberamente ispirato al libro di Annacarla Valeriano “Ammalò di testa – storie dal manicomio di Teramo”
di Letizia Russo
regia Elisa Di Eusanio e Daniele Muratore
con Elisa Di Eusanio e Andrea Lolli
luci Camilla Piccioni
musiche Stefano de Angelis
scene Azzurra Angeletti
costumi Angela Di Eusanio
auto regia Valentina Fois
assistente scenografa Arianna Sarcone
produzione Florian Metateatro