L’esperienza di ‘One woman show’, immersiva e coinvolgente, ci rende partecipi di un mondo che siamo sempre intenti ad osservare. Dal piccolo al grande lo stesso volto di una donna viene riproposto più volte attraverso diverse tecniche pittoriche. Un lavoro di scomposizione dell’immagine che induce al processo evolutivo-involutivo dell’essere umano nella contemporaneità
Enzo Casale, pittore ormai presente nel panorama artistico italiano da molti anni, continua il suo percorso ma questa volta con un solo volto, sua caratteristica indistinguibile.
Dallo stile materico, il viso di una donna viene così scomposto sotto vari aspetti: partendo dalle miniature si passa a dimensioni più grandi, per ritornare al piccolo. Lo stesso quadro è quindi presentato più volte fino a giungere a un processo di sottrazione, spogliato di tutto e ridotto a un puntino.
La tecnica dell’olio, di cui l’artista di avvale, viene utilizzata con cognizione, riuscendo a catturare l’attenzione del visitatore – emozionandolo – sull’aspetto prettamente luce-ombra, quasi un omaggio a Caravaggio così potente e impattivo.
Due quadri infatti ne evidenziano l’intento: uno su sfondo nero sul trasparente chiffon (che avremmo preferito ammirare su un cavalletto ben illuminato sul retro, per dare importanza alla limpidezza voluta) fa da contro altare al lucente su tela bianca.
One woman show: espressione artistica unica
L’utilizzo di stoffe inoltre fa si che Casale sperimenti e crei una diversificazione dalle sue precedenti opere, delineandone una maturazione convincente, seppure sempre dall’espressione malinconica.
Gli inserti di minuti pezzi di stoffa sul quadro, appunto, donano un effetto guazzo ma totalmente rivisitato attraverso una morbida trasfigurazione del volto; la tela è suddivisa su due piani verticali composti di luce e ombra, dando all’opera un movimento sinuoso ed evanescente.
Non solo: piccole strisce di chiffon invece frazionano lo spazio a disposizione in senso perpendicolare, rendendo il volto della donna voluminoso e denso di chiari-scuri, mentre lo stesso viso viene anche proposto in chiave picassiana. Un excursus davvero peculiare.
Plastica, carta bullonata, collage, scritte, macchie di colore e tecniche varie, al contrario, riempiono due pareti di fogli A4, in cui lo studio fantastico ed evocativo, immersivo e personale, sulla pupilla riesce a immergerci dentro i diversi sguardi rivolti al circostante in modo totalmente insolito.
La mostra personale di Enzo Casale, nata in seguito a un progetto artistico di tre anni (dal 2016 al 2019), curata di Alberto Dambruoso, si identifica nel panorama pittorico italiano come un richiamo all’importanza del ruolo della donna nella società ma piuttosto sembra coincidere anche con il processo di evoluzione–involuzione collettivo di cui soffriamo attualmente.
Annalisa Civitelli
Mostra personale di Enzo Casale
One woman show
Un viaggio intorno ai processi ideativi e percettivi dell’opera d’arte
a cura di Alberto Dambruoso
dal 22 maggio al 21 giugno
Sala da Feltre
Via Benedetto Musolino 7 – Roma