A partire dal 29 novembre fino all’8 ottobre, al Teatro Vascello di Roma, andrà in scena lo spettacolo ‘Pagliacci all’uscita: da Leoncavallo a Pirandello’, diretto e interpretato da Roberto Latini. Un’inedita combinazione tra il verismo di “Pagliacci” e le meditazioni metafisiche di “All’uscita”, che mette in mostra il meglio di tutte e due le opere
“Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo è uno dei capisaldi del movimento verista. Una cruda storia di vendetta e tradimento in cui la linea sfocata tra finzione e realtà, tra maschera e attore, serve unicamente come contrappunto amaro all’orrore sulla scena. “All’uscita” di Luigi Pirandello incarna, in linea con il suo pensiero, una lettura scettica e multiforme della realtà. Una meditazione non solo sulla morte, la vita e il legame eterno che le unisce, ma sulla natura soggettiva dei fatti e dei rapporti umani.
Due storie di tradimento coniugale e morte, ma così diverse che l’idea di combinarle sembra nascere dal nulla. Ci prova, tuttavia, Roberto Latini: ‘Pagliacci all’uscita’ verrà rappresentato al Teatro Vascello a partire dal 29 settembre, fino all’8 ottobre. Con lui anche Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella e Marcello Sambati, in una delle raffigurazioni più eclettiche e macabre di entrambi gli autori.
Pagliacci all’uscita: scenografia della morte
Il palco di ‘Pagliacci all’uscita’ è strutturato su due livelli. Quello anteriore è una piscina bassa, colma d’acqua della quale gli attori traggono pieno vantaggio. Indimenticabile la prima scena, in cui gli attori si presentano in scena con delle pinne da sommozzatori.
L’acqua ricompare anche verso la fine, nella parte della pièce in cui prevale ‘All’uscita’, nella forma di tre vasche trasparenti nelle quali gli attori giacciono e si muovono. Una maniera molto interessante per indicare il piano dell’oltretomba, e della quale tutti traggono pieno vantaggio.
Le performance sono chiassose, sbracate e grottesche. Indimenticabile Elena Bucci, che domina la scena quasi con isteria in piena tradizione pirandelliana. L’elemento verista si fa da parte e si sfoca nell’eccesso, e la pièce si dispiega in monologhi e scambi fedeli e a volte pesanti, ma sempre ben interpretati.
Una combinazione efficace
Di particolare effetto è la lettura dell’aria “Vesti la giubba”. Nel libretto di Leoncavallo infatti è uno dei brani più musicalmente potenti, interpretato in passato da mostri sacri come Pavarotti, Carreras, Caruso e Domingo, con una carica emotiva e vocale robusta.
In ‘Pagliacci all’uscita’ è letto sommessamente, come un monologo solitario, a bassa voce. Un contrasto chiaramente voluto, che non solo abbassa la traccia di Leoncavallo al piccolo teatro, e ai monologhi intimi e mentali che vivono in Pirandello, ma si adatta alla storia di fantasmi nella quale è immersa.
Una combinazione, quindi, efficace: perché ‘Pagliacci all’uscita’ non è metà “Pagliacci” fuso con metà “All’uscita”. È un’unione equilibrata di entrambi, arricchita dalla modernità dell’ambientazione e da un cast eccessivo, ricco di carisma.
Un’idea che funziona, perché sa come combinare i suoi pezzi.
Maria Flaminia Zacchilli
Foto: Manuela Giusto
Pagliacci all’uscita
da Leoncavallo a Pirandello
Teatro Vascello
dal 29 settembre all’8 ottobre
Diretto e interpretato da Roberto Latini
con Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella e Marcello Sambati
Luci e direzione tecnica Max Mugnai
Musiche e suono Gianluca Misiti
Produzione La Fabbrica dell’Attore – Compagnia Lombardi Tiezzi
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)