L’immediatezza artistica è di scena
Lo spettacolo scritto e diretto da Maurizio Francabandiera è molto difficile da vedere e ancor più da recensire, perché è una costruzione continua di tempestività dei contenuti: il testo infatti è frutto di momenti di creatività spontanea in cui nulla è definito o precostituito, e il palcoscenico può diventare, per gli attori e per il regista, un luogo dove poter esaltare l’istintivo talento creativo
Pop art è inteso dal suo autore come effettiva rappresentazione della realtà, e come tale, presenta e ricrea diversi aspetti del reale, sottolineando sia momenti di ordinaria vita quotidiana, che si sposano con un linguaggio volutamente semplice, sia aspetti più profondi, delicati e inafferrabili.
In scena non c’è una vera e propria storia ma artisti in cerca incessante di espressione. Il fatidico giorno della rappresentazione di una compagnia viene costantemente stravolto dai tre attori protagonisti e dal regista: l’imprevisto giornaliero, il rimandare, un ricordo, diventano funzionali al disvelamento di un aspetto della realtà, che viene volutamente esasperato e ironizzato dai tre interpreti.
“Pop art” sembra partire in sordina: il pubblico infatti impiega una decina di minuti prima di sentire il flusso della pièce e prima di lasciarsi trascinare; per i primi venti minuti vengono affrontati banali problemi quotidiani, come i mezzi di trasporto, il ritardo degli autobus e aspetti più abituali della società. Poi, lentamente, l’esibizione prende corpo e il linguaggio diventa più forbito, gli argomenti più approfonditi e interessanti, il ritmo più serrato e le scene più divertenti.
L’idea è quella di presentare al pubblico la realtà nei suoi diversi aspetti appunto, dalle cose più ovvie, alle sfaccettature più intime. Esilaranti le situazioni con i curatissimi ed azzeccati costumi, come la riproduzione ironica di Star Trek o Adamo ed Eva, che mettono in risalto le capacità interpretative degli attori, in particolar modo di Federico Campaiola, talento comico, inoltre, capace di una notevole plasticità corporea.
Difficile da afferrare completamente ma in “Pop Art”, andato in scena l’ultima settimana di ottobre al Teatro Cometa Off di Roma, si apprezza la libertà creativa dell’espressione artistica, tale sia nel linguaggio di strada, sia nei momenti di ricerca umana più profondi.
Anche lo stile di recitazione si modifica a seconda dei momenti e del contesto, rendendo lo spettacolo vario, piacevole e spesso sorprendente, anche se inizialmente sembra un po’ caotico. L’originale opera di Maurizio Francabandiera non decolla subito – come accennato all’inizio – ma lo spettatore, una volta immerso nell’atmosfera, si lascia travolgere dall’immediatezza e dalla freschezza delle scene, dovute a una non voluta costruzione del testo.
“Pop art” esprime, con uno stile libero da preconcetti, un modo inusuale e vincente di intendere ma
soprattutto di vivere la scena.
Sarah Mataloni
Cometa Off
dal 23 al 28 ottobre
Pop Art
scritto e diretto da Maurizio Francabandiera
con Fuorisync: Alessandro Campaiola, Federico Campaiola e Alessio Nissolino