Il tempo: bisogna saperlo vivere
Il Teatro degli Eroi è una realtà che gravita nel quartiere Prati di Roma. Quest’anno propone una stagione ricca, che si diversifica tra musica e teatro. L’interessante cartellone prevede sia la programmazione consueta, sia l’inserimento di spettacoli infrasettimanali, che vanno in scena ogni mercoledì (pomeridiana e serale): “Primavera a novembre” è uno di questi
Al ritmo di una ballata medioevale, il 21 novembre si è aperto il sipario su una rappresentazione originale e sofisticata. Per le donne e sulle donne, racconta tre storie di donne, appunto, ritratte l’una da Leonardo, “La dama con l’ermellino”, l’altra da Johannes Vermeer, “La ragazza col turbante” o meglio conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”, mentre l’ultima rappresenta un autoritratto di Frida Kahlo.
Micaela Sangermano, Jessica Pacioni e Chiara Rovan sono assolutamente versatili, gioviali e fresche, nell’interpretazione dei rispettivi personaggi: la prima incarna la rivoluzionaria artista messicana; la seconda veste i panni della giovane olandese ritratta meravigliosamente da Vermeer; infine, la Rovan interpreta Cecilia Gallerani, figlia, moglie, madre, la quale fu ritratta anche lei durante la pubertà.
Vissute in tre epoche distanti tra loro, le attrici creano sul palco un dinamismo simbiotico. Parliamo infatti degli inizi del Cinquecento, di metà Seicento e inizi Novecento, tempi però che accomunano le tre protagoniste nonostante le tante differenze sociali e i sistemi di vita di ognuna.
All’interno della scenografia (Donzap) composta da tre cornici dorate, grazie alla regia lineare ed essenziale di Donatella Zapelloni, si dipanano movimenti corporei con danze tipiche medioevali, musiche dal timbro classico, canti e dialoghi versatili che, tra toni sarcastici e classici, si concentrano sulla situazione della figura femminile sia nei tempi contestualizzati, sia facendo riferimento alla contemporaneità. Nell’insieme la declamazione a tre voci all’unisono della poesia della Kahlo “Ti meriti un amore” è una suggestione che disegna musica nell’aria.
In quanto opere d’arte le ragazze sono immortali e sono ammirate da secoli. Tuttavia sono statiche e decidono di uscire dal loro spazio iconico, per rimandarci le loro esperienze e condurci verso le condizioni proprie dell’essere donna al periodo dei dipinti, tra sentimenti, costrizioni, comportamenti, desideri, ruoli e sofferenze: traspare quindi una voglia di vivere al di fuori di convenzioni e di stereotipi che la vita imponeva.
Ognuna spiega dunque le personali ragioni: Cecilia esprime che nessuno saprà mai chi era in realtà, si chiede inoltre perché ha ripetuto lo stesso schema, per sentirsi solo la donna di altri; Frida ha sconfitto il dolore, che altrimenti le avrebbe divorato le viscere, con la pittura, puntando lo sguardo alla natura, ai sogni, alla sua realtà; l’olandesina, benché attratta dal pittore e dall’odore dei colori, era inquieta, timida e comunque povera, e spogliata di qualsiasi pudore, perché catturata nell’anima sulla tela.
La ricercatezza dei costumi ben si amalgama all’insieme: ogni figura è infatti vestita in modo inerente ma si percepisce la labile sensazione di liberarsi dalle proprie fogge, poiché simbolo di costrizione, e dalla propria condotta, per fuggire da un mondo di padri-padroni e dare voce al proprio status quo, allontanandosi dall’idea di “sentirsi un fantasma”: non era facile nascere femmine.
“Primavera a novembre” oltre ad essere una metafora, intesa come forza e rifioritura per rialzarsi da brusche cadute in tutte le stagioni, è davvero un esperimento che esula dai canoni linguaggi teatrali ma sicuramente è da snellire sul finale: il sarcasmo ben si incorpora al testo in modo eccellente, con l’incursione di battute impertinenti, rimandi al mondo attuale.
Purtroppo si cade nella retorica ormai sulla bocca di tutti e sulle pagine dei quotidiani: il valore del rispetto per le donne contro i gesti abusati; la valenza della figura femminile in rinascita; il sapersi proteggere dalle relazioni malate; innamorarsi nuovamente di se stesse dopo essere state violentate. Un vero peccato che penalizza la pièce, la quale, con alcuni accorgimenti potrebbe risultare più dinamica proprio sull’epilogo.
Annalisa Civitelli
Foto: Civitas Creativa
Teatro degli Eroi
21 novembre
Primavera a novembre
testo de “Gli squilibristi” in collaborazione con Monica Baldacchino
regia Donatella Zapelloni
con Micaela Sangermano, Jessica Pacioni e Chiara Rovan
scene Donzap
luci e fonica Silvio Biagini