Immaginifica, cruda, pura e non artefatta, si presenta così l’ultima fatica dell’interprete italiana dalla voce ferma e calda: ‘Pura come una bestemmia’. Qui scorre la cronaca dei nostri giorni, le urla di chi soffre soffocate e messe a tacere dai potenti. Si rivalutano le posizioni che l’essere umano ha di fronte gli impegni sociali e si smuovono le coscienze di chi riconosce, anche, la canzone d’autore realizzata in maniera classica con suoni genuini
Rossella Seno, di origini veneziane, cantattrice e cantastorie, si dedica da sempre al teatro–canzone dai registri civili. Il suo ultimo lavoro è uscito il 3 aprile del 2020 in piena emergenza sanitaria e ‘Pura come una bestemmia’, edito da Azzurra Music, si presenta come un disco intellettuale dal punto di vista musicale ma soprattutto da quello dei testi.
L’ascolto dei tredici brani richiede necessariamente di entrare all’interno del concetto dell’album con perizia.
Le tematiche che le canzoni declamano sono quelle presenti sulle cronache giornaliere e al tempo stesso creano spunti di riflessione: immigrazione, soprusi sui più deboli, spiritualità, beneficenza, indifferenza, ecologia, status della donna e resistenza.
Ma si può trovare tanto altro. La percezione è quella si assistere a un dialogo personale frutto di un’eco svelato al mondo.
Un’opera corposa che va fatta entrare nelle proprie vite a piccole dosi, affinché assaporarne ogni minimo dettaglio, come la poesia sempre protagonista. “Mare nostro”, la lirica di Erri De Luca, infatti apre l’incanto che prosegue con “Ascoltami o Signore” di Federico Sirianni.
Una preghiera, una richiesta di ascolto da parte dell’uomo al Signore, una storia di emigrazione, di catene e di sofferenze, attraverso gli occhi di un bambino, di un uomo e di una donna che si uniscono in una visione del mondo piena di speranza.
Pura come una bestemmia:
la dimensione sociale dei testi
Imperanti nel tessuto armonico sono gli arrangiamenti e le composizioni del virtuoso Massimo Germini, chitarrista che collabora da tempo con Roberto Vecchioni. In effetti le musicalità variano di canzone in canzone e la presenza degli autori dei testi come Pino Pavone, Lino Rufo, Federico Sirianni, Michele Caccamo e Matteo Passante è la testimonianza di una professionalità di altri tempi.
L’ambientazione acustica del disco fa si che la ricercatezza sia insita in esso: in “Principessa”, di Pavone su musica di Germini, si respira un ritmo latino trascinante quasi a spezzare l’incantesimo della giovinezza qui intesa come “un lusso”, mentre “La ballata delle donne” (testo di Edoardo Sanguineti), composta da Rufo con Sirianni, Caccamo e Passante, si presenta più dolce.
Una ballata in cui archi, corde e percussioni leggere, creano un insieme magico, come l’universo femminile cantato insieme a Mauro Ermanno Giovanardi. Due voci profonde, quella della Seno e di Giovanardi, che all’unisono celebrano la donna.
La simmetria delle parole
La quinta canzone è dedicata alla vicenda di Cucchi: “Gli occhi di Stefano” di Caccamo su musiche di Pintucci. Si fa riferimento ai soprusi sul corpo di Stefano distrutto, percosso e sfigurato dai “mille segni e macchie di sangue”. L’intro recita “Stefano ha gli occhi gonfi e cerati”, ed è ciò che si evince dalle foto circolate prima del processo Cucchi. Le parole della canzone rimarcano che il ragazzo “si è fatto male da solo”, per coprire le colpe delle forze armate. Un brano dal forte impatto emotivo, in cui Stefano viene ricordato come una persona che non sarà mai vecchia.
“La città è caduta” porta le firme di Pavone e Germini e si apre con un ritmo brioso che vive di alternanze vivaci. Con “Luna su di me” di Fiorucci e Germini si entra in un contesto ecologico: la canzone infatti fa parte di un progetto ideato per “Animals Asia”, a favore della protezione e il salvataggio degli orsi tibetani. Qui si respira il desiderio di libertà e la ricerca di uno spazio infinito da parte degli animali: la Seno si immedesima negli orsi che guardano la Luna che li osserva nella notte per proteggerli.
“La chiamano strega” di Caccamo e Germini racconta in musica la vita di Simona Kossack, scienziata polacca, la quale decise di vivere in una foresta, lontana dalla civilizzazione e circondata dagli animali: lo scenario è appunto naturale e la musicalità è fresca e cadenzata.
“Io che quando posso”, “Remi e ali” e “Sei l’ultimo” di Passante e Germini, “Lasciatemi stare” di Caccamo e Germini, e “Puri come una bestemmia” di Sirianni, rappresentano il blocco conclusivo dell’opera. “Io che quando posso” offre un ascolto per di più acustico in cui le corde sono imperanti, evocando un’atmosfera immaginifica; “Remi e ali”, invece, presenta suoni armoniosi e incita a lasciarsi andare all’amore, quasi come volare.
Un lavoro concettuale
Seguono “Lasciatemi stare”, “Sei l’ultimo” e “Puri come una bestemmia”: il primo brano si apre con i pizzicati delle corde, le nuance acustiche e malinconiche rispecchiano la storia che viene cantata; nella canzone successiva ritornano le melodie latine in cui la Seno declama il senso dell’unicità, di usanze ormai perse, della ricerca della felicità sull’andare della vita, e qui l’organetto di Alessandro D’Alessandro crea uno sfondo musicale accogliente; infine, “Puri come una bestemmia” chiude il disco e ci trasporta verso un mondo antico, dal sapore medioevale.
Interessanti sono la copertina di ‘Pura come una bestemmia’, che rappresenta una figura femminile sulla croce, e il titolo stesso dell’album: simbologia e provocazione si muovono insieme. La prima contro la violenza sulle donne, la seconda testimone di uno sfogo esecrabile, che a volte viene spontaneo.
L’intero lavoro è colto e concettuale: tredici canzoni corpose si intrecciano grazie alla scrittura sapiente, alle timbriche e alla declamazione dell’interprete, che ci coinvolge con le narrazioni. L’ascolto dunque diventa un impegno. Siamo costretti a sforzarci per comprendere i testi dalle tematiche sociali, ma si rischia di distrarsi verso metà disco, per la lunghezza che ne impedisce una facile fruizione.
Annalisa Civitelli
Foto di copertina: Carlo Bellincampi
Rossella Seno
Pura come una bestemmia
1. Mare nostro (Erri De Luca)
2. Ascoltami o Signore (Federico Sirianni)
3. Principessa (Pino Pavone – Massimo Germini)
4. La ballata delle donne (Edoardo Sanguineti – Lino Rufo – voce Mauro Ermanno Giovanardi)
5. Gli occhi di Stefano (Michele Caccamo – Piero Pintucci)
6. La città è caduta (Pino Pavone – Massimo Germini)
7. Luna su di me (Paolo Fiorucci – Massimo Germini)
8. La chiamano strega (Michele Caccamo – Massimo Germini)
9. Io che quando posso (Matteo Passante – Massimo Germini)
10. Remi e ali (Matteo Passante – Massimo Germini)
11. Lasciatemi stare (Michele Caccamo – Massimo Germini)
12. Sei l’ultimo (Matteo Passante – Massimo Germini)
13. Puri come una bestemmia (Federico Sirianni)
Massimo Germini arrangiamenti, composizioni, chitarre
Lele Battista piano e tastiere
Emiliano Cava percussioni
Saverio Gilozzi violoncello
Simone Rossetti violino
Alessandro D’Alessandro organetto in “Sei l’ultimo”
Etichetta Azzurra Music