‘Quell’odore di resina’, edito da Castelvecchi, è la prima opera in prosa di Michela Zanarella, già autrice di numerose sillogi poetiche. La sua propensione per i versi è la stessa della protagonista del libro, Fabiola, che qua e là tra le pagine si esprime con brevi poesie. Raccontando di sé, delle sue scelte ed esperienze traumatiche, il personaggio compone la sua autobiografia. Che, in parte, è anche quella dell’autrice
Lasciavo tutto, la mia famiglia, gli amici, la mia terra, le mie abitudini.
Lasciavo quell’abete che aveva raccolto le mie confidenze nelle giornate di solitudine.
La verità è che avevo aspettato questo momento a lungo: desideravo andarmene dal Veneto e da quelle pianure brumose, uggiose; da quella nebbia tragica.
Già da tempo, speravo in un cielo diverso, in un clima più caldo, non solo per le mie ossa, ma anche per la mente, ormai soffocata dall’angoscia esistenziale.
La protagonista di ‘Quell’odore di resina’ di Michela Zanarella è Fabiola, una giovane donna veneta che, al principio del romanzo, è in fuga. Parlando in prima persona, rivela di stare lasciando una vita che non le appartiene più, un paese della provincia padovana troppo piccolo per contenere le sue ambizioni, per andare altrove insieme a un uomo che ama e che le promette che da quel momento in poi tutto sarà diverso. Migliore.
Sostenuta dal compagno Angelo, Fabiola è quindi determinata a lasciarsi alle spalle ciò che ha vissuto finora. Nonostante sia poco più che ventenne, infatti, ha già collezionato una serie di esperienze traumatiche, molte delle quali gravitanti attorno al posto di lavoro in cui ha trascorso gli ultimi sette anni: un mattatoio.
Chiunque uscirebbe profondamente segnato da turni di dieci ore in mezzo a sangue e carcasse, rumore di spari e lamenti di animali, gelo e umidità che penetrano nei tendini. Nel caso di Fabiola però, unica donna in un luogo di lavoro maschile e maschilista, la situazione è ancora peggiore.
La poesia tuttora mi accompagna, sempre, in ogni momento della giornata. È una fedele compagna che mi guida nelle difficoltà e nei momenti di indecisione […]. Dicono che l’inquietudine appartenga ai poeti e io questi lati oscuri della mia personalità cercavo di associarli a questa estrema sensibilità, che mi fa percepire il bene e il male di ogni realtà.
Usare le parole per salvarsi la vita
Anni di rapporti con l’altro sesso connotati da dinamiche di abuso e sopraffazione hanno intaccato l’animo di Fabiola che, da sempre, scrive poesie che compaiono tra le pagine del libro per esorcizzare il dolore.
Il quale, inaspettatamente, non la lascia nemmeno nella sua nuova vita, tra le quattro mura variopinte della sua nuova casa, complici anche le frequenti assenze dell’uomo che aveva promesso di non abbandonarla mai.
Così, durante le lunghe ore in solitudine, la protagonista torna con la mente alle tante persone che hanno fatto parte del suo passato e che in qualche modo hanno lasciato un’impronta nella sua esistenza: il primo fidanzato, l’ex migliore amica, il fratello, la vicina di casa, i colleghi del mattatoio.
In effetti, il romanzo non ha una vera e propria trama, se si esclude la parabola che vede Fabiola lasciare il suo paese d’origine con un uomo per tornarvi, infine, con un altro.
Perlopiù, ‘Quell’odore di resina’ è una biografia, un insieme di vicende e ricordi legati a persone che non vanno a comporre un’unica storia, ma che sono importanti per interpretare la personalità e la caratterizzazione psicologica della protagonista.
Ogni volta che mettevo piede nella mia terra, mi prendeva un’agitazione insolita, avevo come la sensazione che sarei stata sotto esame, osservata e scrutata, come una straniera.
Non ero più veneta a tutti gli effetti, una parte di me era ora laziale, per la gente del nord, una ‘terrona’.
Quell’odore di resina: romanzo di formazione
Una sorta di testo di formazione, quindi, che ripercorre la crescita personale di una donna le cui esperienze, per molti versi, corrispondono a quelle vissute dall’autrice Zanarella.
Anch’essa nata in provincia di Padova, si trasferisce nella stessa regione in cui va a vivere Fabiola. Ha la sua stessa passione per la poesia e, come lei, ottiene premi e riconoscimenti per le sue composizioni. Pure un evento topico della vita di Fabiola, che avviene al suo ritorno in Veneto, ha riscontro nella realtà della scrittrice.
Tra l’altro Fabiola, a un certo punto, parlando del suo nome dice: “Devo essere sincera, avrei preferito un nome più comune come Lisa o Silvia o Michela. Perché no, Michela?”.
Sfumature (auto?)biografiche
Una biografia, quindi, dalle sfumature autobiografiche, con incursioni nella lirica e nei generi del romanzo di formazione e della diaristica.
Tale commistione rende la prima opera in prosa di Zanarella un prodotto interessante che però, a tratti, si presta al rischio di far chiedere a chi legge in che direzione stia andando, specie quando i ricordi inerenti le varie persone si infilano uno dietro l’altro senza soluzione di continuità.
Tuttavia, quando si comprende che per la scrittrice lo scopo del libro è lo stesso della poesia, ovvero mettere nero su bianco emozioni e sensazioni senza seguire una struttura narrativa precisa, ci si può abbandonare alle dettagliate descrizioni di volti e personalità.
Che, se non torneranno più tra le pagine del libro, è proprio perché non hanno più fatto ritorno nella vita di Fabiola. E a volte questo per lei è un dolore, altre invece una salvezza.
Luisella Polidori
Biografia
Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD). Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato diciotto libri. Giornalista, si occupa di relazioni internazionali.
Collabora con diverse testate e redazioni. Le sue poesie sono state tradotte in oltre dieci lingue. È tra gli otto co-autori del romanzo di Federico Moccia “La ragazza di Roma Nord” edito da SEM.
“Quell’odore di resina” è il suo primo romanzo.
Quell’odore di resina
Michela Zanarella
Edizioni Castelvecchi
Collana Tasti
Genere Narrativa
Anno 2024
Pagine 117