Cosa faccio oggi? È una delle domande che molti di noi si sono posti durante la quarantena ma, il più delle volte, senza riuscire a rispondersi. Noi, però, abbiamo continuato a provare, tentando una nuova ricetta: il fai da te! Grazie alla nostra inventiva e la voglia di essere utili il tempo è trascorso in modo piacevole. Per mezzo di riproduzioni e di istantanee, ‘Raccontare con le immagini’, abbiamo potuto raccontare le città vuote, i nostri spazi e quello che vedevamo dalle nostre finestre, riuscendo a cogliere momenti salienti, e non solo
Durante la lunga pausa forzata, dovuta al Covid–19, sulla rete abbiamo assistito a molte sfide lanciate da alcuni musei, che hanno invitato gli utenti a riprodurre le opere d’arte con vestiti, alimenti e altri oggetti a loro disposizione. Il “Getty Museum” di Los Angeles, per esempio, ha stimolato così la vena artistica di ognuno e i risultati sono stati sorprendenti.
La gara spensierata ha inoltre avuto il pregio di avvicinarci alla Storia dell’Arte: si spazia dunque dalle nature morte alla rivisitazione della “Madonna con Bambino” (pittore anonimo italiano detto Maestro di Santa Cecilia); dai ritratti (“Ritratto di un Alabardiere” del Pontormo) a “La Lepre nella Foresta” (Hans Hoffmann – 1585); dalle vedute ottocentesche ai quadri di Jan van Eyck (“I Coniugi Arnolfini”) e di Vermeer (“La Ragazza con l’orecchino” e la “Lattaia”).
Dopo aver ricreato l’ambientazione giusta, una fotografia era d’obbligo. Questo si chiama ingegno! E, ai tempi del Corona virus, l’immaginazione ci ha aiutato a distrarci anche con la #breadart.
Pane e pizza sono stati proposti con alcune riproduzioni dei quadri dell’artista olandese: Van Gogh. La fornaia Teri Culletto (Massachusetts), in arte “Vineyard Baker”, dal suo profilo Instagram ha promosso una vera e propria competizione: creare opere d’arte con le focacce come se fossero delle tele.
L’artista, che dir si voglia, si è avvalsa di tutti gli ingredienti a sua disposizione misurandosi, inoltre, con un grazioso quaderno degli appunti su cui ha annotato tutte le sue ricette con tanto di disegno progettuale.
Alcuni, invece, si sono ispirati alle miniature dell’artista giapponese, Tatsuja Tamaka, che raffigurano piccoli mondi costruiti con oggetti quotidiani, assumendo così una nuova connotazione nell’ambito dei modellini. Altri hanno trasformato la loro abitazione in uno studio fotografico, rimpiazzando le foto alla scrittura: una sorta di “diario di quarantena”.
Le istantanee sono divenute la dimostrazione giornaliera della nostra vita privata. È nella quotidianità, infatti, che abbiamo avuto la capacità di scoprire il nostro estro, convertendolo in bellezza, riuscendo di conseguenza a eternare i nostri sentimenti e le nostre azioni grazie a un semplice gesto umano e forse, oggi, vulnerabile: un “click”.
Insomma, ci siamo divertiti! E, al tempo stesso, anche le metropoli sono state esposte, ma questa volta solitarie e silenziose: i fotografi non hanno perso l’occasione di descrivere e immortalare le bellezze storiche della Penisola e delle altre Nazioni, nude di persone e prive di rumori.
Raccontare con le immagini: tempi di isolamento
I cronisti dell’immagine inoltre hanno colto i momenti salienti di una contemporaneità afflitta mediante i molti reportage fotografici, tra disperazione e stanchezza, testimoni del duro lavoro di medici e infermieri all’interno delle varie strutture ospedaliere italiane, a fronte dell’emergenza sanitaria.
Dentro di noi nasce la consapevolezza, oltre la percezione, che con l’arte fotografica si possa sperare: basta vedere le foto delle città spopolate che, immediatamente, ci invade un senso di pace e di quiete inspiegabile. Il Colosseo o Piazza Navona (Roma) ne sono la dimostrazione: l’assenza di frastuono ha reso questi monumenti ancora più imponenti. Piazza Duomo (Milano) continua a essere magnifica: nessuno può toglierle il suo splendore.
E che dire di Venezia? Le acque limpide, le calli, i vicoli puliti rendono la città lagunare sempre più magica: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/veneto/foto/venezia-durante-il-lockdown-le-immagini-riprese-dallalto_17742725-2020.shtml
Possiamo considerare così la fotografia il “linguaggio dell’oggi”: ci si esprime attraverso questa forma di comunicazione per raccontare la nostra esistenza, ora violata e rubata da un virus. La vita tuttavia ha ripreso i ritmi normali ma, non trattenendoci, continuiamo a utilizzare ogni tramite per svelare sia i nostri pensieri ed emozioni sia i luoghi visitati grazie agli autoscatti e ai ritratti di paesaggi.
A noi però basta ammirare le meraviglie con animo sereno, affinché coglierne l’essenza. La pandemia rallenterà di certo il suo andamento (o lo sta già facendo?) e finalmente potremmo visitare la opere artistiche e architettoniche con più libertà e prudenza: saremo noi stessi i protagonisti del tempo, per rendere immortali le nostre memorie.
Agnese De Luca
Foto dal web