Il “cosmic horror” animato
Dopo più di sette mesi dalla pubblicazione della quarta stagione, la serie animata disponibile su Netflix ha reso fruibili gli ultimi cinque episodi che la compongono. Andremo così ad analizzare, nel complesso, quanto disponibile fin ora, in vista del rinnovo per le nuove puntate
Definire e classificare ‘Rick e Morty’ come un semplice cartone animato risulta riduttivo e senza alcun dubbio errato. Come è già ampiamente dimostrabile dall’esempio delle anime giapponesi, i cartoon sono diventati alti prodotti di genio, finemente architettati e realizzati, non più solamente relegabili al pubblico minorenne.
Si sono liberati quindi di questa catena di pregiudizio per diventare un mezzo espressivo che offre addirittura maggiori possibilità rispetto al “prodotto recitato” (in un cartone animato si possono stravolgere le leggi della natura e si può ideare qualsiasi cosa). Proprio di questa libertà esecutiva fa ampio uso la serie in questione.
‘Rick e Morty’ racconta le pazzesche avventure di Rick Sanchez, geniale scienziato che vaga per lo spazio–tempo in compagnia del suo nipotino Morty Smith, adolescente imbranato in completa balia della follia del nonno. Insieme i due si lanciano in universi paralleli, vite alternative, dimensioni probabili per vivere esperienze al limite del fantascientifico incuranti delle conseguenze per la loro famiglia e per il mondo intero.
In ogni episodio della serie può accadere di tutto: le logiche e la causalità dell’universo sono infrante dall’estrema genialità di Rick il quale può inventare, modificare e plasmare ogni tipo di oggetto. La sua visione cinica di una vita senza scopo e redenzione ricalca quello dello stile delle peripezie di ogni puntata.
Proprio come il protagonista, infatti, la serie ha la capacità di creare, distruggere, rimodellare ogni topos che riguarda il genere fantascientifico: essa si evolve nella volontà di frammentare la linearità delle storie in una continua esigenza di voler stupire lo spettatore con espedienti sempre nuovi e originali.
A differenza delle stagioni precedenti, ben strutturate sulla filosofia nichilista e irriverente, che sta alla base della narrazione, i dieci ultimi episodi della quarta stagione risultano leggermente più scorporati dai binari iniziali: lo sceneggiatore David Harmon sembra che voglia scoprire il limite delle possibilità espressive che offre ‘Rick e Morty’, realizzando episodi che scardinano il normale racconto filmico.
Si percepisce tuttavia una carenza del mordente che caratterizza le prime tre stagioni per lasciar spazio agli stravolgimenti della struttura narrativa, ridondanti acrobazie intellettualistiche, virtuosismi fini a se stessi ed eccessiva parodia verso la storia del cinema. C’è da dire, d’altro canto, che queste piccolezze non hanno minimamente intaccato la genialità e la validità della serie, ma hanno offerto un altro tassello alla struttura articolata e complicata di ‘Rick e Morty’.
La serie creata da Dan Harmon e Justin Roiland per Adult Swim rappresenta una delle migliori serie sci–fi presenti nel panorama seriale. Dispone, al momento, di quaranta episodi da venti minuti e dovrebbe essere rinnovata per altri settanta. Nel complesso è una serie televisiva unica nel suo genere, a metà strada tra il fantascientifico e l’umorismo nero, raccontata in stile ironico e decisamente arguto.
Andrea Maresi
Rick e Morty
di Justin Roiland e Dan Harmon
Distribuzione Adult Swim
Paese Stati Uniti
Produttore Justin Roiland, Dan Harmon
Editore Italia Netflix
Genere Avventura, fantascienza, Umorismo nero, Sitcom