Il femminicidio è un delitto orribile che priva le donne della propria vita quando queste non hanno voluto sottostare alla prepotenza di mariti, fidanzati, compagni e amanti che ne volevano limitare le libertà. Ma spesso le vittime di questo atroce assassinio erano anche madri: ‘Rumore di fondo’, in scena al teatro Le Maschere di Roma fino allo scorso 5 marzo, è uno spettacolo dedicato agli orfani di femminicidio, quelle figure che sopravvivono alle proprie madri nel modo più tremendo possibile
’Rumore di fondo’ è un monologo firmato da Benedetta Palmieri: molto duro, angosciante, il lavoro lascia con un nodo alla gola; iniziando con toni che si alternano tra metafora e comicità, la messinscena diventa, battuta dopo battuta, sempre più soffocante e dolorosa.
La protagonista dell’opera, interpretata dalla splendida Gea Martire, racconta la propria storia srotolando una serie di sentimenti e intonazioni che dall’idillio arrivano inesorabilmente al terrore e alla disperazione.
Questa è la lunga lista di sensazioni comuni a tutte le sfortunate donne che sono morte per mano di un uomo quando questo non ha voluto rispettare le loro legittime libertà: vite finite per femminicidio, un termine controverso e spesso respinto ma che indica chiaramente l’omicidio di una donna perpetrato proprio in nome del suo essere femmina.
Nadia Baldi ha abituato il proprio pubblico a regie ben più dinamiche ed evocative eppure, nel caso di ‘Rumore di fondo’, la brava regista sfrutta la potenza delle parole del monologo creando una rappresentazione che si barcamena continuamente tra il chiaro e lo scuro, il piano e il forte, il suggerito e il detto.
Rumore di fondo: la sofferenza si può toccare
Gea Martire, come suo solito, è carica di forza interpretativa e visceralità: la magnifica attrice partenopea mette in scena un carattere femminile a tutto tondo che è all’occorrenza donna, amante, madre ed essere umano.
Il rumore di fondo è quello vocalizzato dalla cantante Antonella Ippolito, accompagnata dal musicista Ivo Parlati: sul palco con Gea Martire, la Ippolito esegue dei gorgheggi simili a risate che in breve diventano agghiaccianti grida di orrore e sofferenza che gelano il sangue del pubblico.
Il momento più toccante del breve e intenso spettacolo è la registrazione vocale della lettura di una lettera scritta da Carmine Ammirati, orfano di femminicidio dal 2015, al quale l’opera è dedicata.
Gabriele Amoroso
Teatro Le Maschere
dal 3 al 5 marzo
Rumore di fondo
di Benedetta Palmieri
Regia Nadia Baldi
con Antonella Ippolito, Gea Martire e Ivo Parlati
e la straordinaria partecipazione di Carmine Ammirati
Produzione Teatro Segreto