Fino al 12 marzo, il teatro Basilica di Roma ha avuto in scena ‘Sammarzano’, un lavoro di ottima qualità realizzato da Malmand Teatro. Lo spettacolo descrive una realtà tipicamente meridionale, piena di luci e ombre, che muove la propria trama partendo da un singolare elemento: la coltivazione del pomodoro
In un paese pugliese, la coltivazione dei pomodori è l’argomento attorno al quale ruota la parte più importante dell’economia dell’area. Attraverso i racconti di uno squinternato personaggio, Dino, quello che chiunque chiamerebbe lo scemo del villaggio, si entra a conoscenza di tutto il microcosmo che sostiene la cultura e la salvaguardia di quell’alimento così prezioso.
Con ‘Sammarzano’, Ivano Picciallo ha fatto centro: lo spettacolo è connotato da un’anima essenziale e contemporanea che fa di questo lavoro una messinscena emozionante, forte e suggestiva.
A esaltare ancora di più l’estetica dell’opera è un reparto tecnico di elevato livello: sia le luci sia i costumi si distinguono per una capacità evocativa che si fonde con altrettanta eleganza.
La realtà meridionale tra prosa e teatro di ricerca
Il bravo autore e regista, con il supporto del collettivo Malmand Teatro, immagina una storia intessuta di passato e presente dove il sostentamento di tutti, legato alla coltivazione dei pomodori, rende ogni cosa ripetitiva, piatta ma allo stesso tempo piena di significato.
Non può non mancare un riferimento più che esplicito al contesto di manovalanza legato indissolubilmente e illecitamente all’immigrazione, e sarà questo stesso concetto a occupare gran parte della trama.
La resa concreta di ‘Sammarzano’ si barcamena tra prosa e teatro di ricerca trovando un giusto equilibrio controllato con immensa bravura da Francesco Zaccaro.
Sammarzano: un protagonista strepitoso
Il giovane e strepitoso attore impersona il narratore della storia, il semplice e svitato Dino, che seppure con un dialetto e un lessico al limite dell’incomprensibile, si trasforma in una sorta di cantastorie consapevole di tutto ciò che lo circonda.
Gli altri tre attori del cast, Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocente e lo stesso Ivano Picciallo, fanno una figura altrettanto vincente, destreggiandosi tra recitazione e biomeccanica.
Sebbene il finale dello spettacolo possa essere in qualche modo prevedibile, questo resta ad ogni modo potentissimo e, attraverso un’eloquente e lunga pantomima, diventa la perfetta conclusione di un lavoro congetturato con uno spirito teatrale maturo e ben chiaro.
Gabriele Amoroso
Foto: Manuela Giusto
TeatroBasilica
dal 10 al 12 marzo
Sammarzano
Drammaturgia Malmand Teatro
Regia Ivano Picciallo
con Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocente, Ivano Picciallo e Francesco Zaccaro
Luci Camilla Piccioni
Costumi Lorena Curti
Aiuto regia Marta Franceschelli
Maschere Officine Zorba
Produzione Teatro Kismet – Teatri di Bari
con il sostegno di IAC – I nuovi scalzi – Nuovo cinema Palazzo