La prima serata del Festival di Sanremo 2024 si conclude con il 65.1% di share conquistando 10,6 milioni di spettatori e la classifica dei primi cinque partecipanti decretati dalla Sala Stampa. Il miglior risultato raggiunto dal 1995
Da Nilla Pizzi a Claudio Villa, da Gianni Morandi a Luca Barbarossa, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini per giungere ai giorni nostri, Sanremo ha spesso cambiato volto e conduttori, e continua a sfornare talenti che ancora oggi sono sulla cresta dell’onda.
Tuttavia, quest’anno Sanremo 2024 è iniziato portandosi dietro molte critiche.
Ricordiamo infatti il discusso episodio dell’invito di Amadeus a Sinner – vincitore dell’ultima edizione degli Australian Open -, siparietto peraltro che si poteva evitare dimostrandosi pratici, seri e meno presuntuosi, per non montare dibattiti futili e sterili sulle cronache mondane.
Sanremo 2024: prima serata. Le considerazioni
Comunque anche ieri 6 febbraio il teatro Ariston ha aperto il sipario sul Festival della canzone italiana e sul suo palco ha accolto i cantanti in gara. Ma è proprio prima dell’inizio della rassegna che la Fanfara del IV reggimento a cavallo dei Carabinieri – accompagnata dalla loro mascotte, Briciola, vestita in uniforme – suona la “Marcia di Ordinanza dei Carabinieri” di fronte il teatro.
Marco Mengoni esordisce come co-conduttore e apre la 74 esima edizione della manifestazione canora con un monologo emozionato. Il cantautore romano ha dunque affiancato Amadeus sul palco, palesandosi simpatico, imprevedibile e professionale. Un vero showman.
Entra in scena con la sua idea del preserbacino, un richiamo ai baci criticati in qualche Festival passato, e insieme ai suoi cartelli sdrammatizza la lungaggine della diretta.
Il vincitore del Festival 2023 successivamente dona al pubblico l’interpretazione di “Due vite” per poi esibirsi in un medley dei suoi successi; verso la fine ha inoltre mostrato la sua abilità anche attoriale, omaggiando la Marchesini con una gag che lascia tutti stupiti.
Una prima serata piatta
‘Sanremo 2024 – prima serata’ si svolge senza tanti urli e la conduzione di Amadeus non brilla, sembra piuttosto sopita, sebbene si mantenga su toni ilari. Sale sul palco Ibra, il quale viene accolto da una musica di folclore e scambia un dialogo piacevole con Amadeus.
Seguono siparietti vari e si parla di diritti civili: “si può morire a 24 anni per un motorino parcheggiato male?”. Sì.
È accaduto a Giovanbattista Cutolo – insignito alla Medaglia d’oro al valore civile – ucciso a Napoli da tre colpi di pistola la notte del 31 agosto 2023, per difendere un suo amico. Interviene la mamma che legge una lettera per non dimenticare suo figlio che amava la musica e suonava il corno. Ma si sa, “la violenza non ha confini“.
Sanremo 2024: Fiorello il mattatore
Non manca l’omaggio a Toto Cotugno morto lo scorso agosto con “Gli amori” a cui segue Federica Brignone, ospite sul palco di Sanremo la quale, insieme a Mengoni, presenta la Bertè. Si ricorda poi Roberto Rossi, Direttore d’orchestra di tanti artisti, anche lui morto l’anno scorso.
Ci si collega con la Costa Smeralda, da dove Tedua, rapper di nuova generazione – si presume quella Tik Tok che sforna innocenti creature che seminano follower a tutto spiano -, intona una suo brano, mentre dall’Arena Suzuki, Lazza ritorna con Cenere, ma senza troppo clamore.
È poi il momento di Fiorello che si frappone all’andamento della competizione con brevi gag e colpisce con la sua comicità dirompente e tagliente ironia. Non mancano i collegamenti esterni con l’Aristonello, la versione serale di Viva Rai 2 che accompagnerà la platea televisiva per tutta la rassegna canora.
Sanremo 2024: la classifica della Sala Stampa
Terminata l’esibizione di Il Tre, arriva la classifica che declama i primi cinque classificati: conta il voto della Sala Stampa (carta stampata, tv e web) che decreta al quinto posto Mahmood, al quarto Diodato, al terzo Annalisa, al secondo Angelina Mango, infine al primo si conferma Loredana Bertè.
In conclusione ‘Sanremo 2024 – la prima serata’ è terminata alle 2:00, dunque tardi. Intervallata dalle tante interruzioni pubblicitarie, eventi che si potevano evitare e una sfilata di abiti che oggi giorno sono un pugno su un occhio all’eleganza, possiamo considerare che durante il suo svolgimento abbia trionfato un’uniformità musicale palpabile con pochi brani davvero distinguibili e un carattere proprio.
Considerazioni da andamento lento
Infine, a noi non piace dare voti, bensì giudizi. Confermiamo la nostra idea: l’insieme non supera la sufficienza, poiché sonorità e alcune voci si uguagliano, con la tangibile percezione che si appiattiscano senza distinzioni; inoltre viene da chiedersi il perché di certe presenze sul palco di cui avremmo fatto volentieri a meno. Chi le sceglie?
La musica in generale, dunque, per l’ennesima volta, non conferma qualità, ma strizza l’occhio sempre più al facile guadagno, avvicinandosi alla turbolenta velocità che impone il mercato. Diventa pura e semplice spettacolarizzazione.
Stasera ci aspetta la seconda serata e Giorgia riserverà delle sorprese. Si auspica. Ospiti Leo Gassman, che presenterà il film per la TV dedicato a Franco Califano, Giovanni Allevi e John Travolta, e infine la Nuova Orchestra Santa Balera per i 70 anni di “Romagna mia”.
Annalisa Civitelli
Foto dal web
I cantanti in gara, i primi quindici
Clara – Diamanti grezzi – la vincitrice di Sanremo giovani e protagonista dell’ultima stagione di “Mare Fuori” ha una voce davvero potente; il brano presenta un buon ritmo pop che si mischia con il rap ed è sicuramente adatto a una platea di teen agers; il testo, se ci fa attenzione, racconta di un amore in età giovane e ciò che ne rimane.
Sangiovanni – Finiscimi – il primo rap della serata che si mescola al classico pop; testo che invoca al rispetto delle donne.
Fiorella Mannoia – Mariposa – la nota cantante romana entra in scena elegantissima, vestendo un abito da sposa firmato da Luisa Spagnoli e scalza; dilungarsi sull’interpretazione sembrerà superficiale, ma parliamo della Mannoia; buon ritmo, brillante e tanghero; un inno alla libertà femminile. Tematica che l’artista porta avanti con fermezza.
La Sad – Autodistruttivo – il trio dimostra che il genere punk si può accostare al rap senza indugi; in ogni caso il gruppo parla a un pubblico molto giovane che sicuramente ne sa interpretare sonorità e parole.
Irama – Tu no – il cantante ha già preso parte alla manifestazione canora più volte e oggi torna con un’esibizione che sembra tirata, poco scandita che compromette la fluidità del canto. La voce sembra metallica.
Ghali – Casa mia – ottimo rap e canzone ballabile; sarà il prossimo tormentone estivo; il testo sembra più profondo di quello che ci si poteva aspettare; ognuno può riconoscersi a casa sua in qualunque posto nel mondo; si va contro i confini e le guerre, l’urlo è quindi accogliere l’altro. Uno dei migliori al momento.
Negramaro – Ricominciamo tutto – Giuliano sembra soffrire con la voce; ascoltiamo i soliti Negramaro che comunque sanno eccellere in ogni loro performance. Musica soave e leggera, che evoca la visione del mare.
Annalisa – Sinceramente – voce limpida e bellissima; brano ritmato che ricalca le canzoni che l’artista propone da tempo; il pezzo non è all’altezza del suo talento, ma promette di essere un hit ballabile. Poche novità.
Mahmood – Tuta gold – rap eseguito molto bene con sonorità arabe; non si differenzia da altri brani molto simili.
Diodato – Ti muovi – questa è una canzone; funziona tutto a livello musicale, tuttavia il cantante tarantino rimane simile a se stesso.
Loredana Bertè – Pazza – il brano presenta un buon ritmo anni ’70; il testo è un chiaro riferimento a sé, la Bertè dunque fa pace con se stessa.
Geolier – I p’ me, tu p’ te – bocciato, non si può commentare.
Alessandra Amoroso – è per la prima volta a Sanremo e presenta Fino a qui – un’interpretazione che si potrebbe definire impeccabile.
The Kolors – Un ragazzo, una ragazza – è l’imitazione di “Italo Disco” in peggio; brano dance che tolto il ritornello funziona meglio.
I cantanti in gara, l’altra metà
Angelina Mango – La noia – la ragazza ha davvero talento, ma propone un brano che musicalmente è caotico come il testo. Almeno questa è la prima impressione.
Il Volo – Capolavoro – non si smentiscono mai, rimangono fedeli a loro stessi e la canzone è il solito inno all’amore.
Big Mama – La rabbia non ti basta – testo contro il bullismo ma interpretazione imperfetta.
I ricchi e poveri – dopo trentadue anni ri-calcano il palco del teatro Ariston con Ma non tutta la vita – sonorità che richiamano quelle spagnole; brano ballabile e testo troppo semplice.
Emma – Apnea – riponevamo le nostre speranze in lei che sono state disattese; canzone dal ritmo dance anch’essa, che non ricalca lo stile dell’artista toscana.
Renga e Nek – Pazzo di te – ci aspettavamo di più; testo poco incisivo, melenso ma accompagnato da una melodia che, seppure anonima, si presenta pulita e si lascia ascoltare.
Mr Rain – Due altalene – la fotocopia di “Super eroi”, brano che l’artista ha presentato l’anno scorso al Festival; presenta lo stesso ritmo, quindi cambia ben poco.
Bnkr 44 – Governo punk – altro gruppo che merita l’estinzione.
Gazzelle – Tutto qui – l’intro del pianoforte ci dona conforto; il brano infatti prosegue lineare; la musicalità è equilibrata e l’interpretazione vive di un buon equilibrio.
Dargen D’Amico – Onda alta – un rap che si confonde con il pop e la techno, che crea caos sonoro; il testo tuttavia sembra richiamare ai persistenti naufragi e alle guerre. Il cantante conclude con “cessate il fuoco“, un messaggio civile preceduto da altre parole di speranza.
Rose Villain – Click boom! – la voce dell’artista sebbene sfoggi tonalità chiare, sembra metallica; anche questa canzone si allinea all’insieme; a volte urlata e poco incisiva, non rimane affatto impressa. Viene da pensare che se Rose Villain si è formata in America e presenta questo brano, forse deve migliorare e mirare meglio al suo obiettivo.
Santi francesi – L’amore in bocca – ci chiediamo, se questo è il futuro della musica è meglio guardare al passato, tanto da non rovinare la nostra sensibilità uditiva.
Fred De Palma – Il cielo non ci vuole – che Fred emerga? Presenta un brano dalle sonorità pop-elettroniche-rap che si distingue dagli altri; dovremmo inoltre ascoltare il testo con più attenzione per comprendere al meglio il significato.
Maninni – Spettacolare – finalmente la classica canzone sanremese. Ne sentivamo la mancanza!
Alfa – Vai! – mancavano Beta e Gamma!; brano molto giovanile che inframmezza il rap alle sonorità ritmiche e frizzanti; anch’esso si distingue dall’insieme uniforme; è un inno alla vita.
Il Tre – Fragili – un’altra canzone di cui si poteva fare a meno.