Cala il sipario su ‘Sanremo 2025 – quarta serata’ con uno share del 70,8% per un totale di 13,6 milioni di telespettatrici/telespettatori. Anche questa puntata riserva poche sorprese. La presenza di Benigni e Cucciari, al contrario, è frizzantina e riserva battute ficcanti, anche sulla situazione politica attuale – su cui, sin dall’inizio della kermesse, c’è il veto
‘Sanremo 2025 – quarta serata’ inizia con una Geppi Cucciari in bianco e nero che annuncia, con la sua ironia a noi familiare, la partenza della puntata, quasi stessimo per assistere a “Splendida Cornice”. Scoppiettante, poi, Roberto Benigni che infiamma l’Ariston. Oltre a donare tante risate promuove, “Il sogno”, che andrà in onda su Rai 1 il prossimo 19 marzo. Una presenza che eleva sempre gli eventi.
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I due, Cucciari e Benigni, davvero escono fuori dagli schemi. Riempiono la serata con il loro sarcasmo, giocando con i ritardi dei treni, con chi dovrebbe fare il ministro dei Trasporti, con le frecciatine sui non-monologhi che sono stati eliminati dalla scaletta, sul Festival svizzero, per la sua puntualità.
Insomma, rimandano vigore e battute che attingono alla realtà che viviamo. Viva la faccia! Finalmente l’acutezza entra in scena. Conti però frena, deviando il discorso sulla politica. Pronto a obbedire. Benigni, infine, ricorda e difende Mattarella con garbo e intelligenza, a seguito del suo discorso tenutosi a Marsiglia e su cui si è scagliata la Russia.
Mahmood, successivamente, in veste di co-conduttore entra nei panni con abilità dimostrandosi tranquillo. Dopo Benigni scende le scale del teatro l'”intelligenza al servizio della comicità” in persona: Geppi Cucciari.
Lei si dimostra a suo agio sul palco, spigliata veste appieno la sua frizzante ironia; goliardicamente prende in giro Conti, riprendendo da un lato i pensieri espressi nelle scorse puntate, dall’altro il sistema del televoto. Ma non solo. Anche quando presenta i/le cantanti in gara sfodera le sue freddure senza timore. Cucciari, Mahmood e Conti si divertono con l’autotune, introdotto quest’anno per modificare solo il tono vocale di chi gareggia.
Sanremo 2025 – quarta serata: il dolore è di scena
In platea interviene Max Giusti che promuove la sua nuova trasmissione. Ne potevamo fare a meno. Evidentemente Sanremo è una piazza per pubblicizzare i propri lavori.
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Quasi a metà serata Benji&Fede in “Dove e quando” dal Suzuki stage. L’esibizione dai ritmi latini, non lascia alcuna traccia per farsi ricordare. Si poteva evitare. Le nostre orecchie ne avrebbero giovato.
Successivamente altre performance canore, Mahmood vestito di rosso glitter si esibisce nel medley “NLDA Intro”, “Bakugo”, “Ra ta ta”, “Soldi”, “Kobra” e “Tuta Gold”. Danza insieme ai ballerini e al contempo intona le sue canzoni con voce calda e potente.
A ‘Sanremo 2025 – quarta serata’ il calore del pubblico è percettibile, tuttavia si ha l’impressione di stare allo stadio per un concerto e non a una manifestazione canora all’interno dell’Ariston. A ogni modo la scelta del cantautore milanese che affianca Conti alla conduzione di ‘Sanremo 2025 – quarta serata’ si dimostra adatta e Mahmood dà prova anche delle sue doti di simpatia.
Riflessioni di fine serata
Sul finale Paolo Kessisoglu, che fa coppia con Luca, si esibisce con la figlia Lunita con la quale ha scritto una canzone sui disagi giovanili attuali, “Paura di me”, su cui si sta aprendo un dibattito ampio e bisogna accendere un faro diretto. Alla giovane, però, consigliamo di trovare presto la sua strada, ma che non sia quella del canto.
Kessisoglu, a tal proposito, ha tenuto a precisare: “La pandemia ha fatto da detonatore delle problematiche del mondo giovanile con disturbi dei comportamenti alimentari e varie patologie depressive anche dei ragazzi giovani con agiti suicidari, autolesionismo anche prima di 14 anni e post adolescenza fino ai 25. Questa generazione esprime il suo malessere più della nostra. Bisogna ascoltarli“
Questi messaggi arrivano sempre all’una di notte tanto da non portare la platea a riflettere e pensare. Chi resiste fino a tarda notte ne apprezza l’intento, ma se poco visti rimangono fini a loro stessi.
Notiamo, inoltre, che questa versione di ‘Sanremo 2025’ si porta dietro un bel bagaglio di dolore, di senso della maternità e paternità, come quello familiare. La sensazione è che le lacrime scendano facili, giungendo immediate come dare i voti.
Ben venga, forse, esibire la propria sofferenza, poiché se ne parla poco. Se tutte/i però forgiano la propria angoscia e ne fanno inni, preferiamo non assecondare le scelte di chi sceglie contraddittoriamente di metterla su pubbliche piazze.
Chi poi non ha famiglia né prole, come si sente al di là della barricata? La società si modifica nel tempo. E bisognerebbe tenerne conto.
Giorgia e Annalisa vincono il Premio Cover 2025.
Stasera si apre con “Tutta l’Italia”, non vediamo davvero l’ora di ascoltare il brano per intero. Siamo impazienti. Ma qui ci permettiamo di essere sarcastici.
Annalisa Civitelli e Anna De Paolis
Le prime dieci posizioni
Giorgia con Annalisa – Skyfall – Premio Cover 2025
Lucio Corsi con Topo Gigio – Nel blu dipinto di blu
Fedez Con Marco Masini – Bella stronza
Olly Con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – Il pescatore
Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – L’anno che verrà
Irama con Arisa – Say Something
Rocco Hunt con Clementino – Yes I know my way
Elodie e Achille Lauro – A mano a mano | Folle città
Clara con Il Volo – The sound of silence
The Kolors con Sal Da Vinci – Rossetto e caffè
Sanremo 2025 – quarta serata
Le esibizioni
Rose Villain con Chiello – Fiori di rosa e fiori di pesco
La versione riarraggiata del successo di Lucio Battisti viene riproposta da Rose Villain e Chiello con sentimento. Lei esula dalla sua consueta tonalità chiusa. Lui è una scoperta; tuttavia deve migliorare nella dizione. Entrambi hanno problemi con le “e”.
Modà con Francesco Renga – Angelo
Forse Renga dovrebbe smettere di essere autoreferenziale. Cambiare brano da cantare potrebbe essere risultare un’esperienza nuova.
Clara con Il Volo – The sound of silence
Clara è vocalmente portata per cantare brani di ben altro spessore. Tra i tre invece spicca Ignazio Boschetto che duetta in modo eccellente con Clara. L’intro a cappella inoltre colpisce chi ascolta, è ben eseguita e loro sono ben armonizzati. Si percepisce che la performance è stata studiata in maniera impeccabile. L’arrangiamento dell’orchestra rafforza l’insieme. Clara e Il Volo sono ben bilanciati.
Noemi e Tony Effe – Tutto il resto è noia
Noemi se la cava meglio di Effe, anche se però la canzone non valorizza le sue doti. La sua voce risulta sempre roca. Tony ci prova, ma non riesce a eccellere. Vocalmente l’accoppiata non c’entra niente. Il loro romano, tuttavia, riesce a combaciare in modo lineare ed entrambi si limitano a fare il loro dovere.
Francesca Michielin e Rkomi – La nuova stella di Broadway
La Michielin esprime più energia rispetto al brano presentato in gara, canta e suona in modo impeccabile. Scopriamo che Rkomi ha una voce, che si perde però un po’ sotto quella della Michielin, soprattutto nel ritornello. Indubbiamente altri tipi di testi e armonie lo aiutano a tirare fuori un timbro più consono al suo tono vocale. Per il cantante, infatti, la cover è la sua esibizione migliore rispetto le precedenti.
Lucio Corsi con Topo Gigio – Nel blu dipinto di blu
Lucio corsi continua a stupire il pubblico. La cover con Topo Gigi ci dona un tono nostalgico, riportandoci indietro nel tempo. Interagiscono insieme, divertendosi. Una canzone dai ritmi più cadenzati rispetto la classica versione che conosciamo.
Serena Brancale con Alessandra Amoroso – If I ain’t got you
Si entra nel mondo blues/soul. Notevole la Brancale che sfodera una voce calda e pronta ad affrontare il brano con l’Amoroso. Due voci che insieme creano un’elegante e notevole sinergia. Ottimo utilizzo del registro più basso dell’Amoroso che armonizza bene con la voce più calda rispetto la Brancale. Il finale assieme è intenso. Unico punto a sfavore è che, forse, potevano dividersi meglio il pezzo e/o cantare più parti assieme.
Irama con Arisa – Say Something
Irama proprio non ce la fa a estendere la voce, anche sforzandosi. Arisa sostiene meglio la canzone. Alle loro spalle otto violoncelliste che armonizzano il brano dalle note andanti e mai esagerate.
Gaia con Toquihno – La voglia e la pazzia
Finalmente assistiamo a una performance in cui Gaia esprime la sua vena artistica conforme alle sue corde vocali. Toquihno e la sua chitarra si dimostrano due compagni di viaggio esemplari.
The Kolors con Sal Da Vinci – Rossetto e caffè
Ritmi ’70/’80 che fanno ballare. A livello tecnico sono preparati. Cantano bene e si percepisce l’equilibrio tra di loro. L’ascolto del brano dunque risulta piacevole. L’arrangiamento non è solo orchestrato, i The Kolors infatti suonano dal vivo.
Marcella Bella con Twin Violins – L’emozione non ha voce
Canta un classico, scritto da suo fratello. Sostiene ritmi e sonorità senza sbagliare. I twin violins scompaiono nell’orchestra. I due si esibiscono con un pezzo dei Coldplay “Viva la vida” – che hanno suonato durante il covid, animando la platea e improvvisando una coreografia, saltellando qua e là sul palco e in platea.
Rocco Hunt con Clementino – Yes I know my way
Svegliano il pubblico tra rap e ritmi pop rivisitando il successo di Pino Daniele. L’esibizione è pulita e coinvolgente. Sul finale si sente l’audio di Pino e sullo schermo, sullo sfondo, campeggia la foto dei tre insieme. Pensiamo senz’altro che Geolier sarà invidioso. L’anno scorso, ricordiamo, che faceva il pavone portando sul palco del Festival sanremese la sua Napoli con un rap cadenzato, ma senza enfasi. Hunt e Clementino, al contrario, sono stati in grado di dare una sterzata di energia, omaggiando Daniele in 3 minuti.
Francesco Gabbani con Tricarico – Io sono Francesco
Che noia. Una rivisitazione della canzone monotona.
Giorgia con Annalisa – Skyfall
Tra le due c’è sintonia. Sostengono la voce in modo magistrale, donando al pubblico una performance pulita adatta alle loro capacità artistiche.
Simone Cristicchi con Amara – La cura
Reinterpretano Battiato più che cantando, quasi recitando il testo. Tengono i tempi sincronizzandosi senza perdere la giusta intonazione. Dopo la canzone in gara per la mamma, il cantautore romano ci mette pure “La cura”, puntando al sentimentalismo del pubblico.
Sarah Toscano con Ofenbach – Overdrive
Tra elettro e pop si crea un connubio di suoni che invita a ballare. La Toscano ha senz’altro una voce limpida, ma si comprende poco ciò che canta.
Coma_Cose con Johnson Righeira – L’estate sta finendo
Anche loro svegliano l’Ariston. Ritmo ballabile. La voce calda di Righeira prevale su quelle dei Coma_Cose.
Joan Thiele con Frah Quintale – Che cosa c’è
Finalmente! Si entra in una bolla swing. Qualche cosa di diverso che si distingue tra tutte le proposte delle cover. Una versione del brano dolce e delicata.
Olly Con Goran Bregović e la Wedding & Funeral Band – Il pescatore
Il giovane artista ci dona una versione del brano di De Andrè inconsueta. Armonie balcaniche si innestano nel ritmo classico a noi più familiare, dando vita a un frizzante arrangiamento coinvolgente e ben strutturato.
Elodie e Achille Lauro – A mano a mano | Folle città
Impeccabile la prima parte della loro performance. La seconda più rock e sensuale. Le due voci trovano equilibrio nell’insieme armonico.
Massimo Ranieri con Neri per Caso – Quando
Ranieri gioca facile. Insieme ai Neri per Caso reinterpreta il suo conterraneo con eleganza, senza fronzoli, facendo sì che il brano colpisca all’ascolto. Ranieri può fare tutto. E ci riesce.
Willie Peyote con Tiromancino e Ditonellapiaga – Un tempo piccolo
Peyote sembra faccia fatica a trovare la giusta tonalità. Si riprende però entrando in sintonia con Ditonellapiaga e Tiromancino, che sostengono la canzone. L’assolo alla chitarra di Zampaglione è impeccabile.
Brunori Sas con Riccardo Sinigallia e Dimartino – L’anno che verrà
I tre sembrano non trovare il ritmo giusto per sincronizzarsi musicalmente. La coordinazione è arrivata tardi. Ma nel complesso l’esibizione ci ricorda il grande poeta quale era Dalla.
Fedez Con Marco Masini – Bella stronza
Fatichiamo a inquadrare Fedez. Questa cover non ci dice nulla. Tranne il gossip precedente all’inizio del Festival.
Bresh con Cristiano De André – Crêuza de mä
Cristiano De Andrè suona lo bouzouki, uno strumento greco. Insieme a Bresh installa una suggestiva interpretazione del brano del padre.
Shablo Ft. Guè, Joshua e Neffa – Tormento | Amor de mi vida | Aspettando il sole
Wow! Un buon rap, ben eseguito e tutti si integrano intorno alle sonorità dei singoli brani.