Dal 20 al 27 ottobre, prorogata fino al 3 novembre, la Galleria Pitrosanti G.d.A., nel cuore del quartiere Borgo di Roma, di cui Marco Pietrosanti è il Direttore, ospita l’esposizione del fotografo Danilo Mauro Malatesta: ‘Schegge Mistiche – dalla frantumazione del credo all’inviolabilità del simbolo’. Nato a Chicago, da fotoreporter, con il passare del tempo, però non ha modificato la sua idea principe: mantenere intatto l’amore per l’antica tecnica fotografica. Sopravviene così una sperimentazione, attraverso la quale, Malatesta, riesce a stimolare la nostra curiosità
All’interno dei locali veniamo invasi da un senso di crollo delle ideologie. Questa la prospettiva che l’artista intende rimandarci tramite le lastre di vetro frantumate, appunto, e sottoposte al pubblico con quattro stampe e non solo. La mostra curata da Silvia Mattina, proferisce un intento di tutto rispetto: “la risposta all’interezza umana, che stiamo perdendo e, al contrario, dovremmo riconquistare“.
Oltre ad ammirare l’originale vecchio mezzo fotografico – che fa da richiamo in vetrina – utilizzato con l’antica tecnica dell’Ambrotipia (che richiede molta precisione) veniamo colpiti dai giochi in bianco e nero suggestivi e dinamici.
Il messaggio è chiaro: stiamo perdendo quei valori una volta ispiratori e da seguire.
Qui, le linee bianche – pittoriche – sembrano essere create con la china e si muovono su tutta la dimensione delle riproduzioni esposte.
Gli spazi invece rappresentano volutamente il vuoto esistenziale: sarebbero pertanto da riaccostare e ricompattare. Si tratta quindi di ricomporre il puzzle di quel mare in cui navighiamo persi e senza più punti di riferimento. Il ruolo dell’arte, in questa occasione, è perciò messo in secondo piano: non è essa a dover riunire le schegge, bensì l’uomo stesso.
Dal saggio del filosofo Stefano Valente, che approfondisce il tema e il valore dell’icona in sé, acquisiamo l’accostamento a quelle bizantine e russe, in cui l’oro, seppure opaco e trasparente al contempo induce al senso del mistero, alle lastre vitree di Malatesta più lucenti, perché appunto lavorate con la luce.
Nell’esposizione emerge dunque il concetto di opera d’arte a soggetto religioso ma anche quello iconico dei simboli che oggi giorno ci distraggono e ci allontanano da noi stessi e dagli altri, per incontrare l’incessante tecnologia.
Schegge Mistiche: il valore della classica fotografia
Malatesta vuole infatti dare una sterzata alla visione odierna della vita. Vediamo un Cristo raffigurato sulla croce. Il modello Lorenzo Pierno, il quale ne incarna le sembianze in modo perfetto, propone uno sguardo incisivo. Ci guarda e ci osserva in una foto; nell’altra, al contrario, comunica malinconia, quasi un’arresa diretta a una contemplazione profonda.
La sola mano ci dona il senso dell’abbandono: quell’abdicazione dal mondo in cui siamo arrivati al limite. Superarlo significherebbe giungere di conseguenza a una catastrofe umana. Infine, i simboli della crocefissione assemblati a terra: la corona di spine, le corde, il martello e l’incisione I.N.R.I., insieme dato da un suggestivo bianco e nero che coinvolge.
A sorpresa poi si apre una tenda. Nella stanza riposa la “Sindone”, l’opera principale. Il corpo del Cristo visto davanti e dietro su una distesa di otto lastre – orizzontali e verticali – in cui il negativo risalta sul bianco simbolico, riproponendo quella che fu l’immagine della “Sacra Sindone”, figura che prende vita dalla sovrapposizione di un lenzuolo sul corpo di Gesù.
Su un pannello verticale sono invece disposte le schegge di vetro originali in modo sparso, di due lastre frantumate: una sorta di provocazione offerta a chi assiste.
Un invito a riconquistare un po’ di quel mondo antico da rivalutare.
Sempre dal saggio di Valente si evince l’effetto della fotografia nella storia della tecnica ma anche l’impatto che la stessa ha avuto nella storia dell’arte. E Danilo ne è portavoce moderno e rivoluzionario che, controcorrente, non interviene con la sua mano nel ritocco, anzi, propone lo scatto essenziale, lucido e unico, poiché respinge ogni mezzo tecnologico attuale.
Molte le iniziative intorno a ‘Schegge Mistiche – Dalla frantumazione del credo all’inviolabilità del simbolo’ patrocinata dal Municipio Roma I Centro e dal Mods Museo della Sindone, mostra che possiamo considerare un incontro con la religiosità. Vuole infatti ricondurci verso la solidità dei rapporti umani e le virtù, che la Chiesa sembra aver perduto nel suo percorso soprattutto nella difficoltà di mantenere saldi i legami con i suoi fedeli.
E qui l’artista invita inoltre a riflettere e a porre uno sguardo attento al mondo circostante, a quello che accade intorno affinché proporci nuovamente guida di noi stessi.
Annalisa Civitelli
Galleria Pietrosanti G.d. A.
Schegge Mistiche
Dalla frantumazione del credo all’inviolabilità del simbolo
dal 20 ottobre al 3 novembre
Mostra fotografica con tecnica ottocentesca
di Danilo Mauro Malatesta
a cura di Silvia Mattina
con il Patrocinio del Municipio Roma I Centro
e del Mods Museo della Sindone