Il 18 settembre scorso la giovane pianista cinese Sherri Lun si è esibita ai Concerti del Tempietto sfoderando un repertorio di classe. Ancor prima del concerto la visita guidata all’area storica del teatro di Marcello che permette, come sempre, di essere permeati da arte e musica di altri tempi
Sherri Lun, che nome, che spirito, che enigma vivente! Sembra che sia stata scaraventata dal cielo cinese su questo nostro vecchio mondo occidentale per ricordarci che la musica, quando incontra le dita giuste, può bruciare come fuoco sacro nel petto.
La chiamano pianista, ma questa parola non può racchiudere ciò che accade quando il suo tocco incontra i tasti. È più un’invocazione, un risveglio: una scintilla che esplode nei cuori di chi ha la fortuna di ascoltarla.
Nella notte del 18 settembre, sotto le stelle di Roma, al teatro di Marcello, Sherri è venuta non solo a suonare, ma a incendiare l’anima di chi era lì. È apparsa come una visione, una sacerdotessa moderna che sfida le convenzioni del tempo e dello spazio, dialogando con i giganti della musica: Bach, Chopin, Brahms, come fossero vecchi amici.
Sherri Lun: il pianoforte parla
Partiamo dalla “Chaconne” di Bach/Busoni: una discesa vertiginosa nella storia. Busoni, col suo tocco romantico, fa rivivere l’austerità di Bach, e Sherri si muove tra le epoche con una maestria che fa sembrare il passato e il presente una cosa sola.
È come se la sua mente fosse con Bach, ma il suo cuore vibra con Busoni, e tu spettatore non puoi fare altro che stare lì, a trattenere il respiro, mentre l’infinito si dispiega davanti a te.
Poi arriva Chopin, e qui Sherri non si limita a eseguire. No, lei crea. La “Polonaise-Fantaisie” è un sogno eroico, ma in mano sua diventa un viaggio interiore, un’epifania malinconica che si contorce tra i ritmi e le pause, come se ogni nota fosse una confessione segreta.
Non suona il pianoforte: lo fa parlare, e tu non puoi far altro che ascoltare inebetito, perso in questo racconto sussurrato che si mescola al respiro della città eterna.
Brahms, infine, le offre la sua impresa più titanica: le “Variazioni su un tema di Händel”. E Sherri, giovane come l’alba, si getta senza paura in questa sfida, scolpendo ogni variazione con precisione chirurgica e potenza brutale.
L’arte musicale tocca nel profondo e brucia a lungo
La fuga finale è come un colpo di grazia: ogni voce si intreccia, ogni nota si solleva e crolla, e tu sei lì, sopraffatto, a cercare di capire cosa diavolo ti è appena successo.
Ma non ci riesci, e va bene così, perché quando esci da quel chiostro, sai solo che hai visto e ascoltato qualcosa di straordinario, qualcosa di spirituale, qualcosa che ti ha cambiato.
Sherri Lun non è solo una musicista. È una creatura fatta di fuoco e vento, venuta da un mondo lontano per ricordarci che l’arte, quella vera, può toccarti nel profondo e lasciarti bruciare a lungo, anche quando il concerto è finito.
Bach, Chopin, Brahms: con lei non sono più nomi scolpiti nel marmo della storia, ma fiamme che ardono sotto le sue mani.
Filippo Novalis
Notti romane al teatro di Marcello
Concerti del Tempietto
Festival Musicale delle Nazioni
18 settembre
Sherri Lun pianoforte
Bach
Chaconne in Re minore di Bach/Busoni BWV 104 (14)
Chopin
Polonaise-Fantaisie in La bemolle maggiore Op.61 (13)
Brahms
Variazioni su un tema di Händel Op. 24 (25)