L’ultimo spettacolo in concorso a Salviamo i talenti, presso il teatro Vittoria di Roma è ‘Sono una bomba. La storia di Peppino Impastato’: con una messinscena improbabile e sorpassata, Nicolò Ayroldi prova a rendere omaggio alla figura del giornalista siciliano
Con un monologo pieno di intrusioni, Peppino Impastato racconta al pubblico le vicende della propria vita che l’hanno spinto a interessarsi al giornalismo di denuncia e soprattutto alla lotta alla criminalità organizzata, in primo luogo alla Mafia, fino a morirne.
‘Sono una bomba. La storia di Peppino Impastato’ è un lavoro controverso, quasi psichedelico, che lascia profondamente perplessi.
L’opera di Nicolò Ayroldi è costruita con uno stile eclettico e rumoroso su uno sparuto insieme di aspetti della vita di Peppino Impastato, per diventare poi in breve un lavoro dallo spirito ormai sorpassato che non convince affatto.
Sono una bomba: un’atmosfera noiosa
Ayroldi si fa dunque interprete di un monologo che nulla di nuovo narra della figura di Impastato, ma che anzi si riempie di elementi drammaturgici e registici del tutto irrilevanti e poco funzionali.
Il testo tende a essere caotico e spesso anche irritante e, ancor peggio, confinato in una cornice dalle atmosfere sperimentali che in realtà non hanno nulla di stupefacente o singolare, e finisce dunque per diventare molto noioso e per nulla stimolante.
Ayroldi ha sicuramente avuto le idee chiare nella fase di realizzazione di questo lavoro, ma la natura così ibrida che ne risulta fa di ‘Sono una bomba: La storia di Peppino Impastato’ uno spettacolo che si dimentica in fretta.
Gabriele Amoroso
Teatro Vittoria
26 settembre
Sono una bomba. La storia di Peppino Impastato
Scritto, diretto e interpretato da Nicolò Ayroldi
Sound designer Paolo Vista