La giovane e brava attrice Giulia Vannozzi è ospite del teatro Studio Uno di Roma con un monologo da lei anche scritto e diretto: “Sottopelle” è un racconto biografico, ricco di dettagli e sostanza, che mette in guardia il pubblico dai rischi che si possono correre quando si sente il bisogno di sfogarsi e evadere dalla quotidianità
Isa Benelli è una donna di trentasei anni, moglie e madre di due figli e rappresentante di un’azienda che produce caffè in capsule. Conduce una vita ripetitiva, noiosa e persino solitaria per via del mestiere di suo marito, spesso assente per motivi professionali. Con l’involontaria intercessione di una vecchia compagna di università, Isa inizia a passare il proprio tempo libero convincendosi di poter aiutare il prossimo ma lo slancio altruistico, che improvvisamente la pervade, la porterà anche a vivere una nuova e particolare serie di emozioni sentimentali e sessuali che, trattate senza controllo, la metteranno di fronte ad uno spavento chiamato HIV.
“Sottopelle” è uno spettacolo che non ha regia: non c’è musica, non ci sono cambi di luce, non c’è movimento dell’attrice; l’azione si limita al racconto biografico di una persona come tante che vive una disavventura non poi così distante da ciò che potrebbe capitare a chiunque.
Il testo è totalmente figlio della brava Giulia Vannozzi, di conseguenza l’intera messinscena è nelle sue mani. Bravissima nella sua interpretazione, la giovane attrice sceglie probabilmente di proposito di liberare completamente lo spazio a sua disposizione da scenografie, cambi luci, musica e fondamentalmente della regia, e in tal modo lascia il pubblico concentrarsi esclusivamente sul testo – scritto peraltro benissimo – per poter analizzare nel modo migliore la storia della protagonista.
In effetti tutto quello che “Sottopelle” vuole raccontare arriva forte e chiaro alle orecchie del pubblico che, dunque, ha la possibilità di riflettere su quanto una malattia come l’AIDS possa ancora spaventare ma soprattutto su come commettere certi errori, per disattenzione o leggerezza, possa mostrare un conto da pagare poi tutta la vita.
Pur nella sua particolarità, lo spettacolo si distingue per una potente sincerità ed un’atmosfera da confessione che permette agli spettatori di entrare in confidenza con le parole ascoltate e con la protagonista in scena; di fatti questo è un lavoro intimo e onesto e trova il suo luogo di rappresentazione ideale proprio in uno spazio raccolto e tranquillo come è la struttura romana dello Studio Uno che ha avuto così il merito di proporre “Sottopelle” alla platea capitolina.
Gabriele Amoroso
Teatro Studio Uno
dal 31 gennaio al 3 febbraio 2019
Sottopelle
di e con Giulia Vannozzi
regia Giulia Vannozzi