Assenze e presenze
In scena al teatro Piccolo Eliseo di Roma dall’1 al 3 novembre, ‘Stranieri’, del grande drammaturgo Antonio Tarantino, è un testo apparentemente complesso ma pieno di significato e spessore verbale e costruito su uno scivolo di scene che soltanto nelle ultime battute, tra la commozione e la pace, fanno luce sul senso più intimo dell’opera
Un uomo barricato in casa, in quella che per lui è una gabbia dorata, viene continuamente disturbato da due inquietanti figure che bussano alla sua porta. Dall’interno, dove l’unica compagnia è rappresentata dai suoi deliri e pochi libri che gli forniscono una conoscenza approssimativa e scadente, l’uomo inveisce con violenza contro questi sconosciuti finché le pareti della casa non si liquefanno, permettendo allo strano personaggio di riconoscere quegli estranei.
Scritto in maniera unica e sublime, ‘Stranieri’, il copione firmato da Antonio Tarantino, è una storia pregna di dolore, rabbia e rimpianto e allo stesso tempo una metafora profonda e veritiera di come tantissime volte quelli che noi riteniamo essere stranieri sono in realtà le persone a noi più vicine, quelli che conosciamo meglio.
La brutalità verbale che il protagonista, uomo solitario e gretto, indirizza con sprezzo verso gli stranieri, i diversi, quelli che non parlano la nostra stessa lingua, è la prova di come la paura del diverso sia ingiustificata e quando esiste è perché, in realtà, quel diverso lo conosciamo bene.
È inoltre singolare osservare come un evento radicale e senza compromessi come la morte, altro elemento che permea la rappresentazione, possa diventare una soluzione quasi rappacificatrice per tutte quelle circostanze che si sono incamminate su una strada sbagliata per colpa dell’incomunicabilità.
La scrittura di ‘Stranieri’ fa di questo spettacolo un testo sicuramente non per tutti, eppure il modo in cui quelle parole, così ricche ed elaborate, riescono a raccontare la sostanza più intima del testo stesso, arriva con una chiarezza cristallina che, svelandosi soltanto nelle battute finali, contribuisce a rafforzare ancor di più la dichiarazione che l’opera fa: questa verità che, una volta compresa, dimostra di appartenere a tutti.
La regia del bravissimo Gianluca Merolli riesce a mettere in scena ogni condizione del copione: l’isolamento, l’assenza, la separazione, la fine, il passaggio senza abbandonare mai una forma esteticamente piena di suggestione e di capacità di mutare e accompagnando con metafore visibili l’evolversi dell’azione che alla fine soddisfa il pubblico con un momento profondamente commovente.
Lo stesso Merolli è in scena in compagnia di Francesco Biscione e Paola Sambo, potenti interpreti di due coniugi persi e ritrovati i quali, in quanto protagonisti della storia, incarnano alternativamente tutti quei sentimenti che disegnano i contorni dei rapporti tra gli esseri umani.
Gabriele Amoroso
Teatro Piccolo Eliseo
dall’1 al 3 novembre
Stranieri
di Antonio Tarantino
regia Gianluca Merolli
con Francesco Biscione, Paola Sambo e Gianluca Merolli
scene Paola Castrignanò
costumi Domitilla Giuliano
musiche Luca Longobardi
luci Marco Macrini
produzione Andrea Schiavo per H501