Tempi nuovi
Gabriele Amoroso Stagione 2018/2019 cristina comencini, iaia forte, maurizio micheli, nicola ravaioli, recensioni, Roma, sara lazzaro, teatro, teatro ambra jovinelli, tempi nuovi 0
“Tempi nuovi”, la divertente commedia scritta e diretta da Cristina Comencini, torna in scena: stavolta è il teatro Ambra Jovinelli di Roma ad ospitare questo lavoro, dal 27 febbraio al 10 marzo, che cerca di fare il punto sull’eterna rivalità tra vecchio e nuovo arrivando alla conclusione che, per quanto si possa resistere, il tempo passa e tutte le novità che esso porta renderanno il presente passato in un attimo
Giuseppe è uno storico che ama i libri e la lettura ed è quanto di più lontano possa esistere da pc, tablet e cellulari. Abita in un grande appartamento pieno di volumi insieme a sua moglie Sabina, una simpatica giornalista che si trova perfettamente nell’epoca contemporanea e a suo figlio Antonio, uno studente scapestrato e tecnocrate. La figlia maggiore, Clementina, vive fuori casa ma tornerà per comunicare ai genitori una notizia molto importante che, in quanto tale, lascerà tutti a bocca aperta.
La commedia della brava Cristina Comencini senza dubbio diverte ed intrattiene, anche in un tempo relativamente contenuto, tuttavia lo spessore del testo non è sempre brillante, anzi, in diversi casi si riscontra una palese scontatezza nel mettere in scena l’eterna rivalità fra passato e presente, modernità ed antichità, genitori e figli, giovani e anziani.
A fronte di parecchie battute azzeccate e comiche ce ne sono altrettante che sanno esageratamente di già sentito ma è tuttavia proprio la tecnologia ad essere un tema complicato da affrontare, dal momento che qualsiasi riflessione in merito è già datata nel giro di un giorno: fondamentalmente questo è un argomento che non è mai attuale.
“Tempi nuovi” però ha il merito di usare il dualismo tra vecchio e nuovo non soltanto a proposito della tecnologia ma anche, soprattutto, nelle relazioni sessuali così come sono intese dagli adulti e dai giovani e ne esce un’analisi interessante quanto verosimile e, per certi versi, molto deprimente.
Il testo è più forte tra le righe e quando si allontana dalla comicità più sfacciata: l’antico e il moderno sono due concetti che esistono uno in funzione dell’altro e troppo spesso, come accade ai protagonisti di questo spettacolo, si vive in un’epoca convinti di essere “al passo coi tempi” ma si reagisce come se di fatti si vivesse in un’altra; è qui che la messinscena assume una deliziosa atmosfera alla “Indovina chi viene a cena?” e prova a comunicare che il vero senso della modernità non è saper usare perfettamente un computer ma riconoscere ed accettare, o meglio capire, tutte le sfaccettature dell’umanità.
È necessario dire che l’opera, pur nelle sue circostanze esasperate e spesso inverosimili, propone comunque una riflessione sulla difficoltà dello stare comodi in un momento storico contemporaneo quando non si è più giovani e il tempo corre inarrestabile, mostrando un aspetto reale e purtroppo irrisolvibile del semplice concetto di età anagrafica.
Il lavoro può contare sulla bravura di tutti i membri del cast, da un simpaticissimo e disinvolto Maurizio Micheli all’ironica Iaia Forte, fino ai due giovani interpreti dei figli della coppia, Sara Lazzaro e Nicola Ravaioli, precisi e a loro agio sul palco.
Gabriele Amoroso
Teatro Ambra Jovinelli
dal 27 febbraio al 10 marzo
Tempi nuovi
di Cristina Comencini
regia Cristina Comencini
con Maurizio Micheli, Iaia Forte, Sara Lazzaro, Nicola Ravioli
scene Paola Comencini
costumi Antonella Berardi
aiuto regia Paola Rota
assistente alla regia Jacopo Angelini