In viaggio con Antonio Infantino
Luigi Cinque, con il sostegno di “Lucana Film Commission”, è l’autore di questo docufilm che ha come protagonista il musicista Antonio Infantino, leader storico del gruppo di musica popolare “I Tarantolati di Tricarico”, straordinaria esperienza musicale negli anni Settanta, fatta di ritmo forsennato e dirompente creatività
Luigi Cinque, regista e musicista, delinea uno straordinario ritratto di Luigi Antonio Infantino, morto lo scorso 30 gennaio a 74 anni. L’esigenza di realizzare un lungometraggio che raccontasse nella sua interezza la complessità e l’eclettismo di questo personaggio, nasce dalla necessità di donare la sua memoria alle generazioni future, trasmettendo loro la sua straordinaria capacità di agire sul presente, sulla contemporaneità, partendo dalle più profonde radici del nostro passato, in un rapporto di continua e libera dialettica con la realtà.
Antonio Infantino, musicista, artista, poeta, è nella visione di Cinque, il ‘Fabulous Trickster’, mitica figura di collegamento tra uomini e divinità, il briccone divino della musica contemporanea, capace di distruggere il mondo conosciuto, l’ordine costituito e di crearne, con la sua genialità, uno diverso.
Negli anni Settanta i suoi “Tarantolati di Tricarico” hanno rappresentato infatti, per molti appassionati di musica, un’esperienza culturale fondamentale e fondante, fisica e sonora, fatta di ritmo, creatività e forsennato dinamismo.
Già nel 1975 Antonio Infantino è appunto un personaggio di spicco nel panorama musicale italiano e non solo. La musica folklorica del sud–Italia è per lui solo il punto di partenza di un’evoluzione artistica che lo condurrà verso la sua vera dimensione: quella dell’arte contemporanea.
Suo fu il merito, in quegli anni, di rivoluzionare la musica italiana, individuando nel ritmo frenetico ed esplosivo della taranta, quella possibilità di eversione quasi sacrale che soltanto il rock americano fino a quel momento aveva saputo trasmettere.
Il docufilm di Luigi Cinque, costruito su di una solida sceneggiatura che non lascia spazio al caso, pur nel realismo della narrazione, permette tuttavia ad Infantino di raccontarsi con autenticità attraverso la sua musica e le sue parole, raccolte dalla giornalista Monica Belardinelli sua compagna di viaggio.
Il lungometraggio si snoda dunque lungo il fil rouge del dialogo/intervista e restituisce allo spettatore, attraverso conversazioni, interventi di personaggi, immagini di repertorio, l’Infantino di oggi, filosofo e un po’ sciamano, che mostra se stesso e le sue memorabilia, ma anche il musicista e l’artista, straordinario performer, capace di dar vita ad esibizioni coinvolgenti, dal sapore arcaico, forsennato, tribale e al tempo stesso estremamente avanguardistico.
Architetto, cantautore, poeta, una “delle cose migliori della cultura e dello spettacolo di questi ultimi quarant’anni”, come lo definì all’epoca la mitica Fernanda Pivano, pittore e artista visivo concettuale, a Firenze in contatto con i protagonisti del movimento Fluxus, come Giuseppe Chiari, e con il mitico Living Theatre, Infantino è il trickster capace di mettere in moto il cambiamento attraverso la contraddizione, il paradosso e la forza degli opposti.
La cadenza ossessiva della sua chitarra, che scandisce la sua ricca e prolifica parabola intellettuale, e attraverso i testi primitivi delle sue poesie, Infantino sa parlare ad un’intera comunità, portando alla luce tutto il bagaglio simbolico di conoscenze cosmiche e rituali di una cultura antica meridionale, greco-mediterranea, della quale il tarantismo è un tratto fondamentale.
La sua opera, compendio di quel mondo antico, ma sempre vivo, diviene dunque viaggio nella nostra memoria storica, riscoperta di quelle radici culturali che permettono ad ognuno di noi di non smarrirsi in tutti i non-luoghi dell’esistenza umana.
I palchi dei suoi concerti accolgono la celebrazione di una sorta di rito da lui presieduto, che racconta la lontananza dell’uomo dal mito, la sua separazione dalla natura e, oggi più che allora, quel racconto costituisce il punto da ripartire se vogliamo davvero che esista un futuro.
Simona Bernardini
The fabulous Trickster – In viaggio con Antonio Infantino
Regia Luigi Cinque
con Antonio Infantino, Monica Belardinelli, Luigi Cinque e Agostino Cortese
Fotografia Michele Cinque e Vincent Ruocco
Montaggio Piero Lassandro
Musica Antonio Infantino e Luigi Cinque
Produzione Mrf 5 film
Distribuzione Istituto Luce Cinecittà (Italia)
Paese Italia
Anno 2018
Durata 96 min
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