La danza della natura
Il balletto classico e la danza contemporanea sono sempre più presenti sui palchi italiani. Tali arti, che ci trasportano in altri mondi, tramandano sempre messaggi che ognuno percepisce a suo modo, lasciando la fantasia libera di esprimersi
Il neo teatro Basilica, sito in zona San Giovanni a Roma, apre il sipario in veste nuova e con intenti interessanti. Il cartellone infatti offre proposte variegate che vanno dal teatro classico alla danza, dalla musica alle degustazioni per accompagnare le offerte culturali.
Dal 18 al 22 dicembre, lo spettacolo di teatro-danza, ideato dalla ballerina e coreografa americana, Jacqueline Bulnés, rimanda alla platea un nuovo messaggio: quello cioè di avvicinare tutti a questa arte sublime che va pian piano innestandosi nella vasta programmazione teatrale nostrana.
A volte, quindi, capita di assistere a performance di questo genere, che ci inducono a riflettere su quanto il movimento del corpo sia metafora delle parole, e ci invitano a fermare i pensieri, lasciando che la mente fantastichi e traduca ciò che vede in scrittura.
‘The Gravity between’ ne è un esempio. L’ispirazione vive di un respiro internazionale e coinvolge attori e musicisti di varie nazionalità. Accanto a Jacqueline vediamo i performer Frances Samson, Michele Degirolamo, Giulio Forges Davanzati, Giuseppe Sangiorgi e Stefano Vona Bianchini, mentre le musiche composte da Niklas Emborg Gjersøe riescono nell’insieme ad essere coinvolgenti.
I soli strumenti, il contrabbasso e il sassofono (suonati rispettivamente da Niklas Emborg Gjersøe e da Marc Bernstein), donano un tocco quasi magico: le sonorità stridule, elettroniche, jazz, e dalle nuance moderne, evocano la sensazione di essere circondati dai suoni della natura e non solo.
Suddivisa in tre quadri ben delineati, “Crying Animal & Differentia”, “Intermission” e “The Gravity Between”, la performance ci rimanda immagini ed emozioni: a noi arriva il forte desiderio di contatto umano; il senso di respiro e di libertà; la voglia di silenzio e di ascoltare assorti ciò che ci circonda.
Piroette, passi a due e volteggi sono l’essenzialità. Noi figuriamo vento, alberi che parlano tra loro, claustrofobia, follia, costrizione dalla quale liberarsi, allineandosi al senso di sospensione dell’uomo e della nascita intesa nella sua più alta accezione, invitandoci a vivere ciò che sentiamo al momento, senza perderci nulla.
Le movenze fluide aiutano perciò a comprendere quello che la Bulnés desidera far arrivare al pubblico: oltre a sentirsi immersi in una dimensione nuova, la coreografa punta sul concetto di gravità come calamita, che dà energia e avvicina gli esseri umani, magari senza aver paura. Lasciarsi andare al reale potrebbe essere pertanto una forma rivoluzionaria nell’attuale mondo dei social.
Siamo consapevoli di non essere avvezzi al teatro-danza ma altrettanto pensiamo che questa arte sta prendendo sempre più piede sui palchi italiani. Vivere nuove esperienze, ricche anche di simbologie, richiede impegno, quasi come essere avvolti da un limbo meditativo.
Annalisa Civitelli
Teatro Basilica
dal 18 al 22 dicembre
The Gravity Between
diretto da Jacqueline Bulnés
composizione Niklas Emborg Gjersøe
luci David Barittoni
costumi Michele Degirolamo e Jacqueline Bulnés
Performer:
Jacqueline Bulnés, Frances Samson, Michele Degirolamo, Giulio Forges Davanzati, Giuseppe Sangiorgi e Stefano Vona Bianchini
Musicisti:
Niklas Emborg Gjersøe e Marc Bernstein
Atto I:
Crying Animal & Differentia
Intermission
Atto II:
The Gravity Between