‘The Pines’ è un disco nostalgico che guarda al passato. Un lavoro discografico che, in tempi di musica di massa che urla disagi sociali ed esistenziali, riesce a parlare all’interiorità dell’ascoltatore recandogli conforto come una calda coperta, che prepara l’ambiente ideale per sognare, indugiando nel ricordo
Dopo “Paleopolis”, registrato in un’antica basilica napoletana nel 2014, il 30 novembre scorso Ben Slavin, folk singer americano di nascita ma italiano di adozione, si ripropone al pubblico con l’album ‘The Pines’, etichetta Apogeo Records.
Il cantautore vive in Italia da quasi 20 anni; laureato in canto come baritono presso l’Arizona State University, si trasferisce a Milano per continuare a studiare canto lirico, ma, una volta nel nostro paese, il destino agisce in modo da fargli cambiare obiettivi e gli prospetta un posto nel mondo della canzone d’autore.
Con discrezione si entra nel lavoro di Slavin con il primo brano, probabilmente il più significativo dell’intero album, “To Wait, My love”, che si offre con sonorità decisamente ancestrali che rievocano i grandi spazi naturali tipici del nuovo continente.
Si prosegue l’ascolto con pezzi che entrano a pieno titolo nella tradizione pop – folk di oltreoceano, quasi tutti connotati da un pizzico di malinconia, che contribuisce a rendere l’esposizione musicale non banale, anche grazie all’uso di timbriche solari, tipicamente mediterranee.
Molto originale “Cetara”, l’unico motivo in lingua italiana, dove Slavin si discosta stilisticamente dal resto dell’album e dove canta il breve testo su un tappeto di sovra–incisioni al femminile, che rende vivo nell’immaginario dell’ascoltatore il mitologico canto delle sirene, seducente ma pericoloso. Un canto che, come il brano in questione, ma in realtà forse come il disco nella sua interezza, ha la capacità di attrarre e di respingere, vivendo nella sua essenza di contrasti marcati.
The Pines: idee musicali fruibili
L’album ‘The Pines’ ha la prerogativa, quindi, di accogliere in sé elementi nostalgici tratti dalle origini nordamericane del cantautore e momenti della sua vita recente in Italia. Il folksong suonato sotto il cielo infinito americano si sposa con raffinate melodie che ricordano, a volte, lo sciabordio delle onde del “Mare Nostrum”.
Il disco è realizzato dallo stesso Slavin, che oltre a suonare chitarra acustica, banjo e ukulele, usa la voce sempre con misura e con una certa sensibilità musicale, in collaborazione con Andrea Faccioli, polistrumentista, arrangiatore, produttore e realizzatore del mixaggio. I background vocali sono di Odette di Maio.
Complessivamente ci troviamo davanti ad un lavoro di qualità, sicuramente ben realizzato, in cui idee musicali, a volte non particolarmente innovative, vengono rese fruibili con il buongusto dell’attenzione al particolare, con sfumature di colore date ad arte, con la delicatezza e l’accortezza di raccontare un’emozione, creando una rete invisibile di memoria velata di inquietudine da condividere con l’ascoltatore.
‘The Pines’ è un album che guarda al passato, sotto una luce di calda mestizia, probabilmente senza rimpianti; un lavoro discografico che, in tempi di musica di massa che urla disagi sociali ed esistenziali, riesce a parlare all’interiorità dell’ascoltatore recandogli conforto come una calda coperta, che prepara l’ambiente ideale per sognare, o meglio, nel nostro caso, indugiare nel ricordo.
Sergio Battista
Ben Slavin
The Pines
1. To wait, my love
2. On Washington Square
3. Ode to Clitumnus
4. Ordinary builds
5. The Pines 1: Barnegat
6. Tosti songs and Art Nouveau
7. Lemon biscuits tin
8. The Pines 2: Mausoleum
9. The Pines 3: forgotten prince
10. Leave
11. Cetara
12. Lithograph train
Ben Slavin voce, chitarra acustica, banjo, ukulele
Andrea Faccioli alias Cabeki – musicista dei Baustelle – polistrumentista, arrangiamenti, produttore e mixaggio
Direzione Artistica Andrea Faccioli e Luci della centrale elettrica
Background vocali Odette di Maio
Studio di registrazione Sanità Music Studio (Napoli), Kokoro Studios e studio di Andrea Faccioli (Verona)
Lorenzo Caperchi (Tup Studios) masterizzazione
Lorenza Acconcio grafica
Etichetta Apogeo Records