Io ormai: il primo passo
Al Teatro Vittoria dal 26 al 31 marzo torna il paroliere italiano che, attraverso collegamenti e concetti che allineano momenti di vita, attinge alla letteratura e a qualsivoglia materia. Egli gioca magistralmente con i vocaboli e i loro significati inducendoci a pensare alle tante sfaccettature e alle visioni dell’esistenza
Con il suo consueto gioco di parole Alessandro Bergonzoni apre la sua ultima performance. Il comico, scrittore, autore e attore teatrale bolognese anche questa volta sorprende e rapisce il pubblico con metafore sociali e riflessioni politiche tremendamente attuali e che, al contempo, assumono per ciascuno di noi significati diversi e plausibili.
Molti i luoghi comuni e le atmosfere prese in considerazione, situazioni surreali tra le quali si fanno strada temi come la religione, il bene ripartito, la bellezza, i migranti, l’omertà, la città di Taranto (e ancora ci chiediamo il perché), le paure insite, e altre argomentazioni alle quali dovremmo prestare più interesse.
Bergonzoni incita a chiederci e a chiedere sempre, a “pensare spesso” in termini di strato non in termini di più volte, a fare attenzione a tutto, a soffermarci contrapponendo la vita alla frenesia, a non essere immobili alla stessa. Esorta la riconquista della propria dignità e responsabilità, badando inoltre ai nostri limiti. Secondo l’artista dobbiamo osare, ognuno con i propri passi – termine che racchiude in sé varie accezioni – e quindi varcare la soglia del mondo: una sorta di rinascita affinché staccarsi dalle sicurezze e guardare dall’alto l’essenza del tutto.
L’attore sul palco invita un “via vai” di gente invisibile – siamo noi che non ci rendiamo tangibili a noi stessi oppure gente che viene notata poco dalla comunità – che appunto cammina avanti e indietro in scena insieme a lui, magari migranti. Egli stesso è curioso, cerca risposte alle tante domande rivolte proprio a queste persone di cui si circonda in un immaginario singolo e collettivo.
Tiene a precisare che “l’uomo è in pericolo” e se smettesse di abitare la Terra i problemi si risolverebbero nell’immediato; segue con il suo filosofeggiare attingendo al sovrapensiero – il pensiero oltre – per toccare anche corde emozionali: “quanto pesano un abbraccio e una carezza?“, per ricordarci il contatto con noi stessi e gli altri, con il corpo e ciò che esso comunica e insegna grazie ai molteplici movimenti.
Verso il finale Bergonzoni cede alle provocazioni toccando problematiche che oramai coinvolgono la collettività intera tra guerre e iniquità, mancanza di lavoro e solitudine, e un’estrema necessità di verità e di giustizia. Inserisce nell’insieme i rapporti familiari e le combinazioni della vita, quelle che si creano e chissà dove ci portano.
“Trascendi e sali” è una rappresentazione più da ascoltare che da vedere: vi è dunque la possibilità di azionare la materia grigia e farla graziosamente volteggiare al suono dei rocamboleschi giochi di parole a cui Bergonzoni ci ha abituati dal principio.
Di e con Alessandro Bergonzoni, vanta la regia dello stesso attore coadiuvato da Riccardo Rodolfi; inoltre, vede l’autore coinvolto in mimiche e movenze corporee, che occupa tutto lo spazio a sua disposizione all’interno di una scenografia peculiare che completa l’intero quadro.
Annalisa Civitelli
Teatro Vittoria
dal 26 al 31 marzo
Trascendi e sali
di e con Alessandro Bergonzoni
regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene Alessandro Bergonzoni
assistenza impianti tecnici Tema Service
produzione Allibito Srl
distribuzione e organizzazione Progetti Dadaumpa