Fino al prossimo 3 aprile, il teatro Brancaccio di Roma presta il proprio palcoscenico a ‘Tutti parlano di Jamie’, l’atteso musical britannico che, in nome dell’inclusività, racconta la storia di Jamie New, uno studente di Sheffield che vive per un suo personalissimo sogno: diventare una Drag Queen. Nel corso della rappresentazione, Jamie, interpretato dalla rivelazione Giancarlo Commare, insegna a tutti che libertà è felicità
Jamie è un sedicenne di Sheffield, studente come tanti ma unico: il ragazzo ha una sola, grande ambizione e cioè diventare una Drag Queen. Supportato dall’affetto di sua madre Margaret, da Pritti, sua amica del cuore, e soprattutto da Hugo, un saggio commerciante che in gioventù fu la Drag Loco Chanel, Jamie realizzerà il proprio sogno e farà sparire i pregiudizi della comunità in cui vive e dei bulli che lo tormentano.
La rappresentazione è lunghissima – troppo – colorata e con un buon ritmo: il bravo regista Piero Di Blasio ha realizzato un ottimo lavoro, soprattutto nella perfetta successione delle scene e nella armonia drammaturgica globale.
Nonostante il lavoro sia un musical, alcuni dei numeri cantati risultano quasi superflui o irrilevanti ma quella che davvero, sotto un certo punto di vista, è una nota stonata che rovina alcuni momenti dello spettacolo sono gli adattamenti in italiano delle canzoni originali: i testi nella nostra lingua sono oltremodo banali, ripetitivi e niente affatto riusciti.
Nell’opera, incredibilmente, manca un’analisi approfondita di quella che è la figura della Drag Queen che, per come viene descritta nel corso dell’azione, è semplicemente la figura di un uomo mascherato da donna e sono in effetti ridotti a zero gli accenni a tutta la componente creativa che invece caratterizza queste artiste.
Fortunatamente ciò non allontana l’attenzione del pubblico dal concetto davvero importante alla base di ‘Tutti parlano di Jamie’ e cioè l’inclusività: siamo arrivati a un punto della nostra storia, in quanto esseri umani, nel quale il rispetto per chi vuole condurre una vita diversa dalle convenzioni deve essere la norma.
Sebbene talvolta vada a cadere nel macchiettistico, Giancarlo Commare è l’unica vera star di questo lavoro: il giovane interprete conferisce a Jamie una simpatia che lo porta a farsi amare dal pubblico già dalle prime battute e, per quanto come ballerino l’attore non si lasci certo ricordare, nel canto e soprattutto nella recitazione, il protagonista domina il palcoscenico, facendo ben presto dimenticare le prestazioni del resto del cast, e alla fine dello spettacolo merita tutti gli applausi che riceve.
Gabriele Amoroso
Teatro Brancaccio
dall’8 marzo al 3 aprile
Tutti parlano di Jamie
da un’idea di Jonathan Butterell
Adattamento e regia Piero Di Blasio
con Giancarlo Commare, Barbara Cola, Franco Mannella, Ludovica Di Donato, Lisa Angelillo, Benedetta Boschi, Flavio Marullo, Umberto Noto, Michele Savoia, Sebastian Gimelli Morosini, Giovanni Abbracciavento, Elena Barani, Robert Ediogu, Giovanni Ernani Di Tizio, Erica Mariniello, Giuseppe Menozzi, Matilde Pellegri e Giovanna Tino
Coreografie e supervisione artistica Laccio
Costumi Francesca Grossi
Libretto Tom MacRae
Direzione musicale Dino Scuderi
Musiche e orchestrazioni Dan Gillespie Sells
Scene Alessandro Chiti