Della serie ‘Tutto chiede salvezza’, uscita su Netflix il 14 ottobre 2022, si parla con entusiasmo in tutto il web. I numerosissimi consensi ricevuti non sono scontati trattandosi di una serie italiana, ma il tema e il modo in cui è stato affrontato hanno convinto il pubblico. Lo stesso hanno fatto gli attori, il cui compito è stato quello di mettere in scena alcuni disturbi mentali
C’è molto scetticismo riguardante le serie italiane, soprattutto da parte delle generazioni più giovani. In effetti, per anni, i palinsesti del nostro Paese sono stati popolati da fiction con protagonisti preti, suore, forze dell’ordine. Insomma, prodotti televisivi caratterizzati da certi valori tradizionali e da un retrogusto moralista.
Poi, l’avvento delle piattaforme di streaming ha permesso la diffusione di sceneggiati più alla portata delle persone under 30, che hanno così abbandonato del tutto o quasi il medium televisivo per migrare sempre più verso le prime.
Tuttavia, leggendo i commenti sui social sotto i post inerenti la serie Netflix ‘Tutto chiede salvezza’, si capisce che questa avrebbe funzionato anche in televisione: infatti, ha colpito nel profondo persone di età diverse, molte delle quali scrivono che dovrebbe essere vista nelle scuole, magari nelle classi delle superiori che frequentano i figli.
“Perché bisogna sensibilizzare su questi temi”, “perché fa davvero riflettere”, “perché rispecchia la realtà di molti giovani d’oggi”, dicono i commenti.
Eppure, il protagonista di ‘Tutto chiede salvezza’ è un ragazzo che ha 20 anni nel 1994. Si chiama Daniele ed esiste veramente: oggi è il quarantottenne autore dell’omonimo libro da cui è tratta la serie.
Tutto chiede salvezza: la storia di Daniele
Lo scrittore Daniele Mencarelli ha pubblicato nel 2020 un romanzo autobiografico con il quale ha raccontato la sua esperienza giovanile nel reparto psichiatrico di un ospedale romano.
Nell’adattamento audiovisivo, a interpretare Daniele è Federico Cesari, già noto per il suo ruolo come Martino in “Skam Italia”.
Un sabato notte nel giugno 1994, Daniele torna a casa e si mette a letto dopo una serata in discoteca a base di alcool e droghe. Quando riapre gli occhi la domenica mattina realizza di essere ancora su un materasso, ma non su quello di camera sua: si trova sotto ricovero per un TSO, ma non ricorda nulla degli eventi che lo hanno portato lì.
Il personale gli dice che dovrà rimanere in ospedale una settimana, ma lui protesta: non è mica un pazzo, e non ha niente a che fare con gli altri individui ricoverati in quel posto.
Il primo che incontra è Gianluca (Vincenzo Crea), un ragazzo gay dalla civetteria esasperata che gli rivolge delle avances espansive, respinte da Daniele con sdegno.
Nella loro stanza soggiorna anche Mario (Andrea Pennacchi), un insegnante in età matura con un modo di fare molto posato e protettivo.
C’è poi Madonnina (Vincenzo Nemolato), chiamato così perché non riesce a fare discorsi di senso compiuto, perciò non si sa nemmeno che nome abbia. Emette soltanto versi, eccezion fatta per una frase ricorrente: “Aiutami Madonnina mia!”.
Infine, c’è Alessandro (Alessandro Pacioni), un ragazzo costretto a letto in uno stato catatonico e vegetativo.
Questi sono i soggetti con cui Daniele trascorre i primi dei sette giorni del suo TSO, ognuno dei quali ha un episodio dedicato. Infatti, la serie inizia con una puntata intitolata “Domenica” e finisce con “Sabato”.
Sette giorni pieni di significato
In seguito, nel letto accanto a Daniele, si stabilisce Giorgio (Lorenzo Renzi), un uomo grande e grosso ma con capacità cognitive molto ridotte e un’aggressività latente.
Nel frattempo, Daniele ha avuto modo di fare la conoscenza di altri all’interno del reparto psichiatrico, come gli infermieri Pino (Ricky Memphis), Alessia (Flaure BB Kabore) e Rossana (Bianca Nappi) e i dottori Mancino (Filippo Nigro) e Cimaroli (Raffaella Lebboroni).
Lungi dall’essere professionisti ineccepibili, anche questi personaggi hanno talvolta una condotta problematica. C’è chi fa commenti razzisti e sessisti, chi cede alle richieste di Daniele contrarie al regolamento, chi arriva sempre in ritardo. E nessuno di loro all’inizio si accorge di come il ragazzo stia escogitando qualcosa per passare del tempo con la sua cotta Nina (Fotinì Peluso), attrice e influencer ricoverata nel reparto femminile per autolesionismo e tentato suicidio.
Né il suo rapporto con lei, né quello con i compagni di stanza saranno esenti da difficoltà per Daniele, il quale però con il tempo cambierà opinione sugli altri pazzi.
Come detto, ciascuno di essi è soggetto a disturbi mentali, i quali verranno chiariti nel corso degli episodi. Compreso quello di cui soffre il protagonista.
Lacrime e risate all’interno del reparto
I suddetti commenti che compaiono sui social spesso recitano: “Quante lacrime!”, “Preparatevi a piangere a dirotto!”. Ciò può essere realistico, soprattutto nel caso di spettatori sensibili all’argomento.
Tuttavia, non si tratta di una serie strappalacrime: per l’appunto, non è simile ad altri sceneggiati italiani studiati per commuovere, per suscitare pietà, per portare il pubblico a pensare “Poverini!”. Non ci sono neanche eroi da applaudire: hanno problemi i pazienti, così come il personale.
Certo, c’è qualche momento davvero toccante, ma ce ne sono anche di divertenti.
Divertono i compagni di stanza che cantano e ballano “La nave dei pazzi”, con Daniele che li immagina tutti come l’equipaggio di una nave da crociera che accoglie i passeggeri con fare elegante, compresi Madonnina e Alessandro che nella realtà si presentano in maniera opposta.
Fanno sorridere i dialoghi, il modo in cui Giorgio riverisce i dottori e come Gianluca si prodighi a mettere i fermagli tra i capelli di un Madonnina sempre sconvolto, sempre urlante.
Fanno sorridere, ma non di loro, bensì con loro. La recitazione dei protagonisti lo permette, essendo riuscita e curata al punto da non farli risultare macchiette, ma persone che hanno un bel daffare nel tenere a bada la loro mente, questo sì.
Tale aspetto non viene edulcorato, o forse un po’, forse dovrebbe dirlo chi soffre di disturbi mentali o chi li conosce per lavoro. Chi non ha esperienza di queste cose, può comunque godere di ‘Tutto chiede salvezza’ senza preoccuparsi di dover assistere a moralismi tipici di altre serie italiane.
Tornando all’ipotesi che questo prodotto sia adatto a essere visto nelle scuole, si può rispondere che sì, sarebbe bello, ma lo sarebbe anche se passasse in TV, visto che ha già convinto persone di tutte le età. In fondo, non solo i ragazzi hanno bisogno di sensibilizzazione su certi argomenti.
Eva Maria Vianello
Foto dal web
Tutto chiede salvezza
con
Federico Cesari Daniele
Vincenzo Crea Gianluca
Vincenzo Nemolato Madonnina
Lorenzo Renzi Giorgio
Andrea Pennacchi Mario
Fotinì Peluso Nina
Ricky Memphis Pino
Bianca Nappi Rossana
Flaure BB Kabore Alessia
Filippo Nigro Dottor Mancino
Raffaella Lebboroni Dottoressa Cimaroli
Produttori Paola Vargas, Roberto Sessa
Casa di produzione Picomedia
Distributore Netflix
Genere Drammatico, commedia
Anno 2022