“Ululuna” è uno spettacolo tratto dall’opera di Julio Cortàzar, scrittore e poeta argentino. Andato in scena a Roma, nel centralissimo Teatro Anfitrione, dal 9 al 14 aprile, è diretto dal giovane regista Jacopo Neri, che descrive il protagonista, lo scrittore Julio, dapprima attraverso la voce e il volto di Francesco Guglielmi, mentre il Cortàzar di mezza età viene interpretato da Stefano Benni, anche co-autore del testo
Lo spettacolo si presenta estremamente onirico sin dalle prime interazioni tra il pubblico e dei folletti dispettosi e giocherelloni, i quali passano anche più volte in platea. Gli attori, dal make up blu-verde sugli occhi, a mo’ di maschera, e in aderenti tute nere, sono i giovani allievi dell’Accademia del Teatro Stabile di Roma.
Le nove attrici e i due attori, Valeria Pian, Chiara Cappelli, Amandine Declos, Lorenza Molina, Francesca Romana Filippo, Margherita Maggio, Federica Ciminelli, Rachele Patanè, Maria Caterina Catroppa ed infine, Francesco Renna e Lorenzo Giovannetti, danno corpo alla dimensione più surreale di tutto il racconto. Loro interpretano i ‘cronopi’, invenzione del maestro, che appaiono e scompaiono, a seconda dello stato d’animo dello scrittore.
“Ululuna” si apre dunque con la crisi del giovane Julio Cortàzar: pochi libri, una scrivania e una sedia ci suggeriscono il lavoro intellettuale dello stesso; il ragazzo tuttavia è indeciso e non sa come proseguire la trama del suo romanzo. Nel silenzio della stanza, apparentemente vuota, dove egli sta lavorando, ecco spuntare delle nuvolette di fumo e delle risate, che intervengono a sostegno dello scrittore. Il giovane protagonista si rende così conto di essere circondato dai folletti fantasmi vestiti di nero ma ne è spaventato.
Dopo poco, egli capisce che queste sono delle presenze giocose e divertenti: sarà tutto un susseguirsi di pantomime molto creative e giochi d’ombra, che creano un lupo immaginario fatto con le mani di Julio e i ‘cronopi’ che si dileguano, donando vivacità sul palco. Quando i folletti ritornano, l’autore racconta a tutti i dialoghi del suo romanzo: loro sapranno così imitare molte delle sue descrizioni, tra cui i turisti che fotografano dal tram, i cammelli che si muovono pesantemente, un uomo che vomita coniglietti per l’ansia. Julio, così pieno di idee e fantasia, continua la narrazione anche ai ‘cronopi’ dormienti.
Nelle scene iniziali e finali, decisamente più statiche rispetto al cuore dinamico e quasi acrobatico della rappresentazione, c’è l’interpretazione del maturo Stefano Benni che ci fa riflettere sul mestiere dello scrittore fatto di grande solitudine, tanta incertezza, ma supportato dalla convinzione di possedere delle armi peggiori di quelle da fuoco: le parole.
Benni, Julio adulto, descrive i suoi ricordi migliori durante l’infanzia o assieme ai figli: secondo il suo parere, uno scrittore deve pensare anche al prossimo, senza chiudersi a guscio.
Nel testo emerge lo stile di Cortàzar, capace di fondere reale e fittizio e di proporre personaggi dall’importante spessore psicologico, inseriti in un contesto di piccoli episodi ordinari che, il più delle volte, diventano metafora filosofica della vita.
Jacopo Neri porta avanti scelte registiche molto valide nel corso della narrazione, in cui l’intero cast spicca nello spazio a sua disposizione sia per la recitazione, sia per la valenza che assume il linguaggio del corpo. Il regista riesce inoltre a dar voce ai volti di Cortàzar, in cui abbiamo trovato credibili e disinvolti entrambi i ruoli dei due interpreti.
Alessandra Bettoni
Foto Camilla Mazza
Teatro Anfitrione
dal 9 al 14 aprile
Ululuna
regia Jacopo Neri
con Stefano Benni
e
Valeria Pian, Chiara Cappelli, Amandine Declos, Lorenza Molina, Francesca Romana Filippo, Margherita Maggio, Federica Ciminelli, Rachele Patanè, Maria Caterina Catroppa, Francesco Renna e Lorenzo Giovannetti
attori del Teatro Stabile di Roma