‘Undone’ è un serie televisiva Prime Video e già alla sua seconda stagione. Si tratta di una serie animanta creata tramite tecnologia rotoscopio in cui le figure umane tendono a essere realistiche. L’ideatore, Raphael Bob-Waksberg, insieme a Kate Rurdy, racconta della protagonista Alma attraverso uno sviluppo fantasioso
Nella cultura africana lo zighinì è un piatto che viene mangiato con le mani. Il gesto di portare il cibo direttamente alla bocca ci riporta a qualcosa di meravigliosamente selvaggio: è archetipico.
Inoltre, leccarsi le dita alla conclusione del pasto, significa che la pietanza è stata gradita. È un linguaggio non verbale che differisce da quello europeo ma che spesso, inconsciamente, utilizziamo anche in questa parte del mondo.
Il motivo per cui la cultura europea si distacchi per usi e costumi da quella africana, non significa, però, che non contenga dentro di sé lo stesso percorso.
La modernizzazione ed il consumismo ci hanno poi condotto ad assumere modelli e stili di vita che si separano sempre più dalla eco delle nostre origini.
Le mie, di origini, provengono proprio dall’Africa e – per restare coerente ed utilizzare lo stesso esempio – quando si tratta di poter mangiare con le mani nutro un particolare entusiasmo.
Mi sento molto più vicina a me stessa rispetto a tanti altri gesti che compio quotidianamente.
Undone: conoscere se stessi in profondità
È naturale. Le mie origini parlano al mio inconscio in modo indiretto e questo si propaga lungo ogni fibra della mia mente.
Quindi, è corretto dire, se vogliamo, che per arrivare a conoscere profondamente noi stessi dobbiamo raggiungere le nostre radici più profonde e metterci in contatto con la parte più silenziosa – ma scalpitante- del nostro intelletto.
Il motivo è ovvio: conoscersi, comprendersi ed accettarsi è la sfida più dura dell’essere umano.
Psicologia spicciola – starete pensando – eppure, per assimilare bene questo concetto io stessa ho impiegato tre anni di terapia.
C’è invece chi impiega anni per riuscirci, con scarsi risultati, chi sceglie di non farlo perché troppo faticoso (e doloroso) e chi riesce a risolversi in un lasso di tempo molto rapido. Infatti, non abbiamo tutti la medesima volontà.
È ovvio, dunque, che per avvicinarci il più possibile alla realizzazione di questa ardua impresa, dobbiamo quanto meno raggiungere la prima tappa nel nostro passato, allacciando le cinture e ripercorrendo la vita dei nostri genitori.
Le sembianze oniriche della narrazione
Questo è ciò che accade in principio alla protagonista di ‘Undone’, una serie d’animazione nata dal genio di Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy.
Alma, ragazza dal carattere anticonformista, all’età di 28 anni inizia a percepire irrequietezza e insoddisfazione per la sua vita e, dopo una lite con la sorella, rimane coinvolta in un incidente stradale causato dalla visione del defunto padre.
In apparenza sembra di essere catapultati in una storia dalle sembianze oniriche, ma una volta addentrati nella trama vengono svelati principi di fisica e nozioni di psicologia che inducono lo spettatore a percorrere involontariamente una seduta di analisi lunga ben due stagioni.
Grazie, e a causa, della linea spazio–temporale che viene in principio attraversata senza paracadute, Alma cerca a tutti i costi di rimediare agli errori commessi dalla sua famiglia, fino a farla diventare un’ossessione.
Circostanza che induce la protagonista a modificare pensieri e, di conseguenza azioni, per cui approderà ad una vita troppo perfetta per essere emotivamente sostenibile.
Undone: perdere se stessi è un rischio
Il magnetismo di questo lavoro animato non dipende solo dall’idea di realizzarlo come fosse un cartone, che ci trasporta in una dimensione che oscilla tra conscio e inconscio, ma anche dall’uso che fa di principi che identifichiamo subito come nostri.
Il bisogno di rivalsa nei confronti di noi stessi, la viscerale necessità di sentirci utili risolvendo gli enigmi della nostra esistenza e il percorso degli altri per risolvere il nostro personale.
Ma è veramente questa la chiave di tutto? È questo il modo per condurci alla serenità?
Rischiare di perdere noi stessi per aggiustare il percorso di chi fa parte della nostra vita, è un compromesso dal prezzo troppo alto e dal risultato troppo scadente per essere valido.
Essere padroni di noi stessi
Ed è proprio qui che incappiamo nella difficoltà: la linea sottile che separa noi dagli altri, i nostri errori da quelli commessi dalla nostra famiglia, godersi l’esperienza di assaporare un piatto senza l’uso della forchetta ed estremizzarlo fino ad assumere ogni pietanza in quello stesso modo.
Noi dobbiamo essere padroni del nostro presente, avvalendoci in modo consapevole del passato, per aiutarci a costruire un futuro.
Sfruttare dunque un’informazione non deve e non può renderci schiavi di essa, permettendogli di schiacciarci, trasformandoci nella nostra stessa ombra, nel ricordo di ciò che eravamo o che avremmo potuto essere.
‘Undone’ dunque solleva un’importante questione: quanto sia giusto spingerci in là per alleviare il dolore di chi ha vissuto prima di noi, e quanto sia difficile accettare che alcune cose devono essere lasciate immobili per permetterci di vivere.
Io ho già dato la mia risposta, ora tocca a voi.
Silvia Bruni
Undone
di Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy
Regia Hisko Hulsing
Produttori Raphael Bob-Waksberg, Kate Purdy, Noel Bright e Steven A. Cohen
Seri TV Animazione
Genere Umorismo nero, drammatico, thriller, psicologico
Anno 2019 | 2022