Dal 10 al 15 Gennaio, il teatro Quirino a Roma ha avuto in scena ‘Uno, nessuno e centomila’, dall’ultimo romanzo di Pirandello. Un’indagine divertente e profonda sul tema dell’identità e sulle gabbie che costantemente le impongono i sistemi sociali e i ruoli della vita quotidiana
‘Uno, nessuno e centomila’ è un’opera costruita in forma di monologo. Narra le vicende di Vitangelo Moscarda che inizia d’improvviso a porre in questione la sua identità a causa di un evento apparentemente insignificante: la scoperta di avere il naso pendente verso destra.
Da questa rivelazione inizia un viaggio all’interno della mente del protagonista che passerà dal rendersi conto di essere lo sciocco Gengè per sua moglie Dida, al realizzare di essere considerato un usuraio dai suoi concittadini. Proprio quest’ultima definizione lo condurrà alla volontà di liberarsi dei tanti Moscarda presenti nel mondo esterno, ma inevitabilmente non coincidenti con chi lui è per se stesso.
Così, a costo della sua stessa rovina e di ricevere l’appellativo di folle, tenta inizialmente di redimere la sua reputazione sfrattando e poi donando una nuova casa a Marco di Dio e sua moglie Diamante, due reietti dalla società per pendenze di antica data. Tuttavia il tentativo non conduce alla desiderata distruzione di uno dei centomila Moscarda.
Questa potrà verificarsi solo quando Vitangelo si libererà al tempo stesso della moglie e della banca ereditata dal padre e tenuta in completa gestione dai suoi due soci, Firbo e Quantorzo. Ma sarà infine l’enigmatica Anna Rosa, amica della moglie e maldestra utilizzatrice di un revolver, a condurlo definitivamente verso l’allontanamento dal mondo e da ogni bene terreno con uno slancio che ritrova la perduta identità in una forma di vitalismo e spiritualismo.
Uno, nessuno centomila: vivere e vedersi vivere
L’abisso delle crisi esistenziali di Vitangelo risulta perfettamente reso dall’interpretazione profonda, malinconica ed ironica al tempo stesso di Pippo Pattavina che funge da cardine dell’intero spettacolo assieme al sostegno di una regia solo apparentemente semplice, ma dalle scelte interessanti e fantasiose di Antonello Capodici.
Scelta intrigante anche quella di Marianella Capodici, interprete versatile tanto della disturbata Anna Rosa, quanto della moglie di Vitangelo, ruolo in cui la differenza d’età con l’attore protagonista le consente di mettere sotto una lente d’ingrandimento il dilemma esistenziale del Moscarda a confronto con la superficialità della sua sposa.
Una menzione speciale meritano le musiche originali di Mario Incudine che costituiscono il perfetto accompagnamento delle scene.
Questo, infatti, contribuisce, in modo decisivo, a rendere quel dilaniante stato d’animo di chi interrogandosi ha preso coscienza di come la vita sembri arrestarsi, ingessata in un’unità nel momento, in cui la si osservi da un unico punto, e su come invece, abbandonati conformistici ruoli e preconcette identità, possa fluire in centomila forme.
Sofia Remiddi
Teatro Quirino
dal 10 al 15 gennaio
Uno, nessuno e centomila
di Luigi Pirandello
Regia Antonello Capodici
con
Rosario Minardi
Mario Opinato
Giampaolo Romania
Pippo Pattavina
Marianella Capodici
Musiche originali Mario Incudine
Scene Salvo Manciagli
Produzione ABC Produzioni e ATA Carlentini