‘Vinili Vecchi’, pregevole EP da sei tracce, rappresenta il lavoro di debutto di Simone Castelluccio con il suo nuovo alias Via Mercanti. Un riconoscibile tipo di debutto giovanile, con un’introspezione quasi giocosa a metà tra “Owl City” e “Cigarettes After Sex”, ma senza un’oncia di cinismo nonostante il tono spesso melanconico
Via Mercanti – un nome che sembra quello di una band, pur avendo alle spalle un uomo solo, e che richiama sottilmente alla tradizione italiana, quasi un pezzo tagliato di De André. E alle sue spalle un ragazzo, Simone Castelluccio, che decide di intraprendere il percorso vecchio e sempre nuovo del raccontare i propri monologhi interiori tramite la sua musica.
Castelluccio ha iniziato a scrivere i brani del suo repertorio “quasi per gioco”, tuttavia sembra aver trovato con grande rapidità una cornice creativa nella quale incunearsi. Questo è l’EP ‘Vinili Vecchi’, un lavoro breve ma buono, che apre una porta a grande potenziale.
Vinili Vecchi: un synthpop spontaneo e giovane
Il tipo di synthpop trattato da Via Mercanti è, a livello internazionale, legato intrinsecamente alla cultura giovanile – a metà tra gli hipster rampanti all’inizio del decennio scorso e gli artisti più sperimentali che creano le loro sottoculture e i loro (nutriti) fan nella sfera di internet.
Senza andare a scomodare mostri sacri come Twenty-Øne Pilots e Vampire Weekend, si può almeno trovare l’influenza artistica che definisce Via Mercanti, e descrivere attraverso di essa il linguaggio che riempirà ‘Vinili Vecchi’.
Quintessenziale album autunnale, il piccolo EP utilizza un linguaggio di introspezione molto riconoscibile nel genere indie, ma con un colpo di scena quantomeno interessante che caratterizza, in maniera unica, Via Mercanti e Via Mercanti solo.
Un debutto accattivante
Se il mondo dell’indie, come frequente con le sottoculture, tende ad approcciarsi agli argomenti che tocca con una vena di cinismo, sarcasmo e distacco, non è così che Castelluccio decide di raccontare le sue storie. Non c’è senso di ironia nelle sue parole, di malizia, e anche di quella superiorità sottile che spesso si sente nei lavori indie.
‘Vinili Vecchi’, infatti, ha un linguaggio spesso semplice, poco metaforico, con un che di improvvisazione last minute che ben si addice a un lavoro, per ora, su piccola scala.
Per esprimere che sente la mancanza di qualcuno dice “io ci sto male se non ci sei te“, e per comunicare la speranza di poter ricucire una relazione conclusa dice “non ti agitare che non si mai/forse ci rivedremo“.
Essenziale, quasi banale, ma efficace nel contesto specifico di Via Mercanti. È una commistione tra la quotidianità, il pensiero improvviso, e l’album stesso.
Il primo lavoro del giovane cantautore salernitano è dunque un debutto accattivante, che nonostante la sua grezzezza da inesperienza potrebbe effettivamente aprire a una nuova, interessante prospettiva nel pop italiano. Quello che però manca alla voce di Castelluccio, una maggior prestanza lirica, può arrivare solo dall’esperienza e dalla pratica – non si può, quindi, non incoraggiarlo.
Maria Flaminia Zacchilli
Foto: Daniele Iannini
Cover: Marco Canigiula
Via Mercanti
Vinili Vecchi
1. Cinema
2. Baci in fronte
3. Vinili vecchi
4. Mille cose
5. Camomilla
6. Un’altra America
Autori, Compositori Via Mercanti e Marco Canigiula
Francesco Valente e Lorenzo Cicerchia chitarre
Daniele Iannini ed Emanuele Ferrero videomaker e fotografi
Federico Firoldi stylist
Distribuzione Ada Music Italy
Cantieri Sonori Produzioni
Produttore Marco Canigiula