Va in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma un ritratto molto particolare di Winston Churchill, il politico britannico considerato uno dei veri vincitori della seconda guerra mondiale. È questo un racconto biografico – e uno spettacolo – con due anime, che trova il suo punto di forza nella splendida interpretazione del protagonista Giuseppe Battiston
In quello che è presumibilmente l’anno della sua morte, il 1965, Winston Churchill, ormai malato e confinato nella sua abitazione, intrattiene lunghe conversazioni con la sua infermiera personale (interpretata dalla brava Maria Roveran) attraverso le quali emerge una figura umana unica, ricca di pregi, difetti, luci e ombre ma senza dubbio piena di onestà e risolutezza, la stessa che la portò a vincere letteralmente il secondo conflitto mondiale.
“Winston vs Churchill” è uno spettacolo che omaggia il grandissimo uomo politico del XX secolo: il militare inglese è rappresentato attraverso una veste simile ed aderente alla realtà, un europeista che riconosce però il difetto dei britannici in quanto isolani ed eternamente isolati, un uomo amante dei gatti, incallito tabagista, brillante nella sua ironia, pervaso da una neanche troppo celata vena di maschilismo e soprattutto disastroso come padre.
La messinscena si caratterizza per un’atmosfera sofisticata e in qualche modo claustrofobica e cupa, ottimo lavoro della regista Paola Rota, sebbene nella sua globalità appaia luminosa grazie alle battute ironiche del protagonista. La direzione della Rota non si concede nessun dinamismo eccessivo mantenendo l’azione ferma in una staticità che predilige la forza verbale dei due protagonisti in scena.
Lasciano perplessi però alcune scelte radicali indirizzate a sottolineare le contraddizioni di Churchill, come l’utilizzo della musica rock in alcuni frangenti, ma soprattutto colpisce il poco controllo nel mantenere il bellissimo ritmo della prima parte dello spettacolo anche nel finale, il quale tende non solo ad annoiare ma anche a esasperare aspetti della vita di Churchill che per quanto reali e verosimili ne rendono poco realistica la resa sulla scena.
Ottima la prova di Giuseppe Battiston che esegue un lavoro magistrale in quanto carattere, tuttavia è proprio l’esagerazione della costruzione scenica, concentrata nella seconda metà dello spettacolo, a compromettere in parte anche la sua prestazione: il bravissimo attore si trova di fatti a calcare oltremodo i contorni del suo personaggio creando una discrepanza tra la violenza della sua interpretazione e la poca capacità di coinvolgere delle ultime pagine del copione; questo però non inficia minimante la totalità dell’azione che anzi, proprio forse grazie a questa ambivalenza drammaturgica, chiarisce ancora meglio le due facce del grande personaggio storico.
Si può dunque affermare che l’opera ha due anime esattamente come lo stesso Winston Churchill: a differenza però del celeberrimo primo ministro dello scorso secolo, lo spettacolo di Carlo Gabardini non trova un equilibrio stabile tra queste due anime lasciando che una prevalga sull’altra; il pubblico può comunque godere della metà più coinvolgente dell’opera e chiudere un occhio nei confronti di quella meno riuscita poiché lo spettacolo nella sua globalità è un lavoro eccellente.
Gabriele Amoroso
Teatro Ambra Jovinelli
dal 13 al 25 febbraio 2019
Winston vs Churchill
di Carlo Gabardini
regia Paola Rota
con Giuseppe Battiston e Maria Roveran
scene Nicolas Bovey
costumi Ursula Patzak
luci Andrea Violato
suono e musica Angelo Longo